[Area] R: R: da Mario Ardigò - appunti da intervento della prof. Urbinati il 4-11-16, durante il Congresso di Md a Bologna

Nicola Clivio clivionic a gmail.com
Mer 9 Nov 2016 09:38:21 CET


Credo che Massimiliano Siddi, oltre al tono volutamente urticante, sconti
questa volta un eccesso di sintesi, avendo condensato in un giudizio
lapidario e all'apparenza apodittico riflessioni che hanno una loro
profondità e che appartengono ad un mondo che non è il mio.

Proprio per questo, ritrovandomi nella descrizione del non cattolico
simpatizzante del Papa ma non abbastanza da esserne convertito, mi sono
preoccupato che quel punto di vista esprimesse un convincimento radicato e
diffuso nel popolo dei credenti.

Dopo una breve ricerca, ho trovato questa interessante intervista di
Massimo Borghesi, filosofo cattolico.

Espone un punto di vista molto diverso da quello sintetizzato dal collega
Siddi, la trasmetto in lista come contributo alla discussione.

Un caro saluto a tutti.

Nicola Clivio

Zenit.it, giovedì 3 novembre, int. a M. Borghesi *Dopo gli ortodossi, i
luterani: Francesco ritrova l’unità del primo millennio*
<https://it.zenit.org/articles/dopo-gli-ortodossi-i-luterani-francesco-ritrova-lunita-del-primo-millennio/>
(A. Gaspari)



*Proprio nel 500° anniversario dalle pubblicazioni delle tesi che segnarono
il più grande scisma all’interno della Chiesa cattolica, il Papa di Roma e
il presidente della Federazione Luterana Mondiale hanno sottoscritto un
documento comune. Che cosa significa questo per i cristiani nel mondo?*

Si tratta, certamente, di un evento di portata storica. Non a caso
criticato fortemente dai settori tradizionalisti che paventavano
compromessi e cedimenti dottrinali, tali da portare alla fine del
cattolicesimo. Non una parola è venuta da questi settori ad incontro
concluso. Forse non è stato così negativo! Si tratta di critiche che
ricordano quelle contro Giovanni Paolo II in occasione dello storico
incontro sulla pace, ad Assisi il 28 ottobre 1986, con i rappresentanti
delle religioni del mondo. Anche allora il tradizionalismo cattolico fece
sentire la sua voce stridula criticando apertamente il Papa per il suo
irenismo, eclettismo, mescolanza indebita di fede e religiosità. Anche
allora si ebbe un inutile polverone.

Venendo all’incontro di Lund, si tratta di una svolta grande nelle
relazioni tra cattolici e luterani. L’Europa moderna è il risultato delle
guerre di religione che hanno insanguinato il suo suolo dopo la Riforma.
Non si comprende nulla dei processi che hanno segnato la modernità se non
si parte dalla tragedia di una fede che, dopo aver unito i popoli, li ha
tragicamente divisi. La secolarizzazione sorge da qui. Una secolarizzazione
che, oggi, ha reso in larga misura obsolete le antiche divisioni che,
partite sul terreno religioso, sono state poi “pilotate” da interessi
politici ed economici. Questo non significa che l’aspetto dottrinale sia
divenuto irrilevante. Esso pesa, certamente. Ma, a fronte di un mondo per
il quale la figura di Cristo appare consegnata ad un passato lontano, i
cristiani hanno il dovere di riscoprire ciò che li unisce per offrire una
testimonianza credibile al mondo. Hanno il compito di mettere in comune la
storia di santità e di misericordia, quella del passato e quella del
presente. Va detto che l’incontro di Lund non sorge dal nulla. È il frutto
maturo del Concilio Vaticano II. Lo spirito di dialogo ha reso possibile la
Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della giustificazione, pubblicata ad
Augusta il 31 ottobre 1989, vera premessa di quanto papa Francesco ha detto
in Svezia. Inoltre Lund viene dopo i viaggi di Benedetto XVI ad Erfurt, in
Germania, il 23 settembre 2011 con i rappresentanti della Chiesa evangelica
tedesca, e quello del 2010 in Inghilterra, la prima visita ufficiale di un
pontefice nel Regno Unito. In quell’occasione le immagini di Papa Benedetto
XVI e dell’arcivescovo Rowan Williams in piedi, vicini, nell’Abbazia di
Westminster, furono una dimostrazione di una vicinanza tra Roma e
Canterbury impensabile 20 anni fa.

