Cari colleghi,
lo sciopero proclamato all'unanimità dall'Associazione nazionale
magistrati per il prossimo 24 novembre è necessario e utile.
La controriforma dell'ordinamento giudiziario distrugge gli assetti
costituzionali della magistratura. E' facile prevedere, per di pi, che
essa condannerà ogni magistrato alla precarietà e a continui
trasferimenti (determinati dai rigidi tetti di temporaneità unita ai
vincoli di incompatibilità) e genererà pericolosissime spinte
all'arrivismo e alla sudditanza nei confronti della burocrazia
ministeriale, delle commissioni di concorso e dei dirigenti degli uffici
(sia per garantirsi la progressione in carriera sia per evitare il
rischio di essere sottoposto ad azione disciplinare, ampliata a
dismisura dalla obbligatorietà della stessa e dalla contestuale
previsione dell'obbligo di denuncia da parte dei capi degli uffici).
La magistratura ha già dimostrato, con due scioperi, la sua radicale
contrarietà a questo progetto e non è affatto vero - come qualcuno dice - che gli scioperi non sono serviti. E' anche grazie a questa agitazione, ferma e protratta nel tempo, che l'iter parlamentare della controriforma è stato rallentato, che si sono avute fibrillazioni nella maggioranza (che tuttora si manifestano), che larga parte dei costituzionalisti ha
adottato una netta presa di posizione contraria, che la cultura
giuridica e la stessa avvocatura (quest'ultima al di là degli atti di
fede nei confronti della separazione delle carriere) hanno criticato
moltissimi aspetti del progetto governativo.
Lo sciopero si è reso necessario, a fronte di un metodo che ha
mortificato il Parlamento (costretto a voti di fiducia e al
contingentamento dei tempi di discussione), per evidenziare che i maxi
emendamenti non hanno cambiato in realtà nulla di sostanziale
(limitandosi a cancellare qualche disposizione del tutto indifendibile,
come quella relativa ai privilegi dei "ministeriali") e che se la
controriforma verrà definitivamente approvata ciò avverrà contro la
magistratura.
Solo una magistratura capace di esprimere, anche attraverso strumenti
forti come lo sciopero, la sua netta contrarietà al disegno di
restaurazione oggi dominante può coltivare la speranza che nei vari
prossimi passaggi parlamentari la controriforma si areni, si sterilizzi,
riduca i danni e domani che la controriforma venga abbandonata e
abrogata. Sarà, questo iter, un percorso lungo, che deve ancora
attraversare molte fasi: l'approvazione definitiva alla Camera, la firma
del Presidente della Repubblica, la stesura dei decreti delegati, la
loro discussione e modifica, la loro concreta attuazione. In ognuno di
questi momenti ci saremo e faremo sentire la nostra voce in modo
responsabile e chiaro.
Per questo crediamo necessario lo sciopero. Quanto avverrà della
magistratura italiana, e quindi anche dei diritti dei cittadini, dipende
anche da ognuno di noi.
Per questo chiediamo a tutti i magistrati di condividere fino in fondo
la mobilitazione, anche a coloro che sono perplessi sullo strumento
adottato, perch la drammaticità del momento non consente divisioni e
distinguo. Solo una partecipazione massiccia allo sciopero darà un
chiaro messaggio al Paese che ogni magistrato non ritiene che questa
riforma risolva in alcun modo i reali problemi della giustizia.
Per questo chiediamo ai cittadini di dare il loro sostegno a una
battaglia che riguarda la qualità della nostra democrazia.