[Area] Poi sono arrivati i “nostri"

Lorenzo Miazzi casarossa.miazzi a gmail.com
Lun 12 Dic 2016 01:03:57 CET


Una settimana fa (solo una settimana fa!), a quest’ora, si è stati certi 
della vittoria del NO. Ma io non ho gioito.

La nostra vita scorre in una serie di cerchi sempre più grandi.
Il più ristretto è quello dei familiari, non più di una decina di 
persone; poi c’è quello degli amici, poi quello dei colleghi, dei 
conoscenti, e poi quello di coloro che non conosciamo personalmente ma 
sentiamo più o meno vicini a noi (chi scrive e legge un certo giornale, 
chi aderisce a un certo gruppo, chi vota un certo partito, chi fa parte 
di una certa fascia sociale); infine, c’è il resto, quelli che non 
frequentiamo, che ignoriamo, che detestiamo: gli amorfi, i cinici, i 
reazionari, i  razzisti.

In questo referendum mi sono sentito solo nel credere che il voto più 
giusto fosse il no. Partendo dalla mia famiglia (due no, due si) e 
risalendo i cerchi della mia vita di relazione, incontravo sempre in 
modo maggiore sostenitori del si: fra i miei amici di sinistra, fra i 
miei colleghi, fra i miei conoscenti.
I loro argomenti “politici” erano assai più convincenti dei miei, solo 
“tecnici”.
Insomma, pensavo avrebbe vinto il si.

POI SONO ARRIVATI I “NOSTRI”, E IL NO HA TRIONFATO.
Ma i “nostri” erano i cinici, i reazionari, gli amorfi, i razzisti, che 
hanno votato del tutto indifferenti al merito del referendum.
In quel 40% di SI ci sono la maggior parte delle persone che stimo.
In quel 60% di NO ci sono una minoranza che ha votato un NO di merito 
(poca gente, però); e una grande maggioranza di persone che ignoro, 
detesto, evito.

Per questo non ho gioito di questa vittoria, per questo oscillo fra lo 
sconforto e lo stupefatto quando qualcuno scrive che “la gente si è 
dimostrata migliore della classe politica che dovrebbe rappresentarla”; 
o quando leggo altri che dicono che adesso bisogna ripartire dalla 
schiacciante vittoria del NO per proporre temi come il lavoro, le lotte 
per i diritti e via via verso il radioso sol dell’avvenire (sino alla 
depenalizzazione della marijuana e all’abolizione dell’ergastolo…).

Mi auguro di sbagliare, ma mi pare questa un’ubriacatura di equivoci, da 
cui temo ci si sveglierà dopo le prossime vicine elezioni con una 
situazione politica, se va bene, come questa; se va male molto molto 
peggiore.

Lorenzo Miazzi

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