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Il libro bianco sul "disservizio" giustizia

Associazione
Nazionale Magistrati

LIBRO BIANCO SUL
DISSERVIZIO GIUSTIZIA

Giustizia
Più Efficiente
E
Indipendenza
Della Magistratura

A
Garanzia Dei Cittadini

17 GENNAIO 2004
INAUGURAZIONE ANNO
GIUDIZIARIO

"La giustizia deve efficacemente tutelare i
diritti dei cittadini. Oggi è lenta ed inadeguata. Migliorarla
vuol dire riorganizzarla e darle risorse per funzionare: è ciò
che il Ministro della Giustizia dovrebbe fare e non fa.
" Così
iniziava il manifesto dell’Anm per l’inaugurazione
dell’anno giudiziario 2003.

Ad un anno di distanza
la situazione è ulteriormente peggiorata.


  1. Con la finanziaria 2004 non vi saranno le
    risorse minime indispensabili per il servizio, dalle fotocopie alla
    verbalizzazione. Mancheranno oltre 90 milioni di euro per la
    gestione e l’innovazione nel settore informatico; la
    sperimentazione del processo telematico non potrà decollare.
  2. Le carenze nel personale amministrativo hanno
    raggiunto l’11%. Mancano 1058 magistrati. Per due anni e mezzo
    il Ministro non ha bandito i concorsi; ora ha annunziato che
    provvederà, ma senza indicazioni sui tempi.

  3. E’ stata abbandonata ogni
    prospettiva di revisione delle circoscrizioni giudiziarie.

L’impegno essenziale del
Ministro della Giustizia nel 2003 è stato per una riforma
dell’ordinamento giudiziario che condiziona l’indipendenza
dei magistrati, non è idonea ad assicurare una migliore
funzionalità del servizio, né una magistratura
professionalmente qualificata. L’Anm ha avanzato precise
proposte che non sono state prese in alcuna considerazione.

Solo se l’indipendenza dei
giudici e dei pubblici ministeri è garantita, come vuole la
Costituzione, la legge è uguale per tutti. L’Anm esprime
il più vivo allarme per la proposta in discussione: l’attacco
è portato non ai magistrati, ma alla giurisdizione e dunque
alla tutela dei diritti dei cittadini.

Associazione
Nazionale Magistrati

GIUSTIZIA
PIÙ EFFICIENTE
E
INDIPENDENZA DELLA
MAGISTRATURA

A GARANZIA DEI CITTADINI

Le cerimonie di inaugurazione dell’anno
giudiziario intervengono quest’anno mentre il Senato è
alle prese con la riforma dell’ordinamento. Molteplici sono le
manifestazione della crisi, ma “il problema centrale della
nostra giustizia è e rimane quello della durata eccessiva dei
processi”, come ha sottolineato più volte il Presidente
Ciampi. Nella stessa linea si è posta la relazione del P.G.
della Cassazione Favara: “La giustizia … è in
crisi soprattutto a causa della sua scarsa efficienza e della durata
eccessiva dei processi
”. Ma non si tratta un fenomeno
naturale ineluttabile ed imperscrutabile, non è un problema
irresolubile. Se i tempi della giustizia civile rimangono troppo
lunghi, i dati dimostrano che opportune riforme legislative
accompagnate dall’impegno dei magistrati e di tutti gli
operatori di giustizia hanno consentito di invertire la tendenza ed
ormai da qualche anno si sta recuperando l’arretrato e non se
ne crea di nuovo poiché i procedimenti esauriti superano le
sopravvenienze. Rimane più grave la situazione del penale,
anche se vi è “almeno un aspetto positivo: la
accentuata riduzione del numero dei detenuti in custodia cautelare
rispetto ai definitivi
”;opportunamente il PG Favara ha
indicato la esigenza di riforme che, senza incidere in alcun modo
sulle garanzie, intervengano su alcuni punti cruciali. Si tratta di
introdurre “meccanismi di selezione, di natura normativa o
organizzativa
” e di esercitare “un più
rigoroso controllo sulla ammissibilità dei ricorsi
”;
senza meccanismi di selezione, che esistono per tutte le altre Corti
supreme, è impossibile restituire alla Corte di Cassazione il
suo ruolo di nomofilachia. Si tratta di intervenire sulla
prescrizione, poiché l’attuale regime “crea un
circolo vizioso: la prospettiva della prescrizione invoglia a
tattiche dilatorie
”. La prescrizione in corso di
procedimento deve tornare ad essere evento del tutto eccezionale.
L’avvocatura non può eludere questo punto essenziale.
E’ indubbio che il difensore ha il dovere professionale di
indicare al suo cliente la prospettiva della prescrizione, ma il
legislatore deve intervenire per rompere il “circolo vizioso”,
affinché vi sia non difesa dal processo, ma difesa nel
processo.
Se dunque è necessario
intervenire sul processo, tuttavia il PG Favara giustamente richiama
la magistratura ad assumere una “ cultura della
responsabilità, per quanto riguarda l’andamento e i
risultati del servizio giudiziario
”. E’ un appello
che la l’ANM fa proprio. Siamo coscienti che non tutti i
magistrati sono pienamente all’altezza del loro difficile
compito, invitiamo tutti i colleghi ad impegnarsi sempre di più
in qualità e quantità di decisioni di giustizia. Ma
abbiamo il dovere di dire senza attenuazioni, abbiamo il dovere di
“gridare dai tetti” che, nonostante l’impegno e
l’abnegazione quotidiani della stragrande maggioranza dei
magistrati italiani, nella attuale situazione non è possibile
rendere un servizio giustizia di qualità.
Non poteva mancare nella relazione
del P.G. un riferimento, che è stato posto in termini molto
netti, alle “polemiche, spesso aspre, che hanno preso a
spunto anche determinate vicende giudiziarie per muovere accuse
all’intera magistratura e al sistema nel suo insieme. Tali
polemiche si sono poi fortunatamente stemperate, grazie anche
all’atteggiamento pacato e responsabile dei magistrati e alla
giusta valutazione che ne ha fatto l’opinione pubblica.

