L'allontanamento di cinque magistrati dall'Ufficio Legislativo del Ministero richiede
una riflessione perch apre scenari preoccupanti per il futuro. Sarebbe gravissimo
se quanto contestato riguardasse il contenuto del parere da loro redatto, attentando
in tal modo all'autonomia scientifica e culturale propria dell'ufficio legislativo
e della stessa professione di magistrato. Ovviamente il Ministro poteva non tener
conto di tali opinioni, ma non obbligare a conclusioni, n incidere sulla libertà
di elaborazione dei singoli.
L'assunto secondo cui nel parere vi sarebbero valutazioni politiche (solo perch
contrastanti con i desiderata del Governo) si commenta da solo. Ma altrettanto
grave sarebbe la scelta se derivasse dalla violazione di un obbligo di riservatezza.
Nessun elemento vi è a carico dei magistrati allontanati e la logica con cui si
è proceduto è quella delle decimazione.
Ma al di là della solidarietà ai magistrati coinvolti e della preoccupazione per
la perdita di alte professionalità al Ministero vi è una considerazione generale
davvero inquietante: il messaggio che viene lanciato è che all'ufficio legislativo
del Ministero, che ha una gloriosa tradizione di autonomia ed elaborazione scientifica,
possono lavorare solo yesmen che "adeguino" la loro intelligenza e la loro
cultura alla volontà del Governo, con un grave vulnus per la democrazia e per
lo stesso valore e capacità delle strutture ministeriali.
Vi è da chiedersi come potrà il C.S.M. nominare altri magistrati all'ufficio legislativo
del Ministero se loro requisito dovrà essere la loro mancanza di indipendenza.
Milano, 4 ottobre 2001
Il segretario nazionale Claudio Castelli