Quasitrecento magistrati hanno da pochi mesi iniziato il tirocinio. Altrettanti lostanno terminando e, tra poco più di un mese, prenderanno servizio nelle sedidi destinazione
Sitratta di un piccolo popolo di nuovi magistrati, chiamati, oggi, a confrontarsicon programmi di tirocinio non sempre adeguati alle loro aspettative e, domani,un domani davvero prossimo per alcuni di loro, ad esercitare le funzioni spessoin contesti difficili.
L’atteggiamentonei loro confronti non deve essere né l’indifferenza né l’approccio ammiccantee un po’ “clientelare” di chipromette una “protezione individuale” e l’aiuto dell’amico.
Siamoconvinti che i problemi che stanno incontrando durante il tirocinio e,soprattutto, quelli che incontreranno nelle sedi di destinazione non sonoproblemi “loro” ma problemi anche “nostri”.
Siamoconvinti che dobbiamo essere al fianco di ognuno di loro, senza favorirnenessuno.
Negliultimi anni l’attenzione degli organi di autogoverno, centrale e locali, aquesta problematica è cresciuta, ma riteniamo si debba fare di più.
Occorreindividuare strumenti operativi volti a ridurre le difficoltà che i MOT sarannochiamati a fronteggiare, ad accrescere la loro partecipazione alla vita degliuffici, a tutelare la loro indipendenza esterna ed interna, a richiamarel’attenzione dei capi degli uffici giudiziari delle sedi di destinazione sullevicende che riguardano la loro vita professionale, a stabilire controlli esanzioni che rendano effettive le prescrizioni già esistenti.
Neldocumento che si riporta di seguito e che si allega, elaborato grazie alfondamentale contributo di Ezia Maccora, Bruno Giangiacomo, Ilio Mannucci, Luca Minniti e FabioRegolo, l’esecutivo di emmedi ha selezionato alcuni problemi e individuato glistrumenti per affrontarli.
Iconsiglieri del CSM eletti in AREA hanno chiesto l’apertura di una pratica.
Aloro chiediamo di promuovere modifiche regolamentari coerenti con gli obiettiviche ci siamo proposti.
L’Esecutivo di Magistratura Democratica
Le scelte di Magistratura Democratica:
quattro priorità da sottoporre all’attenzione delConsiglio Superiore della Magistratura guardando ai Magistrati Ordinari di Tribunale
1) Primasede tabellare per i MOT aprescindere dal criterio dell’anzianità
L’attuale circolare sulle tabelle di organizzazione degliuffici giudiziari (triennio 2009/2011) contiene , in relazione all’ingresso deiMOT negli uffici giudiziari all’esito del tirocinio, una specifica previsione al punto 48 che così recita:
48.1 Imagistrati ordinari all’esito del tirocinio, oltre quanto previsto al punto39.4, in occasione del conferimento delle funzioni non possono comunque essereassegnati alle sezioni stralcio.
48.2Subito dopo la comunicazione relativa all’elenco delle sedi da assegnare aimagistrati ordinari in tirocinio, i dirigenti degli uffici interessatidispongono i concorsi interni e formulano le conseguenti proposte di variazione gabellare.
Fermi ilimiti del paragrafo 48.1, i posti che risultano vacanti all’esito di taliprocedure sono destinati ai magistrati in tirocinio e le relative proposte divariazione tabellare –la cui efficacia
resta differita alla data incui gli stessi, completato il periodo di tirocinio, prenderanno possessoall’ufficio assegnatogli –devono senza indugio essere comunicate al CSM, al CGcompetente ed ai magistrati interessati.
48.3 Taliproposte sono vincolanti e non possono essere successivamente modificate oderogate se non per gravi motivi di servizio dell’Ufficio o di salute del magistratonon altrimenti superabili. La modifica deve essere tempestivamente comunicataal CG ed al CSM che, se non la ritiene giustificata, annulla la decisione. Laviolazione di tale disposizione è segnalata ai titolari dell’azionedisciplinare.
