documento 2 maggio 2006

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Catanzaro 2.5.2006.

 

Ad oltre un anno dall'inizio delle atività ispettive ministeriali condotte presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, è il momento di sollecitare una riflessione pubblica sulle modalità di conduzione di tali ispezioni e su alcune singolari vicende di contorno ad esse.

Agli inizi del 2005 gli ispettori si presentano in Procura, esibendo un mandato che fa esclusivamente riferimento a contrasti insorti fra colleghi dell'ufficio e che erano anche stati oggetto di segnalazione agli uffici ritenuti competenti. A giugno gli ispettori ritornano con un nuovo mandato, che questa volta si estende ad una più generale verifica degli assetti organizzativi e contiene un riferimento esplicito alle indagini condotte dall'ufficio per fatti accaduti a Reggio Calabria e radicati per competenza a Catanzaro, in quanto parti offese in tale procedimento erano diversi magistrati della DDA della città dello stretto.

E' subito da rilevare come l'esecuzione di misure cautelari nell'ambito di tale procedimento, che vede fra gli indagati importanti uomini politici dell'allora magggioranza di governo per gravissimi delitti, quali il concorso esterno in associazione mafiosa, aveva preceduto di appena due mesi l'inizio delle attività ispettive e non è questo, come si dirà, il solo "indizio" di un nesso causale esistente fra l'indagine in questione e la successiva ispezione ministeriale. Del resto diversi uomini di Governo e, fra essi, l'allora vice Presidente del Consiglio, On. Fini, denunciarono la presunta mala fede degli inquirenti e le finalità politiche da essi perseguite, sin dal giorno successivo all'esecuzione delle misure cautelari.

Già a giugno, in occasione del secondo accesso, gli ispettori allargano il loro interese all'attività del collega De Magistris, benché formalmente estraneo all'oggetto del mandato ed a luglio il Senatore di alleanza nazionale Buccieri presenta un'interrogazione parlamentare specificamente rivolta ad ottenere un'approfondita verifica dell'attività del collega. E' un'interrogazione dal singolare tenore, in essa ripercorrendosi con puntiglio provvedimenti emessi in diversi procedimenti giudiziari trattati dal collega, il cui unico filo conduttore comune sembra essere il coinvolgimento di importanti amministratori del capoluogo regionale e quello, per lo più indiretto, di magistrati in servizio nel capoluogo di regione (in gran parte dei casi, in quanto congiunti di indagati). Altra singolarità sta nel fatto che proviene da un senatore eletto in Puglia e che, pertanto, si deve presumere essere il mero nuncius di lamentele provenienti da altri soggetti, la cui identità si può al momento solo ipotizzare.

Inizia così a novembre una nuova ispezione, che prende le mosse proprio da tale interrogazione parlamentare ed è indirizzata nei confronti del solo De Magistris.

La prima attività ispettiva dovrebbe essersi conclusa (a quanto è dato sapere dalle indiscrezioni che circolano) nel mese di ottobre scorso. Proprio in quel mese (nei giorni 12, 13 e 14) compaiono su "il Giornale" tre articoli nei quali, con il linguaggio allusivo ed obliquo proprio delle campagne diffamatorie, viene mosso un pesante attacco agli uffici giudiziari catanzaresi, testualmente definiti un "verminaio" ed alla Procura della Repubblica, in particolare, a cominciare dai suoi vertici, preannunciando le conclusioni dell'attività ispettiva ministeriale nel senso dell'avvio di procedimenti disciplinari e per incompatibilità ambientale nei confronti del Procuratore Generale, del Procuratore della Repubblica, di un Procuratore aggiunto e di un sostituto.

Dal mese di gennaio di quest'anno, le visite degli ispettori sono diverse ed hanno tutte ad oggetto le attività di Luigi De Magistris, non esclusa l'indagine denominata "Poseidone", relativa alla depurazione delle acque in Regione: anche in questo caso si tratta di inchiesta che coinvolge uomini politici di caratura nazionale, fra cui l'ex Presidente della Giunta Regionale.

Attendiamo con fiducia l'esito di tali attività ispettive, non senza rilevare, però, come non si sia ancora potuto conoscere neppure l'esito della prima ispezione (se non nella prospettazione fattane dagli articolisti del Giornale), sebbene sembrerebbe che la relazione ispettiva sia stata depositata presso gli uffici ministeriali già da alcuni mesi. E come tali iniziative, condotte anche con audizioni ripetute di indagati, anche sottoposti a misura cautelare, determinò un grave stato di tensione nei colleghi dell'ufficio di Procura, che già il 17 ottobre scorso, con un documento da tutti sottoscritto, avevano espresso il loro "sconcerto" per gli attacchi formulati dal Giornale e sollecitato un intervento ministeriale e della Procura territorialmente competente. Colleghi in prima linea nel contrasto ad una criminalità mafiosa e politico mafiosa la cui forza ed estensione è oramai diventata questione nazionale.

Del resto, se i sospetti sulle vere ragioni di tali iniziative dovessero alla fine essere confermati, non sarebbero certo le prime ispezioni decise dal non rimpianto Ministro uscente con il solo apparente scopo di ingerirsi indebitamente in attività giudiziarie non gradite. Come non sarebbe la prima volta che iniziative del genere siano supportate da campagne stampa diffamatorie orchestrate dal quotidiano di famiglia dell'ex Presidente del Consiglio.

L'accorato appello dei magistrati della Procura di Catanzaro è stato raccolto finora dalla sola Magistratura Democratica, che, con due documenti del 20.10.2005 e del 22.11.2005, ha stigmatizzato con forza le vicende descritte e la sorprendente acquiescenza delle altre correnti del distretto. Le quali forse adesso si uniranno alla nostra richiesta di rendere pubbliche le conclusioni della prima ispezione, sollecitando insieme a noi l'assunzione di immediate determinazioni da parte del nuovo Guardasigilli, non appena ne avverrà l'insediamento ed evitando di nascondersi ancora dietro le solite ragioni di "opportunità".

Emilio Sirianni - Magistratura Democratica Catanzaro.    

 

22 09 2007
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