Le sezioni romane di MD e del Movimento per la giustizia hanno convenuto di presentare per le elezioni del consiglio giudiziario di Roma liste comuni, aperte al contributo di colleghi esterni rispetto ai due gruppi; riporto in calce il documento programmatico con l'indicazione dei candidati.
Francesco Vigorito
Per un Consiglio Giudiziario attento, consapevole, capace di ascoltare
Nei giorni 6 e 7 aprile 2008 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Giudiziario di Roma.
La nuova normativa (decreto legislativo 27 gennaio 2006 n. 25, modificato dalla legge n. 111) ha potenziato i Consigli Giudiziari, aumentandone la durata, il numero dei componenti, la rappresentatività e le modalità di funzionamento.
In particolare sono stati attribuiti al Consiglio nuovi e più incisivi compiti di "vigilanza sull'andamento degli uffici" e sulla professionalità dei dirigenti e dei singoli magistrati.
Questo significa che il Consiglio Giudiziario può concorrere in modo efficace a quel processo di trasformazione e di crescita dell'assetto della giurisdizione e dell'organizzazione degli uffici, che sentiamo come passaggio non più rinviabile per l'efficace esercizio della funzione giudiziaria. Ogni magistrato deve poter svolgere in modo corretto e dignitoso il proprio lavoro, che garantisce i diritti dei cittadini e contribuisce allo sviluppo della qualità della vita democratica del nostro Paese.
Crediamo che l'obiettivo di un autogoverno, centrale e periferico, che operi come strumento di crescita e di cambiamento sia comune a molti colleghi; che in questo modo si possa dimostrare che l'immagine di una magistratura e delle sue strutture organizzative come "casta" che si autoalimenta sia sbagliata e ingenerosa; che l'autonomia della magistratura e l'autogoverno non siano un privilegio dei magistrati, ma una risorsa dell'intera società.
Questo, in una fase politica confusa come quella che viviamo, ci sembra il modo più corretto e completo per difendere veramente l'indipendenza della giurisdizione.
Magistratura Democratica ed il Movimento per la giustizia perseguono da sempre gli obiettivi di una gestione corretta e partecipata degli uffici, di una organizzazione più moderna ed adeguata alle richieste di una giustizia più efficiente, di un autogoverno che decida in modo trasparente e che tuteli realmente l'indipendenza interna ed esterna dei magistrati.
Nel prossimo Consiglio Giudiziario di Roma si giocherà una partita importante per la realizzazione di questi obiettivi; da questa consapevolezza è nata l'idea di presentare una lista denominata "INSIEME",
promossa dai nostri gruppi, ma aperta alla partecipazione di tutti i colleghi che si riconoscono nelle nostre idee.
Vogliamo indicare in modo chiaro una serie di punti programmatici che assumono per noi un carattere prioritario e che guideranno la nostra attività nel prossimo Consiglio Giudiziario; siamo convinti infatti che gli elementi di conoscenza sulla storia dell'ufficio, sulla capacità organizzativa dei dirigenti e sul lavoro dei magistrati non possano che migliorare il 'servizio giustizia':
La nuova competenza relativa alla "vigilanza sull'andamento degli uffici" dovrà essere esercitata con particolare attenzione. Il sistema tabellare deve riprendere centralità: bisogna garantire che le tabelle siano il risultato di un coinvolgimento non formale dei magistrati dell'ufficio ed occorre che le stesse disegnino uffici caratterizzati da trasparenza, equità, attenzione alla qualità del lavoro ed alla qualità del servizio. E' necessario che i progetti organizzativi in esse contenuti siano credibili e realizzabili, che descrivano le reali situazioni degli uffici, che siano predisposti con la partecipazione dei magistrati e con il coinvolgimento e la consultazione delle commissioni flussi, tenendo conto dei carichi di
lavoro specifici di ogni ufficio e del fatto che al magistrato sommerso dai processi sarà sempre più difficile mantenere alti livelli qualitativi: identificando dunque uno 'standard esigibile', perchè sia chiaro che da tutti i magistrati ci si attendono risposte adeguate, per qualità e quantità, alla domanda di giustizia e che nessun progetto organizzativo può prescindere dal limite oggettivo della capacità di definizione degli affari dell'ufficio.
Il Consiglio Giudiziario dovrà, poi, proseguire nell'opera di verifica del rispetto delle regole che disciplinano i trasferimenti interni, poste a garanzia della reale parità di trattamento dei magistrati e troppo spesso ignorate in molti uffici del Distretto.
Particolare attenzione dovrà essere riservata agli Uffici di Procura: per ridimensionare i profili gerarchici dell'organizzazione, si devono privilegiare le letture e le applicazioni della nuova normativa più conformi ai principi costituzionali.
