MD non ha votato la Giunta, composta solo da esponenti di Unicost, ed ha deciso in questa fase di collocarsi all’opposizione in ragione delle concrete linee di azione e di condotta tenute del gruppo di maggioranza relativa nell’ultima fase della scorsa consiliatura.
E’ un fattore di chiarezza che sia chiamato ad assumere effettive responsabilità rispetto alle promesse fatte nel corso di una disinvolta campagna elettorale il gruppo che, pur avendo avuto la formale presidenza dell’associazione, ha scelto di non condividere fino in fondo scelte unitarie sul tema cruciale dell’ordinamento giudiziario e di sottrarsi all’impegno essenziale di impedire l’entrata in vigore della legge Castelli con tutti i suoi negativi e incostituzionali corollari, tra cui la separazione delle carriere e l’avvio del sistema dei concorsi.
MD valuterà la Giunta oggi eletta sulla base della chiarezza, della coerenza, dell’azione svolta e dei risultati ottenuti, appoggiando tutte le iniziative positive che verranno adottate e contrastando inerzie, ambiguità e scelte di segno negativo.
La condotta di oggi rende chiaro che per MD è scelta irrinunciabile quella di operare lealmente all’interno dell’associazione tenendo distinto, come oggi avvenuto, il carattere unitario e pluralista dell’ANM dalle decisioni sul governo della compagine associativa.
Nel corso del dibattito in CDC abbiamo sottolineato e rivendicato il nostro impegno prioritario per:
- interventi di modifica dell’ordinamento giudiziario (in particolare sull’organizzazione delle Procure, sulla destinazione dei magistrati di prima nomina e sul potere del Ministro in materia di trasferimento cautelare);
- la valorizzazione in sede di autogoverno degli aspetti positivi della riforma in direzione della concreta attuazione di un sistema serio ed effettivo di valutazioni di professionalità e di rinnovamento dei dirigenti degli uffici (da scegliere esclusivamente sulla base delle capacità organizzative e di direzione e sulla idoneità a garantire l’indipendenza dei magistrati);
- interventi in materia di condizioni di lavoro degli uffici giudiziari, ormai divenute insostenibili;
- l’aumento delle retribuzioni con la commisurazione della retribuzione iniziale a quella oggi prevista dopo la prima valutazione di professionalità; e ciò in conseguenza del mutato assetto del concorso di accesso in magistratura, che eleverà sensibilmente la soglia di ingresso in carriera, portandola, di regola, oltre i trent’anni;
- la previsione di specifiche indennità per i magistrati più giovani nell’arco della prima fascia della vita lavorativa.
Abbiamo espresso un netto dissenso nei confronti delle posizioni del gruppo di Magistratura Indipendente che mira a ridurre l’associazione a mero sindacato corporativo.
Una prospettiva, questa, da rifiutare per ragioni ideali e di principio e per ragioni pratiche giacchè un ANM puro sindacato non potrebbe contare né sulla forza del numero, né sullo strumento dello sciopero paralizzante, né sulla solidarietà dei cittadini e si vedrebbe condannata all’insuccesso e al fallimento.
Abbiamo anche evidenziato l’ambiguità delle posizioni tenute sinora da UNICOST e il concreto scarto verificatosi in più occasioni tra le affermazioni di principio e programmatiche e i comportamenti tenuti in concreto.
Il gruppo di Magistratura Democratica al CDC.