[Area] Referendum: tensioni sulla Giustizia. Orlando spinge per la riforma, Boschi frena

donatella.salari a tiscali.it donatella.salari a tiscali.it
Mer 16 Nov 2016 18:18:20 CET


  

Cari Tutti, 
traggo dall'Huffingtonpost di oggi.
Saluti a Voi
Tutti
Donatella Salari 

Referendum: tensioni sulla Giustizia. Orlando
spinge per la riforma, Boschi frena


http://www.huffingtonpost.it/2016/11/15/referendum-boschi-orlando_n_12986182.html


La caccia al voto di destra travolge anche il "pacchetto giustizia"
al Senato. E produce una tensione nel cuore del cdm. Da un lato il
guardasigilli Andrea Orlando. Dall'altro il ministro Boschi: "È chiaro
che ha la copertura politica di Renzi - dice un Pd della corrente del
ministro a palazzo Madama - ma è lei la principale sostenitrice del
rinvio del pacchetto giustizia a dopo il referendum". 

Ecco la
tensione, perché di tensione si tratta. Chi ha consuetudine col ministro
Orlando conosce la sua proverbiale prudenza, la sua riservatezza e come
dosi le parole. Anzi, come eviti microfoni, telecamere e dichiarazioni
varie. Negli ultimi due giorni, secondo i suoi codici, le dichiarazioni
rilasciate rappresentano una critica esplicita. Sentite qui, lunedì a
Porta a Porta: "Mi auguro che il provvedimento possa essere
calendarizzato subito. Di qui rivolgo un appello". Ventiquattr'ore dopo,
aggiunge: "È un errore non approvare la riforma del processo penale
prima del referendum. Si indebolisce il profilo riformista del Pd".
Anche perché - è il non detto - dopo il referendum chissà che succede e
nel frattempo sulla prescrizione resta, per dirne una, la famosa
Cirielli, l'ammazza processi voluta da Berlusconi. 

E allora,
ripercorriamo le ultime tappe. Il disegno di legge sulla riforma del
processo penale, passato alla Camera, è fermo al Senato da questa
estate: "Ed è fermo - prosegue il senatore Pd un po' infastidito - non
perché c'è il bicameralismo perfetto, ma perché Alfano e Verdini sulla
prescrizione non sono d'accordo". Il guardasigilli, anche in
un'intervista al Corriere dalla Sera, chiese il voto di fiducia sul
provvedimento che evidentemente - vista la contrarietà di pezzi di Ncd e
verdiniani - a voto segreto rischia di essere impallinato. Un mese fa la
fiducia viene "autorizzata" dal cdm, ma non viene posta. Non solo. Il
pacchetto non viene neanche calendarizzato in Aula. Anzi, viene chiesto
ai capigruppo di maggioranza di non calendarizzarlo. E viene chiesto,
soprattutto, dopo l'incontro a palazzo Chigi con il presidente dell'Anm
Pier Camillo Davigo, nel quale il premier riesce a disinnescare lo
sciopero dei magistrati assicurando apertura e dialogo su molti punti
della riforma. 

Ma se lo sciopero delle toghe, a ridosso del
referendum, avrebbe fatto perdere consensi a sinistra, l'approvazione
della riforma del processo penale (con le modifiche dell'Anm), avrebbe
reso complicato il cuore della strategia renziana, spiegata in più
interviste, ovvero la conquista del voto di destra. Si spiega così,
racconta chi ha parlato con lui, il disappunto di Orlando che in una
serie di colloqui ha trovato, sul tema, il premier ondivago, mentre la
ministra molto determinata allo stop. Determinata anche per ragioni
parlamentari considerata l'importanza al Senato della stampella Verdini,
che nel frattempo ha ricevuto un'altra condanna al valor giudiziario,
con la richiesta da parte della procura di Roma di una pena di quattro
anni per la P3, la presunta associazione che puntava ad influenzare e
condizionare gli organi costituzionali tra cui la stessa Consulta. 

La
tensione, sul tema, è palpabile nel Pd. Perché Orlando ha posto una
questione politica: "Penso - dice - che il referendum lo vinceremo, ma
tenere ferma una riforma così importante rischia di indebolire il
profilo riformista del governo, che si è cimentato su molti campi,
compresa la Giustizia". Molti condividono, anche in modo taciturno,
altri in modo chiaro. Due giorni fa sulle colonne dell'Unità era
comparso (altro segnale politico) un articolo a doppia firma,
Ferranti-Verini. Donatella Ferranti è presidente della Commissione
Giustizia della Camera, Walter Verini è il capogruppo Pd in commissione
Giustizia: "Va evitato il rischio di interrompere il disegno
riformatore". Appello già caduto, a quindici giorni dal voto
referendario, in piena caccia al voto di destra per il sì. 

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