[Area] R: [Nuovarea] R: R: Area e i diritti di fine vita

Luca Poniz luca.poniz a giustizia.it
Mer 1 Mar 2017 10:25:48 CET


Non sarà forse elegante intervenire in un dibattito originato dalla pubblicazione di un documento che io ho sottoscritto con assoluta convinzione.

Ma trovo sorprendenti alcune risposte che ho letto qui: non mi meravigli il dissenso (anzi, è la fisiologia di ogni dibattito in un gruppo pensante) ma le ragioni che lo sostengono.

Il “comunicato” non era né poteva, né soprattutto voleva,  essere un documento di analisi “tecnica” del tema che il caso “Fabo” ha posto ancora una volta.

Sorprende che sfugga a taluno il senso tutto politico dell’analisi, che è:

1)      L’inerzia della politica ad affrontarlo, questo tema:   è vero oppure no che – come al solito ultimi in Europa – il Parlamento non disciplina una materia, affidandone la regolamentazione in parte al codice penale degli anni 30 ?

2)      La sottolineatura che, nel frattempo, la vita reale va avanti, con la sua drammaticità; e quando accadono i casi, essi arrivano sui tavoli dei Giudici : che, meglio di quanto ha fatto una cattiva politica, dopo qualche stravagante decisione “di non decidere” (ricordo il magistrale articolo di sdegno di Rodotà), hanno deciso, e benissimo, come ricorderete nella vicenda Englaro, facendo uso di principi costituzionali che è bene che tutti ricordino e metabolizzino (mentre quelli religiosi dovrebbero vincolare solo i religiosi, appunto).

3)      La cattiva politica ha in quel caso tentato persino di fermare la giurisdizione, con un decreto legge vergognoso che per fortuna non ha sortito effetto.

Questo dice il comunicato: c’è qualcosa di sbagliato in questa analisi?

Temo , invece, dalla lettura di alcuni messaggi successivi, che il dissenso sia sul sotteso, e sulla materia per come andrà regolata; sui princìpi fondamentali, appunto.

E qui entrano in campo argomenti che trovo sbalorditivi:  solo in un caso, si enuncia in modo chiaro che l’argomento decisivo è che la vita sia un “dono irrinunciabile”.  Non è un principio giuridico, non  sta nella Costituzione; non vi può stare, perché è un’idea religiosa, riconosciuta dalla Bibbia. Ora, ho il massimo rispetto per la chi coltiva; ma non vedo perché essa dovrebbe impedire a chi non crede in tale principio di coltivarne uno opposto, esso si idoneo a tutelare la libertà senza compromettere quella di chi, in omaggio ad un’idea “divina” della vita, pensi che ciò esiga anche il sacrificio estremo.

Ho letto nella ml arghomenti a ben vedere collegati a questa opzione cultturale-confessionale: si citano norme del codice penale (!) per indicare in esse la regolamentazione esistente, negando il vulnus normativo che il nostro comunicato denuncia. Incredibile che giuristi moderni non si rendano conto che la pretesa di trovare “i princìpi” in quello stesso codice che puniva l’adulterio femminile, lo sciopero, il vilipendio alla “religione di Stato”, l’omicidio d’onore, l’aborto, e dal quale emergeva (e per molti aspetti ancora emerge), l’idea di un ordinamento etico e paternalista sia abissalmente lontana da princiìpi che credevo acquisiti alla cultura giuridica post-costituzionale …

Io spero ancora che ci siano cattolici che riescano a smentire una frase di Salvemini assai remota ma – ahimè – ancora molto attuale: “la realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamate liberà della Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le libertà  a noi laicisti in nome dei princìpi nostri, e negano le liberà altrui in nome dei princìpi loro”.  Ahinoi, quanto vero è stato questo nel nostro Paese, e quanto vero continua ad esserlo.

Nel frattempo, una domanda: ma il giovane che implorava di morire, lucido, cosciente e determinato,  e non poteva darsi la morte con le proprie mani, l’avreste lasciato vivere? Obbligato a farlo? E perché? Vi prego, non citatemi il codice penale. Lo conosco anch’io.

Luca Poniz

 

 

 

Da: Nuovarea [mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it] Per conto di Filippo Focardi
Inviato: mercoledì 1 marzo 2017 08:53
A: 'Chiara Valori' <chiara.valori a giustizia.it>; 'Anna Magelli' <anna.magelli a giustizia.it>; 'Stefano Civardi' <stefano.civardi a giustizia.it>; 'Coordinamento Area' <coordinamentoarea a gmail.com>; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; nuovarea a nuovarea.it; 'area' <area a areaperta.it>
Oggetto: [Nuovarea] R: R: Area e i diritti di fine vita

 

al contrario, plaudo alla iniziativa di Area... un comunicato sobrio, che enuncia sinteticamente i termini del problema e chiede a chi di dovere di risolverli, chiarendo in maniera inequivocabile che il Legislatore ha il dovere di disciplinare questo tema, e non disciplinarlo è di per sé una ingiustizia.

