Seminario di Bologna "Ufficio per il processo" - giugno 2004

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Claudio CASTELLI (Segretario
MD)(*)

Il progetto qui presentato segna una
rivoluzione culturale nella magistratura nel momento in cui è
andata persa nella politica alcuna progettualità sulla
giustizia e ci si confronta con un mondo di monadi isolate a fronte
di una costante crescita lavoro giudiziario, a cui il singolo
magistrato e ciascun ufficio reagisce pensando di poter vivere per se
stesso. Lo sforzo che dobbiamo fare è quello di far
comprendere che le questioni organizzative attengono direttamente i
singoli e si riverberano sul lavoro di ciascuno.

Da questi contributi capiamo che i
problemi fondamentali sono due : i dirigenti degli uffici giudiziari,
e l’impiego della magistratura onoraria. Per i dirigenti, non
possiamo dire che attualmente c’è solo una questione di
scelte . Manca la fase formativa, i parametri di valutazioni del
lavoro fatto, il controllo di gestione dopo la nomina : tutti
sappiamo che l’assenza di una temporaneità e di un
controllo intermedio sui dirigenti impedisce la cacciata degli
incapaci, per i quali si apre solo la strada dell’art. 2. La
selezione richiede un sistema diverso che parte dalla formazione e
passa per criteri oggettivi di valutazione delle attitudini
organizzative.

Quanto alla magistratura onoraria,
possiamo dimenticarcelo il giudice di pace come giudice di prossimità
visto che si è consolidato il modello professionale. Trovo
ragionevole l’ idea degli articolati sottopostici di un impiego
parziale di natura collaborativi dei GOT, mentre condivido le
critiche alla strada consiliare, che di fatto perpetua le preture.

Sulla magistratura onoraria ci sono però
altri due grossi problemi, di cui oggi non abbiamo parlato : il nodo
dell’autogoverno ed il sovraccarico di attività che essa
determina per i consigli giudiziari, che lavorano a tempo pieno su
selezione, disciplinare ecc.

E’ stata avanzata una proposta da
parte dell’ Unione Giudici di Pace che mi sembra molto
interessante e sulla quale invito a riflettere : quella di un
magistrato ordinario preposto a tale ufficio, che garantisca il
raccordo e la vigilanza sulla gestione dell’ufficio. L’UgdP
non è d’accordo invece ad usare il gdp come “vaso
comunicante” quando manchino togati, al posto dei GOT.

La riflessione sull’ufficio per il
processo va trasferita anche nel settore penale, in cui oggi si
realizza una tale segmentazione figure processuali, da produrre
deresponsabilizzazione di tutti i protagonisti, mentre bisogna
ragionare in un’ottica di sinergia. Gli uffici amministrativi
centralizzati al GIP di Milano hanno dato risultati negativi e forti
sprechi perché deresponsabilizzanti.

Il Consiglio Superiore non può
tirarsi indietro : gli va riconosciuto un ruolo fondamentale del per
raccordare i dirigenti e sulle questioni organizzative e, pur
comprendendo le sue attuali difficoltà, bisogna che intervenga
almeno per settori limitati per certi uffici o segmenti
organizzativi.

E’ certo che per un salto di
qualità non bastano le risorse economiche, ci vuole un
progetto condiviso sulla giustizia : bisogna aprire una vertenza
seria su risorse e progetto ed è importante trovare un
terreno comune con avvocatura e amministrativi.

29 09 2004
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