[Area] Il nuovo Regolamento del CSM

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Mar 27 Set 2016 10:51:11 CEST


Ieri  il plenum ha approvato il nuovo regolamento del CSM. 
E’ la conclusione di un lungo percorso, iniziato nel giugno dello scorso anno quando è stata approvata una risoluzione preliminare per la modifica del regolamento.
Quasi un anno e mezzo di lavoro svolto - unitariamente -  dalla seconda  commissione, accompagnato da una doverosa interlocuzione continua con il Quirinale.
Il lavoro si è poi concluso con un confronto serrato e molto fruttuoso, nel corso di ben sette  plenum delle due settimane precedenti, per l’esame di circa 70 emendamenti.
Dopo la pubblicazione nella gazzetta ufficiale del decreto del Presidente della Repubblica entrerà in vigore un Regolamento di riscrittura di un testo novellato l’ultima volta quasi trent’anni fa.
 
Lo spirito con il quale abbiamo affrontato questo impegno è stato quello della massima collaborazione istituzionale, aperti ad ogni contributo anche critico, consapevoli della difficoltà  ma anche della necessità di proseguire nel percorso di autoriforma che, con lo stesso atteggiamento, ci aveva portati a dare il nostro contributo nell’approvazione del testo unico della dirigenza, nella nuova disciplina del collocamento fuori ruolo, nell’importante parere su magistrati e politica.
 
Il nuovo regolamento è stato in primo luogo un lavoro imponente(consta di novanta articoli). La stratificazione di numerose proposte di singole proposte normative nel corso delle precedenti consiliature, aveva di fatto bloccato ogni tentativo di seria modifica. 
La strada seguita è stata quella della riscrittura del regolamento in un quadro generale ispirato a coerenza e sistematicità.
Riscrittura che ha dovuto tener conto dei limiti di normazione primaria e anche del concorso non solo di varie sensibilità in Consiglio, ma anche delle istituzioni coinvolte,    in primo luogo la presidenza della Repubblica.  A questo riguardo occorre tener presente quella dell’assenso sulle nuove disposizioni regolamentari è l’unica prerogativa che il Presidente della Repubblica conserva per sé e non delega al Vicepresidente . 
 
Il nuovo regolamento ha soprattutto inciso, con scelte equilibrate ma, al tempo stesso “coraggiose” rispetto alla situazione precedente e nel delicato contesto istituzionale già descritto,  su tre aspetti.
 
La collegialità, ovvero la centralità del plenum vista non già come contrapposizione al comitato di presidenza, ma come un circuito virtuoso che definisce i poteri di direzione e di impulso di quest’ultimo, per il funzionamento, e dunque, nel raccordo finale, dell’organo delineato  dal Costituente: Il Consiglio Superiore della Magistratura.
In questa collegialità è importante sottolineare anche poteri di impulso e/o richiesta di verifica del singolo consigliere
 
Una maggiore trasparenza dei meccanismi decisionali, necessaria per rendere leggibili i vari snodi della complessa attività del Consiglio, trasparenza interna e, con l’ovvia tutela della riservatezza nei casi previsti, anche apertura all’esterno con meccanismi di pubblicità adeguati al tipo di attività. 
 
Una maggiore efficienza del nostro lavoro, che passa attraverso la riformulazione di alcune modalità di formazione della volontà consiliare, talvolta rallentata da meccanismi che spesso hanno ingenerato le critiche al funzionamento del Consiglio. 
 
Segnaliamo, a titolo esemplificativo, le nuove disposizioni che seguono.
In primo luogo alcune innovazioni quali:
- la pubblicità degli ordini del giorno e dei verbali delle riunioni del Comitato di Presidenza; il diritto di ciascun componente di chiedere di partecipare a quelle riunioni e di chiedere il riesame delle relative determinazioni; 
- il diritto di ogni consigliere di prendere visione delle iscrizioni nel protocollo riservato e di chiederne lo spostamento al protocollo ordinario; 
- la delegabilità di compiti definitori dal Consiglio alle singole Commissioni; la necessità che tutti gli atti consiliari rispondano a criteri semplificazione e riordino in testi unici; 
- la possibile pubblicità delle sedute delle Commissioni, con particolare favore per la pubblicità di quelle della Terza e della Quinta Commissione con riferimento alle procedure di nomina; 
-la piena pubblicazione dei resoconti delle attività dell’Assemblea plenaria nel portale unico istituzionale, in via di completamento.
 
