[Area] L’etica perduta della politica

thorgiov thorgiov a libero.it
Dom 18 Dic 2016 13:05:30 CET


Sì, effettivamente la Raggi non volle andare all'incontro organizzato 
dall'Azione Cattolica, e per tale motivo fu attaccata dalla gerarchia 
vaticana. Ma allora se per Enrico IV Parigi valeva bene una messa, Roma 
valeva per la Raggi un incontro con l'ACLI? Non so perchè, ma a 
proposito di quell'episodio a me viene in mente una strofa di una 
vecchia canzone di Zucchero : "/solo una sana e consapevole libidine 
salva il giovane dallo stress e dall'Azione Cattolica/".  Hai visto mai 
che il prossimo Sindaco di Roma uscirà dalle parrocchie ? Mai 
sottovalutare le encicliche.

Francamente, Mario, non ha senso parlare di una unica etica pubblica, 
come non ha senso parlare di una unica etica privata. Il capitalismo 
della Thatcher e di Reagan nasceva dall'etica protestante, che è molto 
rigida. Nulla a che vedere con i rampanti socialisti nostrani e il 
berlusconismo. Se qualcosa è vietato, non si fa e basta. Se è permesso, 
si fa senza problemi. E se un principio non va più bene, lo si cambia 
una volta per tutte. Questo è un sano pragmatismo. Poi bisogna vedere 
che cosa si intende per decisioni politiche "di pancia" . Ho detto che 
il PD si considera una minoranza illuminata, anzi l'unica minoranza 
legittimata a governare, e per questo si era fatta su misura una riforma 
costituzionale e una legge elettorale che le consentissero di andare al 
potere anche restando minoranza.  Ma a mio parere il PD ha preso 
decisioni molto irrazionali, basate più che altro su pregiudizi 
ideologici. Che senso ha disquisire ogni giorno di risanamento della 
finanza pubblica se poi si chiede sempre all'Europa di consentire più 
spesa ? Proprio il Governo Renzi ha utilizzato la legge di stabilità per 
guadagnare consensi per il referendum, secondo una vecchia logica, una 
logica che era propria di tutti i partiti della Prima Repubblica, ivi 
compreso il PCI del rinnovatore Enrico Berlinguer. Alla fine che cosa è 
veramente razionale ? Spesso la mente e il cuore seguono vie diverse, a 
prescindere da quello che dice la pancia.