Si tratta di una disposizione chedi norma viene richiamata nelladelibera con cui il CSM, su proposta della Nona Commissione, stabilisce divolta in volta, le Direttive relative al tirocinio dei MOT, adempiendo alleprevisioni della normativa regolamentare (D.P.R. 17.7.1998) che prevede uno stretto collegamento tra lafunzione formativa e la verifica dell’idoneità all’esercizio delle funzionigiurisdizionali. Infattiproprio all’art. 5 punto n. 2 del citato regolamento per il tirocinio si ritrova il principiogenerale sopra esposto, che è stato recepito e maggiormente specificato nelle circolari sulle tabelle che si sono susseguite nelcorso dell’ultimo decennio.
Tale previsione mantiene la suaefficacia in quanto, nelle more dell’avvio della Scuola superiore della Magistratura, il CSM ha stabilito cheal tirocinio dei MOT si applica, in quanto compatibile, la normativaregolamentare deliberata dal CSM l’11.6.1998 e recepita nel D.P.R. 17 luglio1998.
Più in generale lacircolare in tema di tabelle nel fissare i principi che devono regolamentare lamobilità interna stabilisce (39.1) che l’organizzazione dell’ufficio devefavorire una ragionata e moderata mobilità interna che, accanto allavalorizzazione delle specializzazioni, assicuri, soprattutto nella prima fasedella carriera del magistrato, la diffusione delle competenze, coerentemente aiprincipi e agli obiettivi delineati nel DOG.
Ne consegue che, fermi i divietiprevisti dalla normativa primaria, attualmente il sistema accorda una generale preferenza nella mobilità alla maggioreanzianità dei concorrenti, ed infatti la sede che viene destinata ai Motalla momento della loro prima assegnazione è solo quella che residua dopoche è stato espletato il bandointerno e che hanno operato le loro scelte i magistrati già in servizio.
Si tratta di un sistema anacronistico da superare, in quanto non valuta adeguatamente le novità positive del nuovoordinamento giudiziario (forteridimensionamento del criterio dell’anzianità, particolare attenzione allaformazione dei magistrati in tirocinio, responsabilizzazione dei dirigentidegli uffici giudiziari, maggiore discrezionalità ed un lavoro per obiettivi nel rispetto delprincipio di buona amministrazione stabilito dall’art. 97 della Costituzione).
Il punto 48 della circolare sulle tabelle, inrealtà è espressione della tentazione mai sopita di utilizzare i magistrati diprima nomina per colmare i vuoti e coprire i posti meno ambiti.
Occorre, viceversa, pervenire adun sistema in grado di soddisfare le esigenze generali dell’ufficiorispettando, nel contempo, laformazione e la crescita professionale del magistrato di prima nomina.
Scopo che si raggiunge da un lato eliminando la previsione tabellare cheobbliga il dirigente dell’ufficio ad espletare il concorso interno perindividuare le funzioni residueda destinare ai Mot dall’altro affidando al Dirigente il compito diindividuare la posizione tabellareda destinare ai MOT, tra quelle vacanti, scegliendo quelle che maggiormente rispondono ad un bilanciamento tra le esigenzegenerali dell’ufficio ed i bisogniprofessionali di coloro che fannoingresso nella giurisdizione. Valutazione che il Dirigente dovrà effettuare erendere conoscibile attraverso un provvedimento motivato soggetto allavalutazione dei CG e del CSM.
Andiamo verso un periodo disofferenza negli organici, pertanto le sedi e le funzioni scoperte saranno molteplici e consentiranno aiDirigenti di operare delle scelte.
D’altra parte la previsione dicui al punto 48 della citata circolare, sembra frutto, nel susseguirsi delle variecircolari, di un mero trascinamento di disposizioni precedenti, di fatto già oggi noncoerente con l’ultima circolare(biennio 2009-2011) che non prevede più l’obbligo per il Dirigente di pubblicare tutte le sede tabellari non coperte ma gli affida unascelta discrezionale.