E’ un autorevole riconoscimento che il problema non è
quello, come spesso si dice, di abbassare i toni da entrambe le
parti, perché gli attacchi sono stati a senso unico.
Il P.G. ha dato atto della “forte
apprensione suscitata tra i magistrati
” dalla proposta
governativa di riforma dell’ordinamento giudiziario e ha posto
alcune questioni di fondo.
Precludere al giudice, o
limitare, come da qualche parte si è proposto, la facoltà
di interpretare la legge è antistorico

Il ripristino della carriera attraverso il
meccanismo dei concorsi incontra non solo la critica , secondo taluno
“corporativa dell’Anm, ma anche quella del secondo
magistrato d’Italia (oltre che, lo rammentiamo del Csm, della
sezione Anm Cassazione e del gruppo consultivo della Cassazione).
Eventuali strutture gerarchiche di stampo burocratico non
sarebbero coerenti con i principi costituzionali ed è assai
dubbio che risultino adeguate allo scopo perseguito.

Sulla questione della posizione ordinamentale del
Pm , il PG Favara si esprime “per una più chiara
separazione delle funzioni, nel rispetto tuttavia dell’indipendenza
dell’ordine giudiziario
” aggiungendo che “Il
passaggio dall’una all’altra funzione necessita tuttavia
di una disciplina più rigorosa e puntuale, volta ad evitare (e
il C.S.M. si è già mostrato sensibile sul punto) che il
mutamento di ruolo processuale nella stessa sede possa incidere
negativamente – anche nella percezione esterna – sulla
credibilità della funzione e sull’immagine
d’imparzialità. Va evitato, peraltro, che l’eccessiva
estensione delle preclusioni mini l’effettiva comunanza
culturale di tutti gli appartenenti alla magistratura.

Si tratta di posizioni sulle quali
vi è piena consonanza da parte dell’Anm, che da un anno
e mezzo, accanto alle valutazioni critiche sulla proposta governativa
di riforma dell’ordinamento giudiziario, ha avanzato proposte
in positivo in particolare sulla questione fondamentale per la
qualità della giustizia, della valutazione della
professionalità dei magistrati, portandole alla attenzione del
Ministro, degli operatori della giustizia, degli studiosi di diritto
e della opinione pubblica.
In questi ultimi mesi l’Anm,
proseguendo nella linea di confronto e di dialogo costantemente
tenuta, ha rappresentato in pubbliche assemblee ed in incontri con
tutte le forze politiche e i gruppi parlamentari le proprie
osservazioni e proposte sul testo approvato dalla Commissione
giustizia del Senato.
Il Senato, all’esito di una
trattazione rapidissima e con tempi contingentati, ha approvato, con
modificazioni del tutto marginali, aspetti fondamentali della
proposta di legge ed in particolare il sistema dei concorsi e la
separazione dell’accesso per giudici e pm; alla ripresa dei
lavori parlamentari il Senato dovrà affrontare il nodo
fondamentale dell’assetto del Pm e del sistema disciplinare.
All’esito dell’incontro del 14 gennaio
con il Ministro Castelli, l’Anm deve prendere atto, con estremo
rammarico e con accentuato allarme, di un atteggiamento di totale
chiusura da parte del Ministro della Giustizia, che non ha preso e
non intende prendere in considerazione alcuna le nostre proposte e le
nostre osservazioni. Il Senato si appresta a varare un sistema che
non è idoneo ad assicurare né una migliore funzionalità
ed efficienza del servizio-giustizia né una magistratura
professionalmente più qualificata. Al contrario si darebbe
vita ad una organizzazione giudiziaria assurda ed ingestibile,
incapace di rispondere in tempi ragionevoli alle domande di giustizia
della collettività.
Riforma dell’ordinamento
giudiziario e problemi della efficienza del servizio sono oggi al
centro dell’attenzione generale in questa giornata inaugurale
dell’anno giudiziario 2004. L’Associazione Nazionale
Magistrati avrà un importante ulteriore momento di valutazione
ed approfondimento nel XXVII Congresso Nazionale che si terrà
a Venezia dal 5 all’8 febbraio 2004 sul tema: “Giustizia
più efficiente e Indipendenza della magistratura a garanzia
dei cittadini”.

Il comitato direttivo centrale,
convocato al termine del congresso, adotterà le decisioni
necessarie.
Sin d’ora nelle pagine che
seguono proponiamo un “libro bianco” sulle disfunzioni
nel servizio giustizia. Non si tratta di un documento completo e
esaustivo, ma della tappa iniziale di una rilevazione che vogliamo
condurre in modo approfondito nel corso di questo anno 2004. La
situazione che già emerge desta la massima preoccupazione.
Il testo costituisce una sintesi
redatta sulla base delle relazioni che ci sono pervenute dalle
sezioni e sottosezioni dell’Anm; siamo grati ai colleghi per i
loro preziosi contributi.

(I contributi delle singole sezioni si raggiungono attraverso i link collocati qui a destra)


Indirizzo:
http://old.magistraturademocratica.it/platform/2004/01/17/il-libro-bianco-sul-disservizio-giustizia