[Area] Luca Minniti assolto dalla sezione disciplinare: un positivo messaggio per tutti

Claudio Castelli claudio.castelli a giustizia.it
Ven 28 Ott 2016 13:32:20 CEST


Luca Minniti è stato assolto ieri dall’incolpazione disciplinare relativa a
deposito in ritardo di provvedimenti.

Un caso emblematico che potrebbe significare una svolta positiva in una
politica sui ritardi e in una giurisprudenza che per vari anni è stata
penalizzante per i magistrati, anche per ottimi colleghi, e tale da
incoraggiare preoccupanti derive burocratiche.

Luca Minniti era incolpato di avere depositato centinaia di sentenze anche
con ritardi gravi (molti ultra annuali) e si era difeso dimostrando che ciò
derivava da una scelta gestionale di assicurare - nel passaggio da un ruolo
ad un altro per ultradecennalità ed in presenza di un incarico straordinario
e non programmabile ex ante conferito d'ufficio dal Csm (Commissione
standard) - una durata ragionevole dei procedimenti nel loro complesso,
contenendo la fase istruttoria e allungando la durata del segmento
decisorio, sulla base di un progetto di smaltimento dell'arretrato
conosciuto dal presidente del tribunale. In tal modo veniva introitato un
numero di sentenze notevole che venivano decise in tempi inevitabilmente
lunghi, ma si assicurava in definitiva una durata complessiva ragionevole
(calcolata dall’iscrizione a ruolo al deposito della sentenza) e comunque
inferiore.  Politica che era tesa all’abbattimento dell’arretrato e che ha
conseguito indubbi successi con una radicale riduzione delle cause ultra
triennali. 

Il Consiglio Superiore con una prima sentenza aveva condannato il dott.
Minniti ritenendo che questo modello organizzativo non fosse sperimentabile,
contestando la stessa possibilità per il giudice di decidere in autonomia un
simile modello. 

Le sezione unite della Cassazione con una decisione che viene a
rappresentare un fondamentale punto di riferimento avevano cassato la
sentenza della sezione disciplinare invitando a prendere in esame le
giustificazioni addotte dal dott. Minniti.

I principi che la Corte esprime sono di grande impatto, non solo sul lato
disciplinare, perché portano ad una fortissima responsabilizzazione del
magistrato, ma nel contempo valorizzano l’impegno ed i risultati
concretamente avuti e non più l’aspetto burocratico e formale del lavoro
giudiziario.

"…in linea di principio il magistrato è responsabile della gestione del
proprio ruolo e quando, come nell'ufficio giudiziario in cui lavorava
l'incolpato e nella gran parte degli uffici giudicanti civili, la
consistenza del ruolo risulta sproporzionata rispetto alla possibilità di
smaltimento del magistrato assegnatario, determinando perciò solo
l'accumularsi dei processi e la conseguente irragionevole durata dei
medesimi, questa responsabilità assume valenza più grave e profonda, sia
perché impone valutazioni di priorità che non possono essere casuali, sia
perché esige dal magistrato assegnatario importanti scelte organizzative
intese, per quanto possibile, a contenere un arretrato destinato, in
mancanza, ad accrescersi sempre più nel tempo, anche attraverso
l'allocazione delle limitate risorse (temporali, personali e materiali) a
sua disposizione nel modo più razionale e funzionale possibile”.

"…è un dovere del giudice, soprattutto in una condizione di carico eccedente
le possibilità di smaltimento, organizzare il proprio lavoro in modo da
ridurre, nei limiti del possibile, la pendenza della durata dei processi".

Principi generali che vanno ben oltre il caso e che la sezione disciplinare
del C.S.M. deve aver recepito assolvendo il dott. Minniti per insussistenza
dell’incolpazione.

Da una lettura della sentenza della sezione disciplinare capiremo di più. E’
comunque un eccellente risultato ed una possibile svolta che mette fine o
quanto meno attenua un irragionevole clima di paura per i ritardi che per
anni, favorito da una giurisprudenza troppo spesso cieca e formale, ha preso
piede.

I sintomi in direzione contraria ci sono tutti: dal calo di azioni
disciplinari per ritardi calate dal 37 % del 2011 (46 incolpati) al 27 % del
2015 (36 incolpati), ad una giurisprudenza più attenta e senza più
automatismi tra entità del ritardo ed ingiustificabilità dello stesso, sino
alla fondamentale Circolare CSM del 13 novembre 2013 che chiama in causa
l’intero ufficio ed i suoi dirigenti.

Un ottimo risultato per chi, come me, più volte si è trovato a  difendere
colleghi per questi  motivi, ma più in generale per una magistratura che
altrimenti rischia di piombare in una deriva burocratica e formale in cui
quello che conta è avere “le carte a posto” e non il quotidiano impegno per
la giustizia.

Un grazie a Luca Minniti per l’impegno e la tenacia.

 

 
Claudio Castelli

 

 

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