Fra una settimana saremo chiamati a votare sui quattro referendum in materia di procreazione assistita.
Magistratura democratica riafferma che le disposizioni sottoposte al voto popolare dettano una morale di Stato, rigidamente prescrittiva e con forti profili di incostituzionalità. Esse riducono la soggettività a biologia, non riconoscono la pluralità dei modelli familiari e il principio di autodeterminazione e impediscono che legami di affetto e solidarietà prendano consapevolmente il posto di legami di sangue.
Il divieto di ricerca -esteso persino agli embrioni destinati a rimanere congelati- limita la libertà della scienza e quella salute che è ad un tempo un diritto costituzionale della persona e un interesse primario della collettività.
Nel denunciare le evidenti distorsioni di un'informazione pubblica che appare più attenta alle ragioni di una prepotente campagna astensionista -condotta persino da alte cariche dello Stato- che ad una corretta e completa informazione dei cittadini, confermiamo contro ogni fondamentalismo il nostro impegno a favore della più ampia partecipazione al voto quale occasione di confronto e crescita di tutta la collettività nazionale.
Roma, 4 giugno 2005
Il Segretario - Ignazio J. Patrone
Il Presidente - Franco Ippolito