Infatti “è stata introdotta, in materia di concorsi interni, laprevisione in base alla quale i Dirigenti degli Uffici sono tenuti a motivarela scelta relativa a quali posti pubblicare, in ragione delle esigenzedell’ufficio e dei posti vacanti che restano non pubblicati, dei flussi, dellependenze e del numero dei magistrati in servizio “ (così al punto L dellaRelazione del CSM)
2)Obbligo per tutti i magistrati di effettuare un rendiconto sullo stato delproprio ufficio in occasione delproprio trasferimento ed obbligo per i Dirigenti di predisporre un “Kitdi accoglienza” da consegnare ai mot
Affinché sia consentito al Dirigente dell’Ufficio Giudiziariodi effettuare tale valutazione è necessaria la conoscenza approfondita dellasituazione in cui si trovano i ruoli (penali o civili) che risultano scoperti aseguito di trasferimento delmagistrato ad altra funzione e/o sede.
Da qui l’imprescindibile necessità che in occasione del proprio trasferimento di sedee/o di funzione sia fissato dalla normativa secondaria l’obbligo per i magistrati trasferiti di predisporre una relazione scritta illustrativa dellostato in cui il ruolo sitrova e delle modalità con cui è stato gestito, da trasmettere al Presidente di Sezione o al ProcuratoreAggiunto e al Presidente delTribunale o al Procuratore della Repubblica.
Prevedere un obbligo direndiconto risponde in generale alprincipio di buona amministrazione che deve ispirare l’organizzazione degliuffici giudiziari e come tale dovrebbe essere previsto in occasione di ognitrasferimento del magistrato.
Nello specifico costituisce unostrumento che, opportunamente riscontrato e verificato, consentirebbe al Dirigente dell’ufficio giudiziariodi individuare, nel caso in cui vi siano più destinazioni tabellari possibili opiù possibili assegnazioni ai gruppi di lavoro, quella che meglio risponde a quel bilanciamento tra esigenze dell’ufficio e bisogniformativi professionali dei Mot che è stato sopra richiamato.
In ogni caso la relazione sipresenta strumento di grandeutilità sotto molteplici aspetti (responsabilizzazione, conoscenza,trasparenza).
Nel settore civile si può adesempio porre la questione delsubentro necessitato (perché nonvi sono altre posizioni tabellarivacanti) del MOT in un ruolo congelato o comunque da altri gestito, che presenta importanti problemi diorganizzazione che mal siconciliano con l’affidamento ad un magistrato che deve cominciare in autonomiaper la prima volta l’esercizio delle funzioni. Il riferimento non è solo allaquantità di cause fissate per udienza, ma al numero di esse già fissate perprecisazione delle conclusioni, alla fissazione di prove in contemporanea, etc.
Questa situazione presenta unduplice aspetto negativo: il magistrato che sa che a breve non dovrà piùgestire quel ruolo, perché trasferito, viene quasi legittimato a trascurarlo edil magistrato che vi subentra si trova in una condizione di difficoltàriorganizzativa inaccettabile, soprattutto se affidato a se stesso all’internodi un ufficio che non conosce (sipensi, ad es., alla capacità della cancelleria di supportare il suo lavororiorganizzativo del ruolo).
Introdurre, attraverso normativasecondaria, l’obbligo per ilmagistrato trasferito di apprestare una breve relazione esplicativa dellecondizione in cui il ruolo si trova, delle modalità con cui è stato sinoragestito e di tutte le problematiche ad esso inerenti, contribuisce innanzituttoa responsabilizzare gli stessi magistrati.
Occorrerà ovviamente affidare ai magistrati con compitidirettivi e semidirettivi di verificare il corretto adempimento di talefondamentale incombente, anche attraverso opportune sollecitazioni.
La relazione potrà,peraltro, essere opportunamenteutilizzata dallo stesso magistrato ai fini delle valutazioni di professionalità, nella voce“autorelazione”.
L’obbligo di rendicontocostituisce inoltre un prezioso strumento di conoscenza, oltre che per lo stesso MOT, anche per i magistrati dirigenti dell’ufficio o peril semidirettivo giudicante orequirente, in relazionealle loro competenze in tema di organizzazione sia più generali sia nello specifico (assegnazione del ruolo e della posizionetabellare o assegnazione nel gruppo di lavoro al mot) dato che avranno lapossibilità di emanare specifichedirettive, avuto riguardo a quanto esposto nella relazione, sulle modalitàdi gestione futura del ruolo in ragione delle capacità specifiche delmagistrato e di quelle complessive dell’ufficio.
