[Area] R: Area sul sistema delle valutazioni di professionalità e sulle nomine

riviezzo.ciro a virgilio.it riviezzo.ciro a virgilio.it
Mar 20 Set 2016 17:54:13 CEST


Certamente il tema delle
valutazioni di professionalità è centrale. C’è un palese tentativo in atto dei gruppi
più retrivi di svalutare l’importanza delle valutazioni di professionalità
intermedie per due motivi: “rassicurare” i colleghi in ottica clientelare e
“sindacale”, cercando facili consensi; lasciarsi le mani libere nei momenti di
selezione degli incarichi vari, perché in assenza di elementi certi le scelte possono
essere arbitrarie e rispondere a logiche di appartenenza o di scambio. I pareri
nei momenti del conferimento di incarichi particolari diventano piatti e omologanti
(chiunque ha esperienza di consigli giudiziari sa che si lotta sulla base di aggettivi
più o meno  iperbolici, spesso tra eccezionale e straordinario), se non si
possono riempire di contenuti e di dati sulla base dei pareri periodici. Ed è in questi
momenti “neutri” della carriera che è più semplice  mettere in evidenza le caratteristiche
precipue del singolo magistrato, che serviranno poi per le successive scelte
dell’autogoverno. Pertanto la semplificazione delle procedure (ben possibile)
non può significare semplificazione dei contenuti, come molti vorrebbero. Bene, quindi, insistere sulle
fonti di conoscenza ed ampliarle, bene prevedere meccanismi di controllo del
lavoro dei dirigenti, costringendoli a evidenziare le  caratteristiche specifiche dei magistrati
dell’ufficio. 

Ma soprattutto, al di là delle
riforme, forte deve esser l’impegno all’interno dei Consigli Giudiziari e del
Consiglio Superiore, pur a legislazione, primaria e secondaria, immutata, per
evitare la standardizzazione dei pareri intermedi e pretendere che siano seri e
specifici. Evitando una deriva "lassista" che spesso si intravede e rinnovando la tensione ideale su questo tema. E' una questione su cui è bene che i gruppi si dividano ed
evidenzino con chiarezza e senza ambiguità le loro posizioni.

Ultima notazione sulla presenza
degli avvocati nei C.G. : l’esperienza concreta mi sembra dimostri che molti
dei pericoli paventati non sono reali, e che anzi il problema è dell’assenza di
fatto, o almeno della poca presenza, 
della componente forense nel lavoro dei C.G. . Coinvolgerli di più nelle
scelte importanti può essere uno stimolo a collaborare di più e meglio.
Ciro Riviezzo