FELICE   PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 18/12/2016 04:17, mario ardigo ha scritto:
>   L'etica non è innata. Deriva da un sistema di relazioni. E' quindi 
> politica. Lo aveva intuito Enrico Berlinguer, il quale tuttavia fu 
> molto criticato per la sua insistenza sulla questione morale. Sul 
> punto i neosocialisti preferivano essere più pragmatici e prendere 
> esempio dal neocapitalismo di impronta Reaganiana-Thatcheriana, 
> insofferente delle regole e della sottostante struttura sociale di 
> relazioni  tendenzialmente virtuose. Individui atomizzati non hanno 
> più etica. Ed è a questi che si rivolgono, direttamente, i nostri 
> rottamatori. Incitano a decisioni politiche "di pancia". Che 
> significa? Significa escludere la mente e il cuore e orientarsi sul 
> bestiale senso di vuoto/pieno che regola le sensazioni che appunto ci 
> vengono dall'attività digerente. E, tuttavia, tutti quelli che nei 
> mesi scorsi hanno cercato di spiegare alla gente i contenuti della 
> riforma costituzionale in decisione al referendum hanno in genere 
> notato che le persone, ad un certo punto, hanno chiesto di più. Hanno 
> voluto capire, hanno posto domande, hanno cercato aiuto, hanno parlato 
> tra loro: insomma si è creato un nuovo sistema di relazioni politiche 
> che, in fondo, ha manifestato anche una nuova componente etica, 
> perché, appunto, si è cominciato a tener conto anche di come la 
> pensavano gli altri, non solo della propria pancia. Una nuova etica e 
> una nuova politica. Ci si potrebbe costruire sopra un'organizzazione? 
> Forse. Distaccandosi però del modello del partito "liquido" che ha 
> liquefatto i partiti dagli anni '90. Bisognerebbe proseguire 
> quell'attività di formazione messa su per il referendum 
> costituzionale, che è stata anzitutto autoformazione e tirocinio di 
> comportamenti virtuosi.
>  L'unica organizzazione che sta lavorando su larga scala e in modo 
> capillare a qualcosa del genere è attualmente la Chiesa cattolica, 
> anche se in genere non se ne ha consapevolezza. Ad esempio si è da 
> poco concluso il ciclo di tirocinio alla politica "A noi la parola" 
> dell'Azione Cattolica, in cui si è insegnato ai bambini delle 
> elementari e ai ragazzini delle scuole medie a dirigere un Comune. 
> All'evento finale, organizzato due mesi fa qui a Roma, era stata 
> invitata la Sindaca di Roma, ma lei non ha potuto andare. Non credo 
> però che avesse capito bene di che si trattava. Altrimenti non si 
> sarebbe lasciata sfuggire l'occasione.
>  Una nuova etica politica per arrivare a una nuova politica su scala 
> planetaria: questo è il senso dell'enciclica Laudato si', un documento 
> assolutamente senza precedenti, un vero manifesto politico centrato 
> sulla liberazione dei sofferenti da modelli ingiusti di sviluppo 
> economico-sociale. Niente di nuovo, in gran parte: questo è importante 
> capirlo. E' tuttavia nuovo, per l'ambiente clericale, il pressante 
> appello a "fare" politica di massa, a lottare, a fare anche 
> rivoluzioni. Emerge un movimento a livello mondiale: vengono citati 
> documenti di 18 Conferenze episcopali di tutto il mondo. Così tutta 
> l'imponente organizzazione ecclesiastica si è messa a lavorare sulla 
> formazione politica, dalle parrocchie alle università e nella maggior 
> parte delle associazione e movimenti. E' un lavoro che darà i suoi 
> frutti. Non è un caso che ai vertici dell'attuale politica nazionale 
> troviamo tante biografie che provengono da quel mondo. E gli altri? 
> Questo è un lavoro che per più di un secolo hanno fatto i socialisti. 
> In quel campo gli ultimi a farlo furono, penso, i comunisti di Enrico 
> Berlinguer. Poi è come se si fosse pensato che l'attitudine al 
> ragionamento politico fosse innata. Non è così. Occorre formazione e 
> tirocinio, soprattutto quest'ultimo. Perché non si tratta solo di 
> capire, ma anche di fidarsi degli altri: non ci si arriva se non se ne 
> fa esperienza. E' ciò che avvenne, tra forze politiche di orientamento 
> molto diverso, durante la Resistenza storica.
> Mario Ardigò - Roma
>
>
> Il Sabato 17 Dicembre 2016 7:18, guido.vecchione25 
> <guido.vecchione25 a tin.it> ha scritto:
>
>
> Vi segnalo l'articolo di Stefano Rodotà " L’etica perduta della 
> politica" da la Repubblica+
> Guido  Vecchione
> L’etica perduta della politica
> TRA una politica che fatica a presentarsi in forme accettabili dai 
> cittadini e un populismo che di essa vuole liberarsi, bisogna 
> riaffermare una “moralità” delle regole attinta a quella cultura 
> costituzionale diffusa la cui emersione costituisce una rilevantissima 
> novità. SEGUE A PAGINA 39 MAI nella storia della Repubblica vi era 
> stata pari attenzione dei cittadini per la Costituzione, per la sua 
> funzione, per il modo in cui incide sul confronto politico e le 
> dinamiche sociali. I cittadini ne erano stati lontani, non l’avevano 
> sentita come cosa propria. Nell’ultimo periodo, invece, si sono 
> moltiplicate le occasioni in cui proprio il riferimento forte alla 
> Costituzione è stato utilizzato per determinare la prevalenza tra ...
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