[Area] Area sulle valutazioni di professionalità

Coordinamento Area coordinamentoarea a gmail.com
Mer 12 Ott 2016 13:43:32 CEST


*Destano  preoccupazione le parole pronunciate dal  Ministro Orlando al
Congresso Nazionale Forense**,** in relazione  alle annunciate iniziative
del governo per il  rafforzamento del ruolo degli avvocati nei consigli
giudiziari  nella materia delle  valutazioni di professionalità dei
magistrati.*

*Secondo quanto riportato dalla stampa, il  Ministro  avrebbe addirittura
rappresentato di aver inteso, in un primo tempo, inserire la innovazione
nella decretazione di urgenza relativa alle proroghe disposte per i
pensionamenti di alcune cariche  apicali  della magistratura. *

*In una situazione, ben nota al Ministro ed al Governo, in cui il sistema
giudiziario è ormai al collasso per la gravissime scoperture del personale
di magistratura e amministrativo   e  per la cronica  mancanza di risorse,
in una situazione di    drammatico scadimento delle condizioni di lavoro
divenute per molti magistrati ormai inostenibili,  si annuncia, addirittura
con decretazione d'urgenza,  un'intervento  che incide sul sistema delle
valutazioni di professionalità, che nulla ha a che vedere con le urgenze
degli uffici giudiziari  e con  il recupero dell'efficienza.*

*Area ribadisce la propria contrarietà**:*

*1)*    *all'introduzione nel**le **valutazion**i** della **professionalità
di qualsiasi forma di parere* *provenient**e** dall'Avvocatura*

*2)*    *al**la ventilata abrogazione dell’art. 16 d.lgs. del 2006 sui
Consigli giudiziari, che oggi esclude la partecipazione degli avvocati alle
valutazioni di professionalità*

*senza che **sia prima **avviata una riflessione attenta e scevra da
pregiudizio, con riferimento al sistema delle fonti di conoscenza, al fine
di assicurare valutazioni di professionalità non burocratizzate e  capaci
di rappresentare la reale professionalità del magistrato in termini di
qualità del servizio e senza che siano pensate e* *adottate misure idonee
ad evitare indebite intromissioni ed interferenze inopportune**,
particolarmente rischiose, soprattutto a livello locale, atte ad incidere
sulla indipendenza dei magistrati.*

*Piuttosto, Area ritiene che debbano essere riprese e sostenute le proposte
avanzate nel proprio comunicato di alcuni giorni fa, che si riporta in
calce: si tratta di proposte che mirano a superare l’attuale sistema di
valutazioni, che risulta sostanzialmente (ed eccessivamente) centrato
 sulle valutazioni dei capi degli uffici, con tutti i rischi che ne
conseguono per l’autonomia del singolo magistrato.*

*Il Coordinamento nazionale di Area*





TESTO COMUNICATO 18.09.2016

Il tema delle valutazioni di professionalità, su cui è in corso un
interessante e partecipato dibattito sulle liste,  è di tale importanza per
la  magistratura da richiedere una discussione ampia, serena e senza
pregiudizi e la capacità di ciascuno di confrontarsi  in modo costruttivo.

Con questo spirito intendiamo perciò fornire il nostro contributo.

Riteniamo che l’attuale sistema di valutazione di professionalità debba
essere migliorato e sotto questo profilo, appaiono apprezzabili alcune
*proposte
della Commissione Vietti*:

- mantenimento della scansione quadriennale, con previsione di ulteriori
momenti di valutazione anche oltre la VII;

- accorpamento dei parametri diligenza ed impegno;

- arricchimento delle statistiche di elementi qualitativi (con riferimento
alla tipologia degli affari e dei provvedimenti adottati);

- introduzione del principio di autonomia tra i procedimenti disciplinari e
le valutazioni di professionalità;

- semplificazione delle procedure relative ai pareri (intermedi)  di
professionalità, nei casi in cui all' esito di “adeguato” il Consiglio
Giudiziario sia giunto all'unanimità.

 Riteniamo invece che debba essere avviata una riflessione attenta e scevra
da pregiudizio con riferimento alla ventilata abrogazione *dell’art. 16
d.lgs. del 2006 sui Consigli giudiziari*, che oggi esclude la
partecipazione degli avvocati alle valutazioni di professionalità. Se è
vero infatti che all' autogoverno centrale partecipano i componenti laici,
è anche vero che a livello locale occorre evitare  indebite intromissioni
ed interferenze inopportune, atte ad incidere sulla indipendenza dei
magistrati.

La riflessione dovrebbe piuttosto declinarsi sul tema della possibile
*integrazione
delle fonti di conoscenza *e sulla opportunità di introdurre tra
queste le *segnalazioni
di fatti specifici* provenienti dall’Ufficio giudicante o requirente
corrispondente e dall’Ufficio competente per le impugnazioni. Già oggi,
peraltro, il sistema prevede segnalazioni *per fatti specifici* da  parte
dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati.