Nel contempo sarò uno stimolo per gli stessi dirigenti ed unrichiamo ai loro doveri in tema diorganizzazione.
Se del caso, il dirigentedell’ufficio o della sezione potrà realizzare un riequilibrio dei ruoli nonsolo per operare sul dato numerico delle cause o dei procedimenti, ma anche perridistribuirle sotto il profilo qualitativo al fine di rendere meno gravoso illavoro iniziale del magistrato al primo incarico con le funzionigiurisdizionali; evitando laddove possibile che il Mot sia,in via esclusiva, confinato da solo nelle sezioni distaccate o nell'eserciziodi funzioni specialistiche monocratiche svolte in solitudine,eventualmente sperimentando forme di coassegnazione di un settore.
Ai Mot dovrà essere consegnata oltre a questa relazionespecifica, una sorta di Kit diaccoglienza che dovràessere predisposto dai Dirigenti degli uffici giudiziari (Presidente delTribunale/procuratore della Repubblica o presidente di sezione/procuratore aggiunto) che gli consenta diconoscere l’ufficio in cui si dovrà operare.
In particolare, dovranno essere indicati quali siano i profili organizzativi piùrilevanti del lavoro che i mot andranno a svolgere (tabelle, criteri di assegnazione degli affari,ordini di servizio di maggior interesse, predisposizione in via informatica di files costituenti i modelli usatinei diversi settori del tribunale e/o della procura, se esistono etc.), iverbali delle riunioni di cui all’art.47 quaterR.D. 12/41 tenute nell’ultimo anno o comunque quelle valutate come piùsignificative, i protocolli d’udienza eventualmente esistenti e quant’altroritenuto utile.
Più specificamente nel settore penale, a fronte del vincolo di destinazione dei mot esclusivamente alle funzioni penalicollegiali, occorre raccomandare ai presidenti di sezione di assicurare un equilibrio rispetto alla ripartizione delle sentenze tra icomponenti del collegio, che tenga conto di entrambi i parametri (quantitativo e qualitativo) per evitare uno squilibrio da un lato con l’assegnazione delle sentenze piùimpegnative, dall’altro non assegnando quelle più semplici, che il presidentepotrebbe auto assegnarsi. Per imot la questione statistica assume un senso di “garanzia”, dato cheessendo sottoposti a valutazionipiù rigorose e ravvicinate èquanto mai opportuno “garantire una serenità numerica” .
Occorre infine una attentavigilanza affinchè siano evitati atti di vero e proprio disinteresse nell’assegnazione del personaleamministrativo in assistenza e di P.G. Anche qui, è evidente la necessitàdi una opportuna via di mezzo, per non gravare troppo sui colleghi già inservizio ma senza d’altro canto rendere ancora più difficile l’inserimento deimot, a cui troppo spesso vengono “rifilati” gli assistenti peggiori (se nonnessuno).
L’esatto adempimento di questedisposizioni sarà specificamente valutato per i magistrati dirigenti degliuffici o delle sezioni nell’ambito della procedura di conferma del loroincarico o ai fini del conferimento di altri incarichi direttivi osemidirettivi.
3)Potenzialità della formazione comemomento di accoglienza e supporto ai Mot all’atto dell’assunzione dellefunzioni
Nodo cruciale nei primi anni di esercizio della giurisdizione è rappresentato dallepotenzialità insite nella formazione.
E’ indispensabile che il tirocinio c.d. mirato vengaorganizzato dai magistrati affidatari, in collaborazione con la commissioneuditori e la formazione decentrata, oltre che con il CSM, in modo tale che i profiliorganizzativi del lavoro giudiziario siano particolarmente curati e chel’attività assegnata ai magistrati in tirocinio abitui anche ad un ritmo dilavoro che progressivamente assuma le caratteristiche di quello ordinario chequegli stessi magistrati andranno di lì a poco a compiere in assolutaautonomia.
Per quel che riguarda l’attivitàsuccessiva alla presa delle funzioni si rammenta agli organi competenti che l’art.15 del Regolamento per il tirociniodegli uditori giudiziari, richiamato nelle delibere che regolano iltirocinio dei magistrati ordinari in tirocinio, come è già stato detto, varitenuto tuttora applicabile al fine di operare quel necessario sostegno aquesti magistrati di prima nomina sia dal punto di vista della formazione insede decentrata e centrale sia dal punto di vista dello svolgimento del lavorogiudiziario.
