La manovra economica del Governo, pur nel quadro di comprensibili obiettivi di contenimento, si abbatte sulla giustizia, in tutte le sue componenti, in termini gravemente penalizzanti.
I magistrati sono colpiti su due piani, con il prelievo forzoso per i redditi di importo superiore a 90.000 euro, che, ricordiamo, corrispondono a stipendi mensili superiori a 3500 euro, e con il blocco di ogni aumento di stipendio (pare anche in caso di progressioni di carriera dovute a positiva valutazione di professionalità). In tal modo, si altera la stessa struttura del trattamento economico, e si provoca una reale riduzione degli stipendi, contraria ad ogni principio di irriducibilità della retribuzione.
Il personale giudiziario, sin qui mortificato per la mancata riqualificazione e per l'impossibilità di progressioni in carriera, subisce oggi la sterilizzazione di quegli aumenti già concordati in sede di contrattazione collettiva.
Sia per i magistrati, sia per il personale giudiziario, il blocco viene addirittura ad essere retroattivo, prevedendosi che per quattro anni di qui in avanti il trattamento economico complessivo non potrà essere superiore al trattamento in godimento nell'anno 2009.
La giustizia, già drasticamente colpita con il taglio degli organici del personale, il blocco del turn over e un taglio dei consumi intermedi del 30 % nel 2010 e del 42 % nel 2011, vede un'ulteriore proroga del blocco del turn over per due anni ed un ulteriore taglio del 10 %. Ciò comporta che gli uffici giudiziari dovrebbero continuare a funzionare con una riduzione effettiva che arriva quasi al 25 % del personale e con fondi che ammontano a stento al 50 % di quanto stanziato nel 2008.
Questo avviene mentre con disegni di legge come quello sulle intercettazioni telefoniche viene messa in dubbio la stessa possibilità di svolgere indagini e si creano ulteriori, ingenti problemi organizzativi agli uffici.
Il quadro si completa fino a rappresentare una vera strategia d'insieme. I cittadini debbono sapere di chi è la responsabilità se, nonostante lo sforzo di magistrati, cancellieri, avvocati, non si riuscirà a far funzionare questa macchina.
Siamo tutti consapevoli della situazione del Paese e dunque disposti a dare il nostro contributo, ma dobbiamo denunciare con forza che la manovra messa in campo è gravemente iniqua e penalizzante non solo per i magistrati, ma per il complessivo andamento della giustizia.
Prendiamo atto del positivo impegno messo in campo dalla Giunta dell'Associazione magistrati e dal Comitato intermagistrature: crediamo che l'iniziativa di pressione e protesta debba continuare e rafforzarsi, attraverso momenti di informazione della pubblica opinione sulla realtà attuale della giustizia, e con la mobilitazione generale di tutti gli operatori della giustizia.
25 maggio 2010
L'Esecutivo di Magistratura democratica