Nella valutazione dei progetti organizzativi e dell'andamento degli uffici è necessario il coinvolgimento di tutti coloro che, come utenti, sono in grado di offrire elementi di conoscenza; in questo quadro deve essere valorizzato il nuovo ruolo degli avvocati nel Consiglio Giudiziario ai quali sono state
attribuite, tra le altre, funzioni di vigilanza sugli uffici giudiziari del distretto. Soltanto considerando la loro partecipazione come una risorsa funzionale alla migliore gestione degli uffici si potrà fare in modo di prevenire eccessive ed ingiustificate conflittualità fra uffici ed avvocatura; occorre dunque iniziare, fin da ora, un'opera di sensibilizzazione dell'avvocatura e del mondo accademico sull'importanza del
ruolo svolto dalla componente laica nei Consigli Giudiziari. E' inoltre importante che i Consigli al momento dell'esame delle tabelle degli uffici giudicanti penali, chiedano agli uffici di Procura di presentare, per le valutazioni necessarie, i criteri di loro organizzazione e di ripartizione
degli affari sui quali potranno formulare eventuali osservazioni e pareri, per poter verificare i progetti organizzativi, il rispetto dell'automatismo nell'assegnazione degli affari, la capacità dei dirigenti di collaborare con altri uffici;
Nella valutazione dei dirigenti, si dovrà considerare la capacità dimostrata nell'assicurare - nei limiti delle limitate risorse disponibili - un'adeguata organizzazione del lavoro, un'equa distribuzione del carico, una gestione dei flussi che consenta la trattazione dei procedimenti secondo parametri di qualità e non solo numerici (quindi la capacità di determinare correttamente gli 'standards esigibili' di quell'ufficio e di verificarne il rispetto). Si dovrà inoltre considerare l'esito dei progetti organizzativi
predisposti e la capacità di realizzare gli obiettivi: spetta ai dirigenti determinare le condizioni per il miglioramento, ad un tempo, della professionalità dei magistrati e della qualità del servizio. Il Consiglio Giudiziario dovrà quindi fare la sua parte sia nei pareri sull'attitudine al conferimento di funzioni direttive (che dovranno essere attenti e approfonditi) sia, soprattutto, nei pareri sull'eventuale rinnovo dell'incarico alla scadenza;
Un sistema di periodiche valutazioni di professionalità è sempre stato da noi auspicato: è però necessario che sia una cosa seria, altrimenti potrà arrecare soltanto gravi danni all'efficienza del servizio ed alla dignità dei singoli colleghi. Il nuovo sistema cerca di introdurre - per il tramite
proprio dei Consigli Giudiziari - strumenti di effettiva conoscenza delle condizioni di lavoro dei magistrati. I nuovi Consigli Giudiziari, individuando in primo luogo fonti di conoscenza oggettive, devono impegnarsi ad evitare ogni approccio formalistico/burocratico o, al converso,
inutilmente inquisitorio: ciò che serve, nei pareri, sono i fatti non gli aggettivi. Un sistema di valutazione di cui i magistrati seri e laboriosi (i magistrati "normali", per intenderci) debbano diffidare non può essere il nostro: nemmeno può esserlo, però, un sistema che finisca per premiare non la serietà dell'impegno, la disponibilità, l'equilibrio, ma, al contrario, la diligenza ragionieristica nel costruirsi la "carriera" o, peggio, che si appiattisca nuovamente su valutazioni standardizzate che impediscono di
rilevare incompetenze, inadeguatezze e neghittosità.
Si deve, infine, affrontare, in modo equilibrato, il tema degli incarichi extragiudiziari operando una distinzione tra quelli che sono incompatibili con la funzione giudiziale, distolgono i magistrati dalla loro attività e mettono a rischio l'immagine e l'indipendenza della magistratura da quelli che della giurisdizione costituiscono un naturale completamento ed arricchimento.
L'autogoverno al quale pensiamo deve essere trasparente e lineare (è stata molto positiva, nei mesi scorsi, l'adozione del "regolamento" del Consiglio Giudiziario di Roma che ne ha disciplinato i criteri di funzionamento) e deve ispirarsi a regole chiare e condivise: perchè la complessità di un sistema, se non è strumentale a precisi obiettivi, diventa fonte di incertezza e reintroduce di fatto la discrezionalità delle scelte.
Questi sono gli obiettivi prioritari che i candidati della nostra lista si propongono di perseguire, in piena libertà e senza pregiudizi di appartenenza, nell'intento di migliorare il servizio e di garantire una
efficace tutela dei diritti ai cittadini.
Magistratura Democratica
Movimento per la Giustizia
"I N S I E M E"
(Magistratura Democratica - Movimento per la Giustizia)
COLLEGIO GIUDICANTI COLLEGIO P.M.
Antonella Di Florio Corte app. lavoro Lina Cusano Roma
Maria Gabriella Gaspari Trib. Sorveglianza Roma Stefano Pesci Roma
Giuseppina Guglielmi Trib. Penale Roma
Patrizia Mannacio Trib. Frosinone
Franco Petrolati Trib. civile Roma
Maria Luisa Rossi Trib. civile Roma
Aldo Ruggiero Trib. civile Roma
Marco Ulzega Trib. Civitavecchia
Andrea Vardaro Trib. Penale Roma Sez. GIP
Orlando Villoni Trib. Penale Roma Sez. GIP