Per questo appare apprezzabile  che l'emendamento inizialmente proposto da
alcuni consiglieri di Area sia stato sostituito per iniziativa degli stessi
consiglieri da un altro che ha poi ricevuto il voto dell'intero plenum. Nel
testo approvato (con un solo voto contrario ed un  astenuto), infatti, si
conferma la necessità di approfondire il  tema dell'allargamento delle
fonti di conoscenza in materia di valutazioni di professionalità,
impegnando sul punto la IV commissione



Riteniamo che l’attuale sistema di valutazione di professionalità debba
essere migliorato anche introducendo meccanismi che consentano di *valorizzare
i rapporti dei dirigenti come elementi di valutazione della loro
professionalità. *Pensiamo ad esempio che si debba prevedere l’inserimento
nel fascicolo personale dei dirigenti dei rapporti che i Consigli
Giudiziari o il CSM dovessero valutare carenti e inadeguati.  In altre
parole: ci sembra giunta l’ora di censurare quei dirigenti che fondano i
propri rapporti su vuote formule tipo “… ottenendo risultati più che
lusinghieri”, senza analizzare, come invece dovrebbero fare, “i concreti
risultati conseguiti  e comprovati da adeguata documentazione”.

Sotto il medesimo profilo riteniamo utile anche l’introduzione, in vista
della conferma quadriennale o di  che li riguardino, il prelevamento a
campione dei rapporti di professionalità predisposti dai dirigenti.

Occorre, in definitiva , costruire una cultura della valutazione,
evitando di dare valore a “titoli” astratti, per verificare le concrete ed
effettive modalità con cui ogni incarico o funzione sono stati svolti,
spostando il baricentro delle valutazioni da che cosa hanno fatto i
candidati a come lo hanno fatto e con quali risultati.

Aggiungiamo che per restituire trasparenza al sistema delle
nomine sarebbe necessaria la più ampia *pubblicità degli atti*, rendendo
accessibili a tutti , nella loro completezza, le pratiche relative
all’attribuzione di incarichi direttivi, alle nomine in Cassazione, alle
nomine dei componenti delle Commissioni di concorso. Al fine di
salvaguardare la privacy appare sufficiente prevedere la possibilità di
formulare singole, esplicite e motivate richieste di segretazione da parte
dei candidati, limitate a singole parti di atti e documenti che riguardino
questioni di salute, familiari o simili (gli unici aspetti che meritano
tutela sotto il profilo della privacy). Per il resto, trattandosi di
attività svolte nell’esercizio delle proprie pubbliche funzioni, parlare di
privacy appare un fuor d’opera.

Area è l'unico gruppo ad essersi speso in tal senso, proponendo un
emendamento apposito che è stato bocciato da tutte le altre componenti.

Infine riteniamo che, in vista delle valutazioni dei dirigenti, sia giunto
il momento di dare *spazio e voce anche ai magistrati che hanno vissuto a
contatto con il magistrato in valutazione*, ovvero a quelli che lavorano
nell’ufficio che un magistrato aspira a dirigere.

Anche su questo il Gruppo di Area è l’unico ad averci provato, trovando
l’opposizione di tutti gli altri Gruppi.

È possibile – infatti - individuare alcuni momenti in cui introdurre questa
forma di partecipazione diretta all’autogoverno, prevedendo la possibilità
di presentare segnalazioni su fatti specifici e osservazioni su circostanze
concrete (ovviamente non meri apprezzamenti positivi o negativi).

Ciò può avvenire in particolare:

*- in sede di conferma quadriennale*, poiché non ha senso chiedere al
dirigente un resoconto dell'attività svolta, dei risultati raggiunti e
delle buone prassi introdotte e applicate, se poi non viene data la
possibilità ai magistrati dell'ufficio di dire la loro. Non  ha neppure
senso chiedere al dirigente di stilare un documento programmatico per il
successivo quadriennio, se poi non viene data la possibilità ai magistrati
dell’Ufficio di valutarne la fattibilità. Non si tratta di dare un
voto al progetto, ma di segnalare fatti e circostanze che lo rendono
adeguato o non adeguato.

*- alla fine del mandato dirigenziale o in occasione di nuove domande per
posti direttivi da parte di chi è già dirigente*, arricchendo le fonti di
conoscenza anche con le segnalazioni dei magistrati che hanno lavorato a
stretto contatto col dirigente, giovandosi delle sue capacità o subendo le
conseguenze negative della sua incapacità; ancora una volta non una
pagellina, ma la segnalazione di fatti specifici ed elementi concreti sul
modo in cui quel  magistrato ha fatto il dirigente.

*- in occasione delle nomine dei direttivi*, quando l’aspirante dirigente è
chiamato a presentare le proprie proposte organizzative per l’Ufficio.
Quale migliore occasione, infatti, per rendere quelle proposte conoscibili
ai magistrati che dovranno attuarle. Perché non consentire a quei
magistrati di fare valutazioni sulla correttezza dell’analisi e/o sulla
fattibilità delle proposte di coloro che aspirano a dirigerli.

Si  tratta di argomenti tutt'altro che semplici, sui quali è necessario
discutere tutti assieme, senza pregiudizi e senza secondi fini .
Soprattutto senza semplificazioni e battute ad effetto che non mirano a
fornire un apporto costruttivo, ma solo a raccogliere facili consensi.

Il Coordinamento nazionale di Area
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