[Area] Luca Minniti assolto dalla sezione disciplinare: un positivo messaggio per tutti

Basilico Marcello marcello.basilico a giustizia.it
Sab 29 Ott 2016 19:24:16 CEST


​Ha ragione Claudio Castelli. In attesa di leggere il testo della sentenza, questo passaggio andrebbe colto per riportare la nostra attenzione sull'equazione autogoverno/autorganizzazione consapevole del magistrato.

  Essa esprime un obiettivo centrale per due dibattiti mai sopiti: 1) quello sulla scelta dei direttivi, perché tra i criteri di valutazione dotati di sufficiente oggettività va introdotto quella della documentata capacità dell'aspirante di adottare soluzioni (auto)organizzative mirate alle esigenze del proprio ufficio, del proprio ruolo di cause, della propria condizione personale; 2) quello sui carichi di lavoro, perché, dopo un silenzio prolungato, a riportarlo di attualità penserà la commissione designata dal CDC ed in materia non potrà esservi nessun numero, cluster o standard predeterminato che possa fornire elementi di valutazione credibile senza il rilievo attribuito alle scelte compiute dal singolo magistrato nella gestione dei processi assegnatigli.

  Sotto questo profilo la commissione del CSM (di cui Luca fu parte attiva) fu lungimirante e Area non dovrà mancare di fare valere i frutti di quell'esperienza anche nel prevedibile dibattito associativo.

  Un saluto a tutti

                 Marcello Basilico

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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Claudio Castelli <claudio.castelli a giustizia.it>
Inviato: venerdì 28 ottobre 2016 13:32
A: area a areaperta.it
Oggetto: [Area] Luca Minniti assolto dalla sezione disciplinare: un positivo messaggio per tutti

Luca Minniti è stato assolto ieri dall’incolpazione disciplinare relativa a deposito in ritardo di provvedimenti.
Un caso emblematico che potrebbe significare una svolta positiva in una politica sui ritardi e in una giurisprudenza che per vari anni è stata penalizzante per i magistrati, anche per ottimi colleghi, e tale da incoraggiare preoccupanti derive burocratiche.
Luca Minniti era incolpato di avere depositato centinaia di sentenze anche con ritardi gravi (molti ultra annuali) e si era difeso dimostrando che ciò derivava da una scelta gestionale di assicurare - nel passaggio da un ruolo ad un altro per ultradecennalità ed in presenza di un incarico straordinario e non programmabile ex ante conferito d'ufficio dal Csm (Commissione standard) - una durata ragionevole dei procedimenti nel loro complesso, contenendo la fase istruttoria e allungando la durata del segmento decisorio, sulla base di un progetto di smaltimento dell'arretrato conosciuto dal presidente del tribunale. In tal modo veniva introitato un numero di sentenze notevole che venivano decise in tempi inevitabilmente lunghi, ma si assicurava in definitiva una durata complessiva ragionevole (calcolata dall’iscrizione a ruolo al deposito della sentenza) e comunque inferiore.  Politica che era tesa all’abbattimento dell’arretrato e che ha conseguito indubbi successi con una radicale riduzione delle cause ultra triennali.
Il Consiglio Superiore con una prima sentenza aveva condannato il dott. Minniti ritenendo che questo modello organizzativo non fosse sperimentabile, contestando la stessa possibilità per il giudice di decidere in autonomia un simile modello.
Le sezione unite della Cassazione con una decisione che viene a rappresentare un fondamentale punto di riferimento avevano cassato la sentenza della sezione disciplinare invitando a prendere in esame le giustificazioni addotte dal dott. Minniti.
I principi che la Corte esprime sono di grande impatto, non solo sul lato disciplinare, perché portano ad una fortissima responsabilizzazione del magistrato, ma nel contempo valorizzano l’impegno ed i risultati concretamente avuti e non più l’aspetto burocratico e formale del lavoro giudiziario.
"…in linea di principio il magistrato è responsabile della gestione del proprio ruolo e quando, come nell'ufficio giudiziario in cui lavorava l'incolpato e nella gran parte degli uffici giudicanti civili, la consistenza del ruolo risulta sproporzionata rispetto alla possibilità di smaltimento del magistrato assegnatario, determinando perciò solo l'accumularsi dei processi e la conseguente irragionevole durata dei medesimi, questa responsabilità assume valenza più grave e profonda, sia perché impone valutazioni di priorità che non possono essere casuali, sia perché esige dal magistrato assegnatario importanti scelte organizzative intese, per quanto possibile, a contenere un arretrato destinato, in mancanza, ad accrescersi sempre più nel tempo, anche attraverso l'allocazione delle limitate risorse (temporali, personali e materiali) a sua disposizione nel modo più razionale e funzionale possibile”.
"…è un dovere del giudice, soprattutto in una condizione di carico eccedente le possibilità di smaltimento, organizzare il proprio lavoro in modo da ridurre, nei limiti del possibile, la pendenza della durata dei processi".
Principi generali che vanno ben oltre il caso e che la sezione disciplinare del C.S.M. deve aver recepito assolvendo il dott. Minniti per insussistenza dell’incolpazione.
Da una lettura della sentenza della sezione disciplinare capiremo di più. E’ comunque un eccellente risultato ed una possibile svolta che mette fine o quanto meno attenua un irragionevole clima di paura per i ritardi che per anni, favorito da una giurisprudenza troppo spesso cieca e formale, ha preso piede.
I sintomi in direzione contraria ci sono tutti: dal calo di azioni disciplinari per ritardi calate dal 37 % del 2011 (46 incolpati) al 27 % del 2015 (36 incolpati), ad una giurisprudenza più attenta e senza più automatismi tra entità del ritardo ed ingiustificabilità dello stesso, sino alla fondamentale Circolare CSM del 13 novembre 2013 che chiama in causa l’intero ufficio ed i suoi dirigenti.
Un ottimo risultato per chi, come me, più volte si è trovato a  difendere colleghi per questi  motivi, ma più in generale per una magistratura che altrimenti rischia di piombare in una deriva burocratica e formale in cui quello che conta è avere “le carte a posto” e non il quotidiano impegno per la giustizia.
Un grazie a Luca Minniti per l’impegno e la tenacia.

                                                                                                                             Claudio Castelli


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