*Lei citava prima Benedetto XVI. Sappiamo come taluni contrappongano
l’“ortodossia” di Benedetto al magistero di Francesco. Questa dialettica è
stata riproposta anche in occasione del viaggio svedese del Pontefice. Ma
cosa ha detto Benedetto a Erfurt?*

In realtà papa Benedetto ha testimoniato allora la stessa apertura nei
confronti del dialogo con i luterani che oggi ha espresso papa Francesco.
Nella consapevolezza che sul piano dottrinale rimangono i nodi anche lui si
è speso per il riconoscimento dell’unità fondamentale nella fede “in questo
momento storico”. «Quando ho accettato l’invito a questo viaggio – affermò
Benedetto nel convento di Lutero – era per me evidente che l’ecumenismo con
i nostri amici evangelici dovesse essere un punto forte, un punto centrale
di questo viaggio. Noi viviamo in un tempo di secolarismo, come già detto,
dove i cristiani insieme hanno la missione di rendere presente il messaggio
di Dio, il messaggio di Cristo, di rendere possibile credere, andare avanti
con queste grandi idee, verità. E perciò il mettersi insieme, tra cattolici
ed evangelici, è un elemento fondamentale per il nostro tempo, anche se
istituzionalmente non siamo perfettamente uniti, anche se rimangono
problemi, anche grandi problemi, nel fondamento della fede in Cristo, in
Dio trinitario e nell’uomo come immagine di Dio, siamo uniti, e questo
mostrare al mondo e approfondire questa unità è essenziale in questo
momento storico. Perciò sono molto grato ai nostri amici, fratelli e
sorelle protestanti, che hanno reso possibile un segno molto significativo:
l’incontro nel monastero dove Lutero ha iniziato il suo cammino teologico,
la preghiera nella chiesa dove è stato ordinato sacerdote e il parlare
insieme sulla nostra responsabilità di cristiani in questo tempo. Sono
molto felice di poter mostrare così questa unità fondamentale, che siamo
fratelli e sorelle e lavoriamo insieme per il bene dell’umanità,
annunciando il lieto messaggio di Cristo, del Dio che ha un volto umano e
che parla con noi». Così parlava Benedetto XVI. Non mi pare molto diverso
da ciò che ha detto Francesco.

*Quali sono le implicazioni religiose e politiche dell’incontro di Lund?*

Si tratta di un’altra pagina storica che chiude, idealmente, la seconda
scissione che ha caratterizzato la Chiesa nel secondo millennio. La prima,
quella con l’Ortodossia, inaugurata dallo scisma di Costantinopoli, nel
1054, che segna la spaccatura tra l’Occidente e l’Oriente cristiano, si
chiude, sul piano ideale, con lo storico abbraccio a Cuba tra Francesco e
il patriarca russo Kirill. La seconda, iniziata nel 1517 con le tesi di
Lutero, che realizza la divisione tra Nord Europa, protestante, e Sud
cattolico, si chiude idealmente adesso. Le fila degli incontri e del
dialogo, germogliate con il Concilio, trovano oggi in Francesco il
testimone dell’unità di una Chiesa che ritrova l’unità del primo millennio.
Si tratta di un evento di portata storica che sorge da una concezione che
antepone la testimonianza della fede e della carità alla dialettica, nella
consapevolezza che ai gesti seguiranno, se Dio lo vuole, iniziative comuni
e caduta dei pregiudizi. Sul piano ideale e religioso è come se tramontasse
la “modernità”, una modernità europea segnata dal conflitto
teologico-politico cattolico-protestante. La categoria di “postmoderno”
assume ora il suo significato più proprio. Occorre “ripensare” la storia
moderna dell’Europa riconoscendo le colpe e i limiti da ambedue le parti.
Occorre una memoria storica che consenta di valorizzare coloro che si sono
battuti per l’unità della fede, non per le divisioni e le guerre. Nel
momento stesso in cui il sogno dell’Europa unita rivela fratture e rotture
questo ripensamento diventa un contributo fondamentale per l’unità del
vecchio continente. A Lund il Papa ha detto: «Si deve riconoscere con la
stessa onestà e amore che la nostra divisione si allontanava dalla
intuizione originaria del popolo di Dio, che aspira naturalmente a rimanere
unito, ed è stata storicamente perpetuata da uomini di potere di questo
mondo più che per la volontà del popolo fedele, che sempre e in ogni luogo
ha bisogno di essere guidato con sicurezza e tenerezza dal suo Buon
Pastore». Una fede che torna libera dall’ambizione del potere e
dell’egemonia, una fede che non ha bisogno del “nemico” per esistere, può
unire gli uomini. La strada dell’incontro è quella indicata da Francesco
con il “Primerea”. Seguendo la Dichiarazione congiunta sulla
Giustificazione la Chiesa ha riconosciuto nel “primato della Grazia” il
punto d’incontro con i luterani. A questo primato della Grazia si è
costantemente richiamato Francesco a Lund.