La disposizione richiamata prevede la figura del “tutor”,figura spesso dimenticata, che deve essere rilanciatapotendo rappresentare un ulteriore e prezioso strumento di supporto e di aiuto per coloro chesi affacciano alla giurisdizione. Occorre quindi introdurre delle previsioni volte a garantire la figura del tutor da individuare con largo anticipo in modo che possaacquisire informazioni e confrontarsi con gli affidatari/collaboratori deldistretto di provenienza e che sia sottoposto a verifiche. La verifica diqualità del lavoro del mot con funzioni deve essere parametro di valutazioneanche per il tutor.
Soprattuttonegli uffici requirenti, stante la deroga introdotta al generale divieto didestinazione dei mot nelle procure, è opportuno “accompagnare” il giovanecollega nei primi mesi di lavoro, attraverso un affiancamento che sia effettivoe non solo nominale con altri magistrati più anziani. Tra i compiti più qualificanti dei “tutor” vi sono i consigli e leattenzioni da riservare al m.o.t. quanto ai procedimenti con misure cautelarigià in corso e da adottare ed a quelli che richiedono le scelte operative piùdelicate (si pensi ai procedimenti relativi alle c.d. fasce deboli, alla P.A.,ai delitti di sangue), all’aiuto concreto nei processi più impegnativi, alrapporto con i giudici e con il personale amministrativo.
Ruolo centrale assume poi la formazione decentrata del luogo in cui i magistrati di primanomina sono chiamati ad esercitarele funzioni, che deve avere tra gli obiettivi della propria azionequella di offrire occasioni formative(anche tra più distretti) che consentano di affrontare i bisogniconcreti dei mot, spesso del tuttopeculiari e legate alla specificità della funzione ed al territorio in cui sono chiamati ad operare.
Particolarmente utile sarebbe ad esempio la creazionedi mailinglist (in molte sedi esistono già) per la diffusione dellagiurisprudenza, soprattutto quella attinente a materie delicate/difficili o controverse per consentire aimot di sfruttare laprofessionalità dei colleghi con maggiore esperienza, soprattutto di quelli chein uffici di grandi dimensioni hanno modo di approfondire questioni sensibili e/o nuove. Un particolare rilievo assume la tematica del diritto comunitario, settore in cui sarebbe importanteche la formazione garantisse una informazione periodica e capillare ancheattraverso una sorta dimassimazione delle pronunce più significative.
4) La valutazione di professionalità del magistrato al primo incaricocon le funzioni.
In occasione della I valutazionedi professionalità, l’autorelazione del magistrato, il rapporto del dirigentedell’ufficio ed il parere del Consiglio giudiziario devono specificamente faremergere i dati relativi al contesto lavorativo nel quale il magistrato alprimo incarico con le funzioni si è trovato ad operare; in particolare devono essere valutati: le funzioni inconcreto assegnate, il tipo di ruolo gestito e di attività svolte, leoriginarie condizioni in cui il lavoro è stato preso in carico, le attivitàposte in essere dai titolari di incarichi direttivi e/o semidirettividell’ufficio nel quale il magistrato in valutazione ha esercitato quellefunzioni, tra cui in particolare le direttive emanate, il materiale utileaffidato per la conoscenza dell’ufficio, etc.
Deve, altresì, essereattentamente valutata l’attività di formazione decentrata e di tutoraggiosvolta per il magistrato al primo incarico con le funzioni.
Tutto questo al fine dicompiutamente contestualizzare l’attività svolta da questo magistrato e renderele valutazioni dei singoli parametri effettive ed aderenti alla realtàlavorativa in cui il mot ha esercitatole sue funzioni.
Conclusione
Su tutti questi temi si esprime l’auspicio che il CSMraccolga ed elabori gli stimoli sopra esposti attraverso una risoluzione di carattere generale a salvaguardia delle esigenze professionali dei magistrati di primanomina.
L’Esecutivo di Magistratura Democratica