----Messaggio originale----

Da: "Coordinamento Area" <coordinamentoarea a gmail.com>

Data: 18-set-2016 8.58 PM

A: <area a areaperta.it>

Ogg: [Area] Area sul sistema delle valutazioni di professionalità e sulle nomine




Il tema delle valutazioni di professionalità, su cui è in corso un interessante e partecipato dibattito sulle liste,  è di tale importanza per la  magistratura da richiedere una discussione ampia, serena e senza pregiudizi e la capacità di ciascuno di confrontarsi  in modo costruttivo.Con questo spirito intendiamo perciò fornire il nostro contributo. Riteniamo che l’attuale sistema di valutazione di professionalità debba essere migliorato e sotto questo profilo, appaiono apprezzabili alcune proposte della Commissione Vietti:- mantenimento della scansione quadriennale, con previsione di ulteriori momenti di valutazione anche oltre la VII;- accorpamento dei parametri diligenza ed impegno;- arricchimento delle statistiche di elementi qualitativi (con riferimento alla tipologia degli affari e dei provvedimenti adottati);- introduzione del principio di autonomia tra i procedimenti disciplinari e le valutazioni di professionalità;- semplificazione delle procedure relative ai pareri (intermedi)  di professionalità, nei casi in cui all' esito di “adeguato” il Consiglio Giudiziario sia giunto all'unanimità.  Riteniamo invece che debba essere avviata una riflessione attenta e scevra da pregiudizio con riferimento alla ventilata abrogazione dell’art. 16 d.lgs. del 2006 sui Consigli giudiziari, che oggi esclude la partecipazione degli avvocati alle valutazioni di professionalità. Se è vero infatti che all' autogoverno centrale partecipano i componenti laici, è anche vero che a livello locale occorre evitare  indebite intromissioni ed interferenze inopportune, atte ad incidere sulla indipendenza dei magistrati.La riflessione dovrebbe piuttosto declinarsi sul tema della possibile integrazione delle fonti di conoscenza e sulla opportunità di introdurre tra queste le segnalazioni di fatti specifici provenienti dall’Ufficio giudicante o requirente corrispondente e dall’Ufficio competente per le impugnazioni. Già oggi, peraltro, il sistema prevede segnalazioni per fatti specifici da  parte dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati. Per questo appare apprezzabile  che l'emendamento inizialmente proposto da alcuni consiglieri di Area sia stato sostituito per iniziativa degli stessi consiglieri da un altro che ha poi ricevuto il voto dell'intero plenum. Nel testo approvato (con un solo voto contrario ed un  astenuto), infatti, si conferma la necessità di approfondire il  tema dell'allargamento delle fonti di conoscenza in materia di valutazioni di professionalità, impegnando sul punto la IV commissione Riteniamo che l’attuale sistema di valutazione di professionalità debba essere migliorato anche introducendo meccanismi che consentano di valorizzare i rapporti dei dirigenti come elementi di valutazione della loro professionalità. Pensiamo ad esempio che si debba prevedere l’inserimento nel fascicolo personale dei dirigenti dei rapporti che i Consigli Giudiziari o il CSM dovessero valutare carenti e inadeguati.  In altre parole: ci sembra giunta l’ora di censurare quei dirigenti che fondano i propri rapporti su vuote formule tipo “… ottenendo risultati più che lusinghieri”, senza analizzare, come invece dovrebbero fare, “i concreti risultati conseguiti  e comprovati da adeguata documentazione”.Sotto il medesimo profilo riteniamo utile anche l’introduzione, in vista della conferma quadriennale o di  che li riguardino, il prelevamento a campione dei rapporti di professionalità predisposti dai dirigenti.Occorre, in definitiva , costruire una cultura della valutazione, evitando di dare valore a “titoli” astratti, per verificare le concrete ed effettive modalità con cui ogni incarico o funzione sono stati svolti, spostando il baricentro delle valutazioni da che cosa hanno fatto i candidati a come lo hanno fatto e con quali risultati.Aggiungiamo che per restituire trasparenza al sistema delle nomine sarebbe necessaria la più ampia pubblicità degli atti, rendendo accessibili a tutti , nella loro completezza, le pratiche relative all’attribuzione di incarichi direttivi, alle nomine in Cassazione, alle nomine dei componenti delle Commissioni di concorso. Al fine di salvaguardare la privacy appare sufficiente prevedere la possibilità di formulare singole, esplicite e motivate richieste di segretazione da parte dei candidati, limitate a singole parti di atti e documenti che riguardino questioni di salute, familiari o simili (gli unici aspetti che meritano tutela sotto il profilo della privacy). Per il resto, trattandosi di attività svolte nell’esercizio delle proprie pubbliche funzioni, parlare di privacy appare un fuor d’opera.Area è l'unico gruppo ad essersi speso in tal senso, proponendo un emendamento apposito che è stato bocciato da tutte le altre componenti.Infine riteniamo che, in vista delle valutazioni dei dirigenti, sia giunto il momento di dare spazio e voce anche ai magistrati che hanno vissuto a contatto con il magistrato in valutazione, ovvero a quelli che lavorano nell’ufficio che un magistrato aspira a dirigere.Anche su questo il Gruppo di Area è l’unico ad averci provato, trovando l’opposizione di tutti gli altri Gruppi.È possibile – infatti - individuare alcuni momenti in cui introdurre questa forma di partecipazione diretta all’autogoverno, prevedendo la possibilità di presentare segnalazioni su fatti specifici e osservazioni su circostanze concrete (ovviamente non meri apprezzamenti positivi o negativi).Ciò può avvenire in particolare:- in sede di conferma quadriennale, poiché non ha senso chiedere al dirigente un resoconto dell'attività svolta, dei risultati raggiunti e delle buone prassi introdotte e applicate, se poi non viene data la possibilità ai magistrati dell'ufficio di dire la loro. Non  ha neppure senso chiedere al dirigente di stilare un documento programmatico per il successivo quadriennio, se poi non viene data la possibilità ai magistrati dell’Ufficio di valutarne la fattibilità. Non si tratta di dare un voto al progetto, ma di segnalare fatti e circostanze che lo rendono adeguato o non adeguato.- alla fine del mandato dirigenziale o in occasione di nuove domande per posti direttivi da parte di chi è già dirigente, arricchendo le fonti di conoscenza anche con le segnalazioni dei magistrati che hanno lavorato a stretto contatto col dirigente, giovandosi delle sue capacità o subendo le conseguenze negative della sua incapacità; ancora una volta non una pagellina, ma la segnalazione di fatti specifici ed elementi concreti sul modo in cui quel  magistrato ha fatto il dirigente.- in occasione delle nomine dei direttivi, quando l’aspirante dirigente è chiamato a presentare le proprie proposte organizzative per l’Ufficio.  Quale migliore occasione, infatti, per rendere quelle proposte conoscibili ai magistrati che dovranno attuarle. Perché non consentire a quei magistrati di fare valutazioni sulla correttezza dell’analisi e/o sulla fattibilità delle proposte di coloro che aspirano a dirigerli.Si  tratta di argomenti tutt'altro che semplici, sui quali è necessario discutere tutti assieme, senza pregiudizi e senza secondi fini . Soprattutto senza semplificazioni e battute ad effetto che non mirano a fornire un apporto costruttivo, ma solo a raccogliere facili consensi.Il Coordinamento nazionale di Area




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