*Cattolici e luterani si sono uniti per portare la pace, accogliere i
migranti e assistere i poveri ed i bisognosi. Quanto l’alleanza tra
cattolici e luterani può incidere sulla situazione delle popolazione e dei
governi?*

L’incontro sulla Misericordia, a partire dalle opere della Misericordia, è
il “luogo teologico” che porta all’unità. Suona significativo questo invito
se si considera che il “sola fide” di Lutero sembra privare di ogni valore
salvifico la dimensione delle “opere”. In realtà il primato della Grazia,
adeguatamente pensato, consente di salvare tutto. Le opere della Carità
sono il luogo d’incontro tra cristiani divisi. Il volto del povero, come ha
detto più volte Francesco, è memoria del Cristo umiliato. La theologia
crucis di Ignazio incontra e trasvaluta quella di Lutero. Quanto al
possibile cambiamento degli scenari futuri vale quello che si è detto.
Certamente l’incontro di Lund apparirà come una tappa storica del
riavvicinamento tra cattolici e protestanti. Poiché stiamo parlando della
Federazione Luterana Mondiale questa vicinanza si estende a tutto il mondo
anglofono, un mondo che, a seguito dei processi di immigrazione, vede già
al proprio interno una presenza pressoché equivalente tra cattolici e
protestanti. Il venir meno di storici pregiudizi, che hanno alimentato
ostilità profonde, avrà senz’altro una ricaduta positiva nei rapporti tra i
popoli e le nazioni segnati dalla fede cristiana.

Il giorno 9 novembre 2016 08:41, Siddi Massimiliano <
massimiliano.siddi a giustizia.it> ha scritto:

