[Area] ancora Roma

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Gio 5 Gen 2017 05:55:12 CET


 Anni fa il banco di prova dei politici erano le grandi riforme strutturali, in particolare quelle con forte incidenza sociale. Ora mi pare che tutti guardino a Roma per vedere chi la riuscirà a salvare. E' lì la "spada nella roccia" che attende il nuovo Artù.  Di solito salto la cronaca locale, che per me è ansiogena. Però ieri buttando un occhio lì dentro mi sono reso conto che è diventata assessora all'Ambiente una persona di grande valore che conobbi da universitario, nelle riunioni fondative di un gruppo politico che ancora c'è e che fu chiamato "Rosa Bianca", in memoria dell'omonima formazione di resistenti tedeschi. E' una specialista di primo livello nel settore ambientale, con esperienze nelle amministrazioni comunali di Reggio Emilia e di Genova. Ricordo che mi fece impressione, la prima volta che la incontrai, vederle tra le mani, tutto sottolineato, un libro che mi ero proposto di leggere, che avevo anche comprato, ma che era rimasto intonso.   Chissà se ce la farà?   Vuole togliere i cassonetti e ripristinare la raccolta dei rifiuti porta a porta con i furgoncini. Nel mio quartiere sono un po' preoccupati, perché, quando si tentò l'esperimento, non andò molto bene, per varie ragioni. Soprattutto gli anziani avevano difficoltà a portare il loro sacchettino nei punti di raccolta. E anche chi usciva molto presto di casa. Così si intraprese l'uso di  caricare i sacchetti in macchina e di andare a buttare la "monnezza" nel quartiere vicino dove ancora c'erano i cassonetti, e questo nelle prime ore del mattino o a notte fonda, clandestinamente. Ma, in definitiva, penso che quella della raccolta porta a porta sia la via giusta, come si è dimostrato nei Comuni più virtuosi. Però c'è un problema di adeguamento culturale, di costumi, da superare, in quartieri dove ci si sente un po' abbandonati, nelle periferie in particolare, e qui a Roma ce ne sono di veramente desolate. Bisogna creare il contorno sociale giusto. La conquista culturale va assecondata. C'è una società da suscitare. Se uno invece pensa di essere solo a dover badare a sé stesso e alla suo sacchetto di "monnezza" cerca delle scorciatoie, non ultima quella di lanciare tutto oltre la rete del vicino parco, qualcuno poi raccoglierà, pensa.  Tanti anni fa apprendemmo la raccolta differenziata dalle nostre figlie, che facevano le elementari. Un giorno ci rimproverarono scandalizzati per il nostro saccone condominiale in cui mettevano tutta la spazzatura. La maestra aveva detto che non si faceva così. Dovemmo assolutamente differenziare e non abbiamo più smesso. Ma qui intorno c'è gente che si attiene al vecchio costume. Vede l'altra gente che fa lo stesso e si adegua.  Non c'è una società che sostiene la riforma, che allora appare come una scocciatura amministrativa in più, come le strisce blu sotto casa, e non come un modo per aumentare il benessere collettivo. La raccolta dell'immondizia urbana è uno di quei servizi in cui se non c'è la collaborazione degli utenti, che quindi devono elevarsi alla condizione di cittadini, non se ne esce. La riforma del servizio può essere un'occasione per indurre alla cittadinanza. E questo è più della semplice amministrazione, è politica.Mario Ardigò - Roma
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