[Area] Poi sono arrivati i “nostri"

thorgiov thorgiov a libero.it
Lun 12 Dic 2016 18:40:50 CET


Io ho avuto una esperienza opposta. La maggior parte delle persone con 
le quali avevo occasione di parlare del referendum, fin dall'estate di 
quest'anno, diceva chiaramente che avrebbe votato NO. Del resto, era 
logico che vincesse il NO. Renzi si era cucito una riforma 
costituzionale e soprattutto una legge elettorale su misura. Ma secondo 
me in un certo senso era in buona fede. Lui sapeva e sa benissimo che il 
PD alle ultime elezioni, tolti gli alleati, aveva ricevuto poco più di 
un terzo dei voti . La maggioranza della popolazione aveva votato per 
partiti dichiaratamente antieuropeisti e populisti, ma questi erano 
divisi, anche al loro interno. Persino il centrodestra non aveva più un 
leader, dopo Berlusconi. Una minoranza ben organizzata, politicamente 
corretta, europeista quale il PD non aveva in concreto possibilità di 
vincere, e Renzi ha sempre pensato che le opposizioni, una volta al 
potere, avrebbero sfasciato l'Italia. Dal suo punto di vista, il PD non 
ha una alternativa credibile, e forse su questo ha ragione, perchè solo 
il PD ha una vera classe dirigente. Ma per vincere il PD aveva una sola 
possibilità  : cancellare il Senato o almeno depotenziarlo, visto che 
proprio al Senato era sempre andato in difficoltà, e adottare una legge 
elettorale maggioritaria con doppio turno, per tagliare fuori le ali 
estreme.

Il suo gioco però è stato presto scoperto. Gli elettori dei partiti di 
opposizione, ed anche quelli della ala sinistra del PD ed i vecchi 
leader, hanno capito benissimo che Renzi si apprestava a governare da 
solo con una minoranza di voti. E questo, per un popolo anarchico  come 
quello italiano, era inaccettabile. A destra non era gradita la politica 
del Governo sulla immigrazione, a sinistra quella sul lavoro e la 
scuola. Tutte le opposizioni hanno trovato una unità di intenti : 
abbattere Renzi, perchè altrimenti Renzi avrebbe adottato delle 
politiche a loro sgradite, in ogni caso. Del resto in Italia non si vota 
mai per qualcuno, ma sempre contro qualcuno. La nostra storia è una 
storia di fazioni che si combattono, da sempre.

Ora si ricomincia tentando di raccogliere i cocci. Ma esistono due mine 
vaganti : il sistema bancario e il debito pubblico. Il Monte dei Paschi 
di Siena è la terza banca italiana per dimensioni. Se fallisce, per un 
effetto domino entrerà in crisi l'intero sistema bancario italiano, ed 
anche quello europeo. Inoltre prima o poi i tassi di interesse 
ricominceranno a crescere, e l'Italia ne risentirà più di tutti gli 
altri. E allora chi si prenderà la responsabilità di tagliare la spesa 
pubblicare e di aumentare le tasse, con una popolazione come la nostra ? 
Secondo me rischia di crollare l'intera Unione europea, perchè il 
malcontento verso l'Europa è destinato a crescere, non solo dalle nostre 
parti.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 12/12/2016 01:03, Lorenzo Miazzi ha scritto:
>
> Una settimana fa (solo una settimana fa!), a quest’ora, si è stati 
> certi della vittoria del NO. Ma io non ho gioito.
>
> La nostra vita scorre in una serie di cerchi sempre più grandi.
> Il più ristretto è quello dei familiari, non più di una decina di 
> persone; poi c’è quello degli amici, poi quello dei colleghi, dei 
> conoscenti, e poi quello di coloro che non conosciamo personalmente ma 
> sentiamo più o meno vicini a noi (chi scrive e legge un certo 
> giornale, chi aderisce a un certo gruppo, chi vota un certo partito, 
> chi fa parte di una certa fascia sociale); infine, c’è il resto, 
> quelli che non frequentiamo, che ignoriamo, che detestiamo: gli 
> amorfi, i cinici, i reazionari, i  razzisti.
>
> In questo referendum mi sono sentito solo nel credere che il voto più 
> giusto fosse il no. Partendo dalla mia famiglia (due no, due si) e 
> risalendo i cerchi della mia vita di relazione, incontravo sempre in 
> modo maggiore sostenitori del si: fra i miei amici di sinistra, fra i 
> miei colleghi, fra i miei conoscenti.
> I loro argomenti “politici” erano assai più convincenti dei miei, solo 
> “tecnici”.
> Insomma, pensavo avrebbe vinto il si.
>
> POI SONO ARRIVATI I “NOSTRI”, E IL NO HA TRIONFATO.
> Ma i “nostri” erano i cinici, i reazionari, gli amorfi, i razzisti, 
> che hanno votato del tutto indifferenti al merito del referendum.
> In quel 40% di SI ci sono la maggior parte delle persone che stimo.
> In quel 60% di NO ci sono una minoranza che ha votato un NO di merito 
> (poca gente, però); e una grande maggioranza di persone che ignoro, 
> detesto, evito.
>
> Per questo non ho gioito di questa vittoria, per questo oscillo fra lo 
> sconforto e lo stupefatto quando qualcuno scrive che “la gente si è 
> dimostrata migliore della classe politica che dovrebbe 
> rappresentarla”; o quando leggo altri che dicono che adesso bisogna 
> ripartire dalla schiacciante vittoria del NO per proporre temi come il 
> lavoro, le lotte per i diritti e via via verso il radioso sol 
> dell’avvenire (sino alla depenalizzazione della marijuana e 
> all’abolizione dell’ergastolo…).
>
> Mi auguro di sbagliare, ma mi pare questa un’ubriacatura di equivoci, 
> da cui temo ci si sveglierà dopo le prossime vicine elezioni con una 
> situazione politica, se va bene, come questa; se va male molto molto 
> peggiore.
>
> Lorenzo Miazzi
>
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