> Non so proprio cosa trovi di divertente in ciò che ho scritto, ma si sa
> che definire divertente, goliardica e simpatica, una persona quando esprime
> concetti seri ma scomodi è solo un artificio retorico "supponente" per
> ridicolizzarla senza contro - argomentare.
> Non mi sono mai permesso di definire le opinioni altrui "chiacchiere da
> bar" quando le stesse hanno avuto la dignità di opinioni e non di insulti
> gratuiti, come spesso avviene in questa lista a mio danno, senza che
> qualche importante magistrato, con malcelata nostalgia di altre epoche e
> regimi, mostri analogo sdegno o invochi i moderatori.
> E' evidente, se solo ti fossi dato la pena di leggere tutto il dibattito,
> che quell'espressione si riferiva alla mail di Zaccaro e riguardava la sua
> "pseudo - ironia", non dissimile ma solo meno sofisticata della tua.
>
>                      Massimiliano Siddi
>
> Inviato da iPad
>
> Il giorno 09 nov 2016, alle ore 08:28, Santoro, Dr. Vincenzo - MAGMIL-TMVR
> <vsantoro a gm.difesa.it> ha scritto:
>
> Caro Siddi, a me sembra, magari con quella umiltà che a te sembra
> supponente, che hai un notevole debole per gli scenari di permanente
> goliardia, che coltivi con toni e contenuto non di rado oggettivamente
> divertenti. Un passatempo insomma, dove le altrui opinioni diventano
> chiacchiere da bar e le tue hanno l’autoreferenziale timbro delle verità
> rivelate. Ma le censure mai. Continua pure a divertirti. Talvolta fai
> sorridere anche me. Ma, ovviamente, è sempre un’opinione.
>
> Con affetto e, realmente, simpatia.
>
> Vincenzo Santoro
>
> *Da:* Siddi Massimiliano [mailto:massimiliano.siddi a giustizia.it
> <massimiliano.siddi a giustizia.it>]
> *Inviato:* mercoledì 9 novembre 2016 08:20
> *A:* Spataro Armando
> *Cc:* Santoro, Dr. Vincenzo - MAGMIL-TMVR; area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] R: da Mario Ardigò - appunti da intervento della
> prof. Urbinati il 4-11-16, durante il Congresso di Md a Bologna
>
>
>
> Anche la "Spataro censura" è già nota: forse i moderatori, oltreché
>
>
> Inviato da iPhone
>
>
> Il giorno 09 nov 2016, alle ore 08:01, Spataro Armando <
> armando.spataro a giustizia.it> ha scritto:
>
> Il "siddi dixit" è già noto a questa lista, ma ai moderatori non sembra
> interessare.
>
> A. Spataro
>
> Inviato da iPhone
>
>
> Il giorno 09 nov 2016, alle ore 00:50, Siddi Massimiliano <
> massimiliano.siddi a giustizia.it> ha scritto:
>
> Di superficiale, Santoro, ho visto solo il tacciare apoditticamente di
> presunzione ed arroganza, o fare pseudo - ironie "da bar", mentre di
> argomenti seri, francamente, non ne ho letti.
>
> Magari pensi che attribuire poca dignità di pensiero a chi, a tuo
> giudizio, demolisce "i pochi che si guardano attorno e vedono le
> paralizzanti ingiustizie" sia un argomento di grande spessore espresso con
> umiltà; a me, perdona la consueta arroganza, sembra solo un'altra
> supponente banalità, perdipiu' assai poco calzante con la reale sostanza
> del mio discorso.
>
> Saluti
>
>                        Massimiliano Siddi
>
>
> Inviato da iPad
>
>
> Il giorno 08 nov 2016, alle ore 23:58, Santoro, Dr. Vincenzo - MAGMIL-TMVR
> <vsantoro a gm.difesa.it> ha scritto:
>
> Certo che si tratta di opinioni. Sono tali anche quelle che, con estrema
> superficialità, demoliscono i pochi che si guardano attorno e vedono le
> tante paralizzanti ingiustizie. E queste opinioni non diventano più
> dignitose per il fatto di essere formulare con arguzia lessicale. E possono
> esprimere anche arroganza di pensiero.
> Saluti a tutti
> Vincenzo Santoro
>
>
>
> Il 08 nov 2016 11:37 PM, Frizilio Antonella <antonella.frizilio a giustizia.
> it> ha scritto:
>
> Non trovo nè presunzione nè arroganza in quanto ha scritto Massimiliano
> Siddi. È piuttosto un'opinione, che si può o meno condividere, non
> qualificare con ...stizza.
>
> Io in parte la condivido.
>
> Antonella Frizilio
>
> Inviato da iPad
>
>
> Il giorno 08 nov 2016, alle ore 23:25, Dal Moro Alessandra <
> alessandra.dalmoro a giustizia.it> ha scritto:
>
> Massimiliano con questa mail hai superato te stesso.
> La presunzione e l'arroganza che esprimi  in poche righe forse non