In secondo luogo alcune modifiche che sono state apportate rispetto all’attuale testo regolamentare: 
- l’attribuzione di un diretto potere di proposta o di interlocuzione della Terza Commissione per la nomina dei magistrati della struttura di segreteria (oggi nominati su proposta del Comitato di Presidenza); 
- il coinvolgimento del Plenum nel meccanismo di ‘tabellarizzazione’ della Sezione disciplinare (oggi non previsto, essendo riservata al solo Vicepresidente l’emissione del relativo decreto; è una disposizione  su cui, in dissenso con chi poi si è astenuto,  abbiamo molto insistito perché non è solo espressione della centralità del plenum ma anche di trasparenza e predeterminazione del “giudice naturale” ); 
- la programmazione delle attività del Plenum, con la previsione di una necessaria interlocuzione del Vicepresidente con tutti i Presidenti delle Commissioni (programmazione oggi lasciata alla libera iniziativa); 
- l’apertura del Consiglio ai rapporti di collaborazione con organismi di governo autonomo europei ed internazionali e con istituzioni e organi giurisdizionali stranieri per promuovere la cultura giuridica europea ed internazionale di tutti i magistrati (apertura oggi regolata solo da singole delibere consiliari).
 
Tra le innovazioni vogliamo qui segnalare quella relativa alle cosiddette “nomine a pacchetto”, vale a dire le deliberazioni che, nel caso di nomine per più posti, portavano ad un voto in blocco tra varie proposte, impedendo di scegliere tra i singoli candidati  e provocando fenomeni di distorsione legati ad accordi preventivi.
Abbiamo fortemente voluto la soluzione adottata che prevede un voto separato su ogni singolo posto e la possibilità di votare liberamente in Plenum, con il sistema del ballottaggio, sui nominativi posti in contrapposizione, quand’anche oggetto di una o più proposte alternative presentate da singoli consiglieri direttamente durante la seduta del Consiglio.
Un soluzione che oltre a porre fine alle nomine a pacchetto, conferma la nostra propensione alla piena centralità del plenum ed alla piena trasparenza rispetto ad altre soluzioni che, richiedendo il ritorno in commissione per proposte contrapposte, avrebbero riproposto antichi mali.
Con la soluzione adottata le scelte avvengono pubblicamente, in plenum, su ogni singolo candidato. E ciascuno dovrà assumersi la responsabilità delle scelte.
 
Segnaliamo anche l’introduzione di una norma che consente a ciascun consigliere di presentare in Plenum proposte alternative a quelle, in materia di nomina dei semidirettivi, formulate dalla Quinta Commissione (possibilità introdotta con un emendamento dei consiglieri di Area); norma che ancora una volta mira a responsabilizzare le scelte ed il voto in plenum di ciascun consigliere, fermo il prezioso lavoro istruttorio e di proposta della commissione competente. Analogo potere non è stato possibile introdurre per le nomine dei direttivi solo per la presenza di un preciso vincolo ostativo di legislazione primaria.
 
Vogliamo sottolineare lo spirito con cui abbiamo inteso fornire il nostro contributo alla elaborazione ed alla approvazione finale del nuovo: come ogni opera di riforma complessiva rimessa all’approvazione di organi collegiali, non ci sfugge che ciascun consigliere e noi stessi avremmo voluto scrivere questa o quella norma in modo diverso. Ma all’esito di un confronto ampio, meditato ed effettivo, che ha consentito di ottenere  un migliore risultato grazie all’apporto di tutte le componenti consiliari, il nuovo regolamento, che riscrive quello in vigore da ben trent’anni, contiene rilevantissime modifiche ed innovazioni nel segno della collegialità, trasparenza, efficienza.
L’alternativa era quella di lasciare tutto come prima.
 
Abbiamo dunque scelto, senza riserve e con orgoglio, di contribuire alla sua approvazione e di scrivere così una ulteriore pagina dell’ autoriforma del Consiglio Superiore. Si sa, l’ottimo è nemico del bene, e le riforme necessitano di una costante e faticosa opera di ascolto e di mediazione che, in questo caso ha prodotto un risultato di alto profilo istituzionale. 
Ora ci attende la sfida più importante: quella di far vivere il regolamento secondo le intenzioni che ne hanno accompagnato la gestazione.

I Consiglieri di Area 
 
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