[Area] INTERVISTA A RICCARDO DI VITO: IL DL MIGRANTI? SI RISCHIA GIUSTIZIA MINORE
thorgiov
thorgiov a libero.it
Ven 10 Mar 2017 17:03:59 CET
Ottima l'abolizione dell'appello. Era ora ! Mi auguro però che questa
tendenza prosegua anche per gli altri processi. L'importante è iniziare
a comprendere che le impugnazioni vanno ridotte.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 10/03/2017 14:44, md a magistraturademocratica.it ha scritto:
>
> *Intervista al presidente di Md, Riccardo De Vito: «Il decreto Minniti
> rischia di creare una giustizia per ‘cittadini minori»*
>
> *http://www.magistraturademocratica.it/mdem/articolo.php?id=2657&a=on*
>
> */«Pericoloso togliere un grado di giudizio all’esame delle richieste
> di asilo. Sono in gioco i diritti fondamentali di persone che in caso
> di rimpatrio rischiano la vita», dice Riccardo De Vito./*
>
>
> «Si rischia di creare una “giustizia minore” per “cittadini minori”»:
> è l’allarme che lancia il presidente di Magistratura democratica
> Riccardo De Vito in merito al decreto migranti ora in esame al Senato.
> La corrente di sinistra delle toghe è molto netta sul provvedimento
> che porta la firma del guardasigilli Orlando, su cui ha espresso
> critiche anche l’intera Anm con un documento approvato dal suo
> parlamentino lo scorso sabato.
>
>
> *Presidente De Vito, voi di Md puntate il dito soprattutto su due
> punti: l’abolizione dell’appello e la centralizzazione in quattordici
> tribunali di tutte le cause in materia di asilo. Perché non vanno?*
>
>
> In primo luogo perché si toglie un grado di giudizio in un processo
> civile in cui sono in gioco diritti fondamentali, diritti di vita o di
> morte di persone che in caso di rimpatrio sarebbero esposte a
> trattamenti inumani, guerre e persecuzioni. A fronte di cause civili
> di valore modesto in cui sono presenti tre gradi, avere procedimenti
> così importanti con solo due gradi di giudizio appare una violazione
> di principi costituzionali e internazionali.
>
>
> *I difensori del decreto affermano che i gradi sono comunque tre,
> perché prima del tribunale c’è il giudizio di fronte alla commissione
> territoriale.*
>
>
> Sì, ma le commissioni territoriali sono autorità amministrative, non
> si può equipararle a un giudizio di fronte a magistrati. Il decreto,
> per giunta, non dice quali siano i requisiti di indipendenza che
> devono avere le persone chiamate a far parte di tali commissioni.
>
>
> *Poi c’è la seconda questione: la centralizzazione delle cause in
> quattordici tribunali.*
>
>
> La professionalizzazione dei giudici che si occupano di protezione
> internazionale (diritto di asilo, ndr) prevista dal decreto, mediante
> corsi alla scuola della magistratura con l’Alto commissariato per i
> rifugiati, può essere un aspetto positivo. Ma il fatto che tutto si
> concentri in quattordici tribunali per tutto il Paese contribuisce ad
> allontanare il cittadino straniero, e anche il suo difensore, dal foro
> in cui è trattata la sua causa. C’è dell’altro: questo giudizio in
> tribunale rischia di essere senza contraddittorio, con la semplice
> videoregistrazione dell’audizione dello straniero resa di fronte alla
> commissione territoriale, senza la presenza in aula di un mediatore
> linguistico-culturale.
>
>
> *Figure professionali, quelle dei mediatori, che sono carenti nelle
> aule di giustizia…*
>
>
> Esatto, anche perché queste riforme vengono spesso introdotte con
> clausola di neutralità finanziaria. I mediatori, tra l’altro,
> servirebbero in numero maggiore anche nelle carceri e nei cosiddetti
> hotspot. A proposito: il decreto ha perso l’occasione per regolare una
> volta per tutte con norma di legge proprio gli hotspot, spesso
> lasciati a leggi regionali o circolari del ministero degli Interni.
>
>
> *Voi giudicate negativamente l’aumento a 135 dei giorni di detenzione
> dei migranti nei Centri di permanenza per i rimpatri (ex Cie). Ma non
> sono indicazioni che vengono dalla Ue?*
>
>
> Attenzione con il “ce lo chiede l’Europa”, perché dipende quale
> Europa. Bisognerebbe ricordarsi che la Corte europea dei diritti umani
> con la sentenza Khlaifia (dicembre 2016, ndr) ha condannato l’Italia
> proprio per gli hotspot, luoghi in cui gli stranieri sono privati
> della libertà senza controllo dell’autorità giudiziaria. E poi le
> indicazioni che arrivano dalla Ue sull’accelerazione delle procedure
> di riconoscimento dell’asilo non vanno interpretate sostituendo la
> videoregistrazione all’audizione dello straniero in persona: una
> scelta che non ci sembra conforme alle intenzioni del legislatore europeo.
>
>
> *Il governo ha presentato il decreto sui migranti insieme a quello
> sicurezza voluto dal ministro Minniti, ora alla Camera. Qual è il
> vostro giudizio su quest’altro provvedimento?*
>
> Il decreto sicurezza sembra ispirato alla logica di un’inquietante
> amministrazione locale della paura, per citare il titolo di un
> importante saggio. Si lega la sicurezza al decoro: invece di rimuovere
> le cause dell’esclusione, si nascondono poveri e marginali dagli occhi
> dei ricchi. Non solo: è pericoloso rimettere al potere del sindaco di
> intervenire sulla libertà di circolazione delle persone con
> allontanamenti e divieti. Sono norme ideologiche, anche prive di
> effettività, come le multe ai clochard. Alla base c’è una politica più
> incentrata sulla ricerca di misure ad effetto per il cosiddetto
> diritto alla sicurezza che non sulla sicurezza dei diritti di tutti.
>
> Il Manifesto, 10 marzo 2017
>
>
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