> meriterebbero una risposta... ma questa volta non riesco proprio a stare
> zitta
> A.
> ------------------------------
>
> *Da:* Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Siddi Massimiliano <
> massimiliano.siddi a giustizia.it>
> *Inviato:* martedì 8 novembre 2016 07:08:44
> *A:* Mario Ardigò
> *Cc:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] R: da Mario Ardigò - appunti da intervento della
> prof. Urbinati il 4-11-16, durante il Congresso di Md a Bologna
>
>
>
> I discorsi, spesso banali, di Bergoglio non rappresentano la "dottrina
> sociale" della Chiesa cattolica, ma, al più, la "dottrina socialista" in
> versione sudamericana e periferica di un uomo, più "inculturato" che
> "acculturato", che con il cattolicesimo universale autentico ha davvero
> poco a che vedere. Lo dimostra, del resto, il fatto che i suoi più accesi
> sostenitori sono proprio tra i non cattolici (che sa blandire, ma non
> convertire).
>
>
>
>                                  Massimiliano Siddi
>
>
>
>
>
>
> Inviato da iPad
>
>
> Il giorno 08 nov 2016, alle ore 02:05, Mario Ardigò <marioardigo a yahoo.com>
> ha scritto:
>
> A Bologna non ho sentito nessuno favorevole alla proposta di far votare
> gli avvocati sulle nostre valutazioni di professionalità. Del resto la
> posizione di Area è nota.
>   Mi può essere sfuggito? Un pomeriggio sono mancato, ma ha parlato la
> Camusso e non su questioni del nostro mondo.
> I nostri problemi non sono solo nostri. È tutto il mondo del lavoro sotto
> scacco. Non ci si salva da soli, nè individualmente  nè come categoria. Il
> quadro generale è quello esposto dalla Urbinati.
> Quanto alla dottrina sociale cattolica, andatevi a leggere, se siete
> interessati a queste cose, il discorso di Bergoglio del 5 novembre ai
> movimenti popolari che chiede di lottare per terra,casa e lavoro per tutti
> (si apre così) e di impegnarsi per trasformare le democrazie dominate dal
> grande capitale e, infine, una vita austera contro la corruzione. Non sono
> cose che ha inventato lui, è l'esperienza di liberazione sociale
> dell'America Latina che cu arriva per suo tramite. Sono cose che non ci
> riguardano? Decidete voi.
> A Bologna ho udito parole sprezzanti di un dirigente Anm contro gli
> avvocati, senza distinguere buoni avvocati e cattivi avvocati: Sono troppi
> ha detto. Bisogna non decimarli, di più, ridurli molto di più perché
> sarebbero loro a far litigare la gente e a convincerla a fare causa. Io se
> vedi molti avvocati vedi invece molti possibili alleati nella riforma della
> giustizia. Più si è più si conta politicamente. Il nostro guaio di oggi è
> di essere isolati in società, e alcuni ci spingono ad isolarci sempre di
> più. A Bologna si è andati in direzione contraria.
>   "Me ne frego!": in Europa il parlare fascista spopola. Se ne è uscito
> anche Juncker. I lavoratori si salvano, peró, gridando il contrario "I
> care!" (nella linea Kennedy>Milani).
> Mario Ardigò - Roma
> ------------------------------
>
> *Da: *casa riccelli <riccelli91 a alice.it>
> *Inviato: *‎07/‎11/‎2016 23:07
> *A: *thorgiov <thorgiov a libero.it>
> *Cc: *area a areaperta.it
> *Oggetto: *Re: [Area] da Mario Ardigò - appunti da intervento della prof.
> Urbinati il 4-11-16, durante il Congresso di Md a Bologna
>
> Se fossi venuto, avresti giudicato e udito ... "nelle tue orecchie" 😊
>
> stefano celli
>
>
> Il giorno 07 nov 2016, alle ore 19:00, thorgiov <thorgiov a libero.it> ha
> scritto:
>
> Mario, ma qualche appunto sulla ottima accoglienza fatta nel congresso
> alla proposta di dar modo agli avvocati  di votare in sede di consiglio
> giudiziario sulla valutazione di professionalità dei magistrati non lo hai
> preso ? Personalmente è un argomento che mi interessa molto di più della
> dottrina sociale della Chiesa cattolica.
>
> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
>
>
> Il 07/11/2016 08:33, mario ardigo ha scritto:
>
> Miei appunti dall’intervento svolto dalla prof. Nadia Urbinati il 4-11-16
> al Congresso di MD
>
>
>
>  Vi propongo i miei appunti sull’intervento svolto dalla prof. Nadia