Viceversa, mi preoccupa la notazione che AREA pare condannata all'immobilismo, perché su oogni tema ci sono mille rivoli, mille distinguo, mille sensibilità che paralizzano tutto.

 

 

Da: Nuovarea [mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it] Per conto di Chiara Valori
Inviato: martedì 28 febbraio 2017 17:31
A: Anna Magelli; Stefano Civardi; 'Coordinamento Area'; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com <mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com> ; nuovarea a nuovarea.it <mailto:nuovarea a nuovarea.it> ; 'area'
Oggetto: Re: [Nuovarea] R: Area e i diritti di fine vita

 

Sì, anche io condivido l’invito alla pacatezza e alla riflessione di Stefano. 

Credo che sia necessario ancora trovare spazi di riflessione comune, davvero rispettosi delle diverse opinioni e lontano dall’emotività del momento.

chiara

 

 

From: Anna Magelli <mailto:anna.magelli a giustizia.it>  

Sent: Tuesday, February 28, 2017 5:12 PM

To: Stefano Civardi <mailto:stefano.civardi a giustizia.it>  ; 'Coordinamento Area' <mailto:coordinamentoarea a gmail.com>  ; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com <mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>  ; nuovarea a nuovarea.it <mailto:nuovarea a nuovarea.it>  ; 'area' <mailto:area a areaperta.it>  

Subject: Re: [Nuovarea] R: Area e i diritti di fine vita

 

concordo con Stefano Civardi: troppa sintesi nel comunicato di Area, che riguarda un argomento le cui molteplici e difficilissime implicazioni avrebbe certamente meritato una riflessione ben più completa.

Non condivido l’impulso ad uscire con comunicati a ridosso dell’emotività che è conseguente a certe vicende e alla loro pubblicizzazione, con modalità non sempre  rispettose della dignità e della riservatezza di un uomo che  ha effettuato una simile tragica scelta (mi riferisco alle foto e video anche degli ultimi istanti precedenti la morte).

Il che non toglie la necessità e l’urgenza di affrontare l’argomento.

Anna Magelli

 

 

From: Stefano Civardi <mailto:stefano.civardi a giustizia.it>  

Sent: Tuesday, February 28, 2017 4:17 PM

To: 'Coordinamento Area' <mailto:coordinamentoarea a gmail.com>  ; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com <mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>  ; nuovarea a nuovarea.it <mailto:nuovarea a nuovarea.it>  ; 'area' <mailto:area a areaperta.it>  

Subject: [Nuovarea] R: Area e i diritti di fine vita

 

I confini fra rifiuto dell’accanimento terapeutico e diritto al suicidio meritano forse una riflessione più articolata e meno emotiva che inevitabilmente mal si presta ad un comunicato di sei righe nelle quali non riesco a trovare il lume che AREA offre al legislatore. Dovremmo forse distinguere fra vite che vale la pena di essere vissute e vite che si possono rifiutare ? Ci sono vite la cui eliminazione, con il consenso dell’interessato, è opportuna ? Qual è il grado di handicap che consente l’eliminazione, su base volontaria ovviamente ? Comprendo come sia oggettivamente difficile disciplinare la materia…

Stefano Civardi

Da: Nuovarea [mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it] Per conto di Coordinamento Area
Inviato: martedì 28 febbraio 2017 11:30
A: mailinglist-anm a associazionemagistrati.com <mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com> ; <nuovarea a nuovarea.it <mailto:nuovarea a nuovarea.it> > <nuovarea a nuovarea.it <mailto:nuovarea a nuovarea.it> >; area <area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it> >
Oggetto: [Nuovarea] Area e i diritti di fine vita

 

< La straziante vicenda umana di Fabiano Antoniani, e il suo doloroso epilogo , che lo ha visto costretto a un inumano viaggio finale , suscita emozioni profondissime e interroga le coscienze di tutti noi , cittadini prima ancora che magistrati. Ancora una volta un drammatico caso evidenzia un vuoto normativo che permane ancorché si tratti di regolare diritti fondamentali in coerenza con principi sovranazionali e costituzionali e di rispondere  ad istanze ormai diffusamente avanzate dai cittadini. Riteniamo che la corretta lettura ed applicazione di tali principi debbano portare a riconoscere 

la libertà di autodeterminazione negando ogni forma di 'obbligo di vivere ' incompatibile con i principi della carta costituzionale .  La giurisdizione - non di rado accusata di supplenza da quella stessa politica che troppo spesso abdica ai propri doveri - ha saputo svolgere il proprio compito in precedenti, dolorosi casi, individuando nella carta costituzionale una tavola di valori supremi, in cui trovano irrinunciabile tutela la dignità umana, la libertà e, a ben vedere, la vita nel suo senso più profondo .

Il Coordinamento nazionale di Area 

I componenti di Area in CDC

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