La pace costituisce un valore fondativo dell’ordinamento democratico interno e internazionale.
La Costituzione della Repubblica italiana, la Carta delle Nazioni Unite e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sono fondate sul ripudio della guerra e sull’impegno solenne di assicurare un futuro di pace a tutti i popoli.
Gli incombenti pericoli di guerra e l’inconciliabilità dell’uso brutale della forza con la legalità e la democrazia, nella sua dimensione sostanziale di garanzia e promozione dei diritti fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita e alla pace, impongono ai giuristi e ai giudici di ricordare che "l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Il diritto internazionale, fondato sull’ordinamento delle Nazioni Unite - che bandisce la guerra e impone agli Stati di "astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia e dall’uso della forza" - limita il diritto di difesa di uno Stato alla sola facoltà di reagire a "un attacco armato" fino a che "il Consiglio di sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale".
Ciò significa che la "guerra preventiva" è radicalmente contraria all’ordinamento internazionale, come ha pi volte affermato la Corte internazionale di giustizia, n potrebbe essere legittimata dal Consiglio di sicurezza senza tradire lo stesso ordinamento delle Nazioni Unite.
La guerra, inoltre, lungi dal poter battere il terrorismo internazionale, che attenta indiscriminatamente alla vita e alla sicurezza di tanti innocenti, produce sofferenze e alimenta odio che costituiscono il terreno pi fertile per la violenza terroristica.
Il terrorismo, come proprio la storia italiana ha dimostrato, può essere battuto soltanto dal diritto e dalla politica, cioè dalla scoperta e dalla cattura dei responsabili, in un quadro di forte collaborazione internazionale, e dalla capacità dei governi di farsi carico delle sue cause politiche, economiche e culturali.
Sono temi centrali nella riflessione e nell’azione di tutti i democratici e particolarmente di chi opera quotidianamente con il diritto e per i diritti. E’ questo il terreno proprio dei giuristi. Contrapporre alla mera forza il diritto e i diritti dei popoli e delle persone, su una base di pari dignità, è stata l’idea che ha fatto progredire il mondo lungo il cammino della pace, con la creazione e lo sviluppo delle Nazioni Unite e la nascita delle Corti internazionali di giustizia. E’ un processo che i giuristi debbono contribuire a rendere irreversibile.
mozione approvata dal XIV Congresso nazionale di Md "La forza dei diritti", tenutosi a Roma dal 23 al 26 gennaio 2003