Il Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione ha deciso dopo una sofferta
riunione di proclamare lo sciopero dei magistrati per il prossimo 20 giugno,
rinviandolo dalla data originaria del 6 giugno, con un’esplicita richiesta di
stralcio di alcune parti del disegno di legge sull’ordinamento giudiziario.
Come è noto il Ministro ha aperto un confronto sul testo della legge delega.
Se il metodo utilizzato è stato apprezzabile, i risultati delle correzioni che
sono state proposte sono rimasti del tutto deludenti, non mutando in alcun modo
l’impianto generale della legge. La scuola rimane fuori dal circuito dell’autogoverno;
rimane la partecipazione di esponenti designati dai Consigli regionali ai Consigli
giudiziari ed una prevalenza dei componenti laici nei 18 distretti pi piccoli;
permane il duplice sistema di accesso alla Cassazione con una riserva di metà
dei posti ai vincitori di un concorso per titoli ed esami; rimane l’indennità
di funzione per i magistrati in servizio presso la Cassazione; rimane una delega
del tutto generica in materia di responsabilità disciplinare; rimane un’incompatibilità
estremamente ampia per il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti
e viceversa sia a livello territoriale ( oltre il distretto), sia temporale
( dieci anni, limitati a 4 per i magistrati di prima nomina).
Le correzioni significative proposte dal Ministro si sono in sostanza limitate
a rendere autonoma la istituenda Scuola della magistratura rinunciando ad incardinarla
presso la Corte di cassazione, a eliminare l’incostituzionale ingerenza del
Ministro nella nomina delle varie commissioni, nell’avere aumentato da tre a
cinque (su nove) i componenti togati nei distretti con oltre 350 magistrati
e nell’avere escluso che i laici partecipino alle deliberazioni dei Consigli
Giudiziari riguardanti lo status dei magistrati.
La valutazione di tali modifiche è stata unanimemente ritenuta come del tutto
insufficiente. A ciò va aggiunto un quadro generale del tutto preoccupante per
i continui attacchi denigratori contro i magistrati da parte di esponenti di
rilievo del governo, per la trattazione in Parlamento di disegni di legge (quale
il progetto c.d. Anedda) che stravolgono il processo penale, mettendo una pietra
tombale su qualsiasi ipotesi di rapida durata, per l’assenza di qualsiasi progetto
per l’efficienza del sistema giustizia. I dubbi sull’affidabilità degli interlocutori
sono stati poi ulteriormente aumentati dall’essersi rimangiati, in sede di tavolo
tecnico, gli impegni già presi sulla perequazione retributiva con le altre magistrature
da parte del Ministro della Giustzia e dello stesso Presidente del Consiglio.
A fronte di ciò è sorprendente che nel C.D.C. di sabato siamo stati i soli
come Magistratura Democratica (poi appoggiati dal Movimento per la Giustizia)
a presentare un documento con la chiara proposta di confermare lo sciopero del
6 giugno. Questa era a nostro avviso la evidente conseguenza dell’assemblea
nazionale del 20 aprile, delle assemblee sezionali e della permanenza delle
ragioni che avevano portato alla scelta dello sciopero. Magistratura Indipendente
ha proposto la sospensione sine die dello sciopero con una riconvocazione a
luglio del C.D.C., Unità per la costituzione invece il rinvio a data da indicarsi.
E’ parso subito evidente che Magistratura Indipendente, tradendo gli impegni
presi, non aveva alcuna intenzione di fare lo sciopero n il 6 giugno, n in
date successive. Solo l’univoco orientamento delle assemblee sezionali e gli
interventi dei Presidenti delle sezioni locali hanno portato Unità per la Costituzione
ad uscire dall’ambiguità e a proporre un rinvio al 4 luglio. Alla fine si è
giunti ad una proposta comune di M.D. ed Unicost che propone la proclamazione
al 20 giugno, con un rinvio della data dal 6 giugno, chiedendo lo stralcio di
alcuni punti del disegno di legge sull’ordinamento giudiziario.
La proposta è stata approvata con 20 voti favorevoli e 7 contrari. Oltre a
Magistratura Indipendente votavano contro la proposta i due esponenti del Movimento
per la Giustizia che volevano mantenere la data del 6 giugno. Tale voto ci appare
francamente incomprensibile in quanto una volta verificata l’impossibilità di
un’intesa che rendesse praticabile la conferma dello sciopero il 6 giugno, votare
contro la data del 20 giugno significava semplicemente votare contro lo sciopero.
All’esito di tale voto Patrono si è dimesso da Presidente dell’Associazione
non condividendo la strategia adottata (pur dichiarando che aderirà allo sciopero
ed inviterà i colleghi ad aderirvi) e Magistratura Indipendente è uscita dalla
Giunta dell’Associazione. La gravità di una tale decisione in un momento delicato
come il presente, tradendo la delibera dell’assemblea del 20 aprile e gli impegni
presi, è enorme.
Una nuova Giunta con Presidente Edmondo Bruti Liberati è stata immediatamente
eletta. Le scelte ormai sono state fatte e lo sciopero è ornai una scelta ineludibile
che solo circostanze eccezionali (e congrui risultati) potranno portarci a non
fare.
Occorre preparare da oggi in ogni ufficio lo sciopero con la chiarezza che
è un momento cruciale per la magistratura e che un suo insuccesso segnerebbe
per tutti noi una svolta di non ritorno.
Prepariamo insieme lo sciopero del 20 giugno.
Buon lavoro a tutti
Milano, 26 maggio 2002
Claudio Castelli