[Area] Il valore di Nemecsek
guido.vecchione25
guido.vecchione25 a tin.it
Mer 22 Feb 2017 15:30:25 CET
-------- Messaggio originale --------
Da: Guido Vecchione <guido.vecchione a giustizia.it>
Data: 22/02/2017 12:42 (GMT+01:00)
A: "'guido.vecchione25'" <guido.vecchione25 a tin.it>
Oggetto: Elogio di Nemecsek
Le periodiche polemiche in occasione delle scelte dei Capi degli Uffici
effettuate dal CSM rischiano seriamente di minare la credibilità del nostro
autogoverno, sia all'esterno, sia all'interno della magistratura.
È inutile nasconderlo, infatti, che proprio tra i colleghi è oramai molto
diffusa la convinzione che tali scelte non vengano effettuate con
riferimento alle effettive capacità dei candidati e alla loro attitudine a
ricoprire un determinato incarico direttivo, bensì in base a logiche
spartitorie e siano frutto di alleanze e scambi di reciproci favori.
Un quadro certamente sconsolante, rispetto al quale molti nostri colleghi
attribuiscono la responsabilità ai Consiglieri del CSM ed al sistema delle
correnti.
Personalmente credo che, sebbene alcune critiche temo siano fondate, sarebbe forse opportuno, da parte di tutti noi, un atto di consapevole autocritica, riconoscendo che la principale causa di questo fenomeno è il " carrierismo" del quale temo che molti nostri colleghi siano oramai preda e che, secondo me, determina anche quei fenomeni degenerativi del sistema delle correnti che spesso giustamente critichiamo.
La mia opinione, quindi, è che il male non sia costituito dalle correnti in
sé, le quali, se rimanessero sempre fedeli a quella funzione di "circoli" tra magistrati che condividono opinioni comuni sulla giustizia ed
il proprio ruolo, ritengo siano associazioni assolutamente da difendere,
anche contro gli attacchi alla nostra autonomia che provengono dall' esterno, bensì dalle prassi degenerative che ho appena descritto, delle quali, peraltro, credo il numero di responsabili sia maggiore di quello che generalmente viene indicato.Quale componente elettivo di un Consiglio Giudiziario, vorrei cominciare
da una personale autocritica, nel senso che, per aiutare il CSM a prendere
decisioni migliori, forse i Consigli Giudiziari, in occasione dei pareri
espressi per gli incarichi direttivi e semidirettivi - tanto più se si
considera che la posta in gioco non è la progressione in carriera del collega - dovrebbero essere più coraggiosi e franchi, scrivendo più chiaramente se le caratteristiche di ogni candidato siano tali
da renderlo in generale idoneo ad assumere incarichi direttivi ed in
particolare quello al quale aspira.
Ritengo, infatti, che questi pareri potrebbero essere formulati in
maniera più rigorosa, con indicazione più netta e chiara di eventuali
elementi che possano indurre a ritenere che quel collega - che per il resto
potrebbe essere un ottimo magistrato - non disponga di quelle specifiche capacità necessarie per assumere un determinato ruolo direttivo.
Credo, inoltre, che mentre sia legittima l'aspirazione di ognuno a
rivestire un incarico direttivo, anche per dare prova delle proprie
capacità organizzative, sia preoccupante la tendenza - che purtroppo mi
pare di scorgere in un crescente numero di colleghi - di aspirare sempre e
comunque ad un ruolo direttivo, essendo disponibile, a tal fine, a far
parte di quel gioco di alleanze e scambi di favori che tutti deprechiamo,
almeno a parole.
Intendiamoci, il carrierismo è un male comune anche ad altre
amministrazioni, per i magistrati, tuttavia, questo male ha ancora minori giustificazioni, poiché l'autonomia che ci è riconosciuta ci consente di conseguire le progressioni in carriera, con i relativi vantaggi economici, sulla base di periodiche valutazioni di professionalità che si possono superare "limitandosi" a svolgere diligentemente e con equilibrio il proprio lavoro.
Questa possibilità, quindi, giustamente prevista a garanzia della nostra
indipendenza, dovrebbe consentirci di resistere meglio alla sfrenata ambizione personale e quindi di essere meno disponibili ad accedere ad ogni costo ad un ruolo direttivo, anche perché quel meccanismo che molti di noi denunciamo ( e che temo, almeno in alcune occasioni, si sia effettivamente verificato ), di alleanze strategiche e scambi di favori costituisce il maggiore pericolo per la nostra autonomia.
In conclusione, credo siano da elogiare ed apprezzare, piuttosto, quei
nostri colleghi ( che sono convinto siano in realtà la maggioranza ) che si
comportano come il personaggio di quel romanzo che tutti abbiamo letto da bambini, "I ragazzi della Via Pàl" di Ferenc Molnár.
Mi riferisco a quel ragazzino gracile e timido, Nemecsek, il solo a
rimanere, nella banda di ragazzini della quale fa parte, un semplice
soldato, il quale, tuttavia, si dimostra l'unico capace di agire davvero
nell'interesse del bene comune.
L' augurio, per tutti questi colleghi, anche per quelli che sono stati
chiamati a svolgere ruoli direttivi ( sono sicuro che, nonostante tutto,
qualche volta ciò accada ) è quello di rimanere sé stessi, per la loro indipendenza e di quella dell' intera Magistratura.
Guido Vecchione
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