> Urbinati il 4-11-16 al Congresso di MD. Avverto che l'intervento ha
> riguardato anche altri argomenti.
>
>  Oggi si trovano più giustificazioni alle diseguaglianze. Il fatto nuovo è
> che sono condivise anche da coloro che ne sono vittime.
>
>  Al tempo dell'ultima crisi di Wall Street, in una relazione di una banca
> si scrisse che l'ineguaglianza dei redditi "non era poi così male",
> intendendo che essa era stimolo alla competizione.
>
>  Questo è un filone di pensiero antico.
>
>  A un Solone che voleva porre una diga alle diseguaglianze tra i cittadini
> si contrappose un Platone che costruì un sistema politico di ineguali.
>
>  Sono stati proposti storicamente molti argomenti per giustificare la
> diseguaglianza. La relatrice ha ricordato Hume, Adam Smith, Mandeville,
> Burke, De Maistre, Nietsche, Carlyle, Friedman, Von Hayek.
>
>   Sentimenti considerati negativi per l'etica, come avarizia e invidia,
> stimolerebbero a migliorare e costituirebbero un cemento sociale. Queste
> passioni sarebbero come un radar per intercettare i bisogni e stimolare
> all'azione. E molti bisogni sono artificiali, oggetto di interpretazione.
> Le differenze e le diseguaglianze sarebbero fattore di progresso sociale.
>
>   Il pensiero democratico, invece, combatte le diversità tiranniche. Ma
> gli sono coeve, fin dall'antichità correnti opposte, che contrastano i
> programmi sociali.
>
>   Oggi, nella volontà di affermazione della "meritocrazia", si sostiene
> che le diseguaglianze nella società sono "meritate", frutti di
> insufficiente impegni po' o di doti scarse. È l'ideologia del darwinismo
> sociale, dell'affermazione dei più adatti. Le ineguaglianze hanno e cercano
> un riconoscimento sociale come "meritate". Ma si presta attenzione solo al
> momento iniziale della “gara” della competizione, non agli esiti. Se tutti
> sono messi in grado di competere, come si sostiene in questa prospettiva,
> non si tiene poi conto delle diseguaglianze che ne derivano, non ce se ne
> scandalizza più. Ma il punto iniziale della competizione, che si valuta
> come uguale per tutti, viene considerato da un punto di vista ideale, non
> della situazione com'è veramente, dei privilegi sociali.
>
>  Così si sostiene che nessuno deve chiedere alla società più di quello che
> riesce a ottenere. Anzi, è ritenuto sbagliato correggere la competizione e
> i suoi esiti, visti come stato di natura e non come costruzione sociale.
> C'è la retorica dell'emulazione, del rimboccarsi le maniche, che scoraggia
> alla rivolta contro discriminazioni  di classe. Si tratta  una vera e
> propria rieducazione sociale di massa. Non si dovrebbe, secondo questa
> ideologia, correggere in corso d'opera là competizioni per ridurre il
> numero dei perdenti, nei  confronti dei quali è ammessa solo la filantropia
> dei vincitori. Se non ci fossero questi ultimi, si sostiene, vale a dire  i
> più ricchi, i vincitori nella competizione sociale, chi si occuperebbe dei
> poveri? Chi perde merita, in quest’ottica  solo benevolenza volontaria.
>
>   Tutto ciò distrugge la solidarietà sociale e la possibilità di
> redenzione delle masse dei perdenti, perché i più poveri vengono spinti a
> farsi guerra fra loro invece di coalizzarsi contro l’avversario di classe.
>
>  In democrazia invece alcuni beni non possono essere oggetto di
> competizione e seguono il bisogno non la possibilità economica e la
> vittoria nella competizione sociale. Nessuno ne può essere privato. Ad
> esempio l’acqua, l’aria, ma anche altri beni indispensabili per una vita
> dignitosa.
>
>  Come esempio di quest’ultima concezione propongo le parole di Jorge Mario
> Bergoglio, pronunciate il 5 novembre scorso ad un incontro con i movimenti
> popolari del mondo:  “In questo nostro terzo incontro esprimiamo la stessa
> sete, la sete di giustizia, lo stesso grido: terra, casa e lavoro per tutti
> [in spagnolo: tierra, techo, trabajo. Le 3-T]”. Si tratta delle
> rivendicazioni proposte fin dagli esordi dal socialismo storico e solo
> recentemente recepite anche dalla dottrina sociale cattolica.
>
> Mario Ardigò - Roma
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