[Area] vicenda Mascolo - comunicato Giunta veneta ANM

Vincenzo Sgubbi vincenzo.sgubbi a gmail.com
Ven 24 Mar 2017 19:25:52 CET


Cari colleghi,

con una certa amarezza, comune a tutta la Giunta, vi riporto il comunicato che abbiamo deliberato in tempi strettissimi in relazione alla lettera che il collega Angelo Mascolo ha inviato alla Tribuna di Venezia e che è stata ripresa da molti quotidiani anche nazionali. Vi accludo anche il testo della lettera fatta pubblicare dal collega.

Non credo siano necessari commenti.

Roberto Terzo, presidente protempore

 



SEZIONE VENETA

 

Venezia, venerdì 24 marzo 2017

La Giunta Veneta dell’Associazione Nazionale Magistrati resta sgomenta dinanzi alle esternazioni pubbliche del collega Angelo Mascolo, dallo stesso inviate ai giornali locali, e se ne dissocia e riservandosi di interessarne il collegio dei probiviri per le valutazioni disciplinari.

I magistrati veneti, a differenza del collega Mascolo, credono profondamente nello Stato e si impegnano ogni giorno a difenderlo e a difendere tutti i cittadini senza ricorrere alla violenza o alle forme di vendetta e omicidio che il collega Mascolo richiama a sproposito e pare anzi auspicare; lo fanno, ogni giorno, nel rispetto delle leggi e dei principi di civiltà giuridica che connotano il nostro paese e che hanno consentito di debellare il terrorismo politico e ridimensionare la mafia.

Contrariamente a quanto ritiene il collega Mascolo lo Stato esiste e controlla saldamente il territorio. Grazie al sacrificio di funzionari, forze dell’ordine e magistrati, lo Stato persegue la tutela i suoi cittadini al meglio delle possibilità (e delle scarse risorse disponibili) come testimonia la costante riduzione, anno dopo anno, dei reati più gravi; si tratta dello stesso Stato che, nelle sembianze di una pattuglia di Carabinieri, ha consentito al collega Mascolo di sentirsi protetto nel corso della vicenda da lui narrata.

Per queste ragioni la ANM del Veneto ritiene gravi ed inaccettabili la affermazioni disfattiste del collega Mascolo, contrarie alla sobrietà e all’equilibrio che deve caratterizzare ogni magistrato e ricorda infine che un magistrato è credibile, ed è degno della sua funzione, solo quando valuta in modo imparziale vicende a cui non è personalmente interessato e non certo quando si pone come parte in causa.

La Giunta veneta dell’Associazione Nazionale Magistrati

 

 


ECCO LA LETTERA INVIATA AL NOSTRO GIORNALE

 

di ANGELO MASCOLO

 

"Qualche sera fa, tornando da una cena, ho avuto la cattiva idea di sorpassare una Bmw. Qualcuno a bordo si è offeso, ed è cominciato un inseguimento a colpi di fari abbaglianti e di preoccupanti avvicinamenti. Direte voi: finalmente capita a un giudice la rogna! Non fino in fondo, però, perché fortuna ha voluto che raggiungessi una pattuglia di Carabinieri, che segnalassi loro i miei inseguitori e che questi, bloccati, venissero a buoni consigli, dicendo che “abbiamo seguito il signore per esprimere le nostre critiche sul suo modo di guidare”. Pensa te.

Qui si pone un problema: se fossi stato armato, come è mio diritto e come sarò d’ora in poi, che sarebbe successo se, senza l’intervento dei Carabinieri, le due facce proibite a bordo della Bmw mi avessero fermato e aggredito, come chiaramente volevano fare? Se avessi sparato avrei subito l’iradiddio dei processi - eccesso di difesa, la vita umana è sacra e via discorrendo- da parte di miei colleghi che giudicano a freddo e difficilmente – ed è qui il grave errore - tenendo conto dei gravissimi stress di certi momenti.

 

Concludendo, per bene che mi fosse andata, sarei andato incontro quantomeno alla rovina economica per le spese di avvocato: mistero dei misteri è perché non debbano essere rifuse dallo Stato le spese ai processati innocenti: un fatto che non capirò mai. Forse perché, come dice qualcuno, gli imputati non sono mai innocenti. Mah! Ma il problema della legittima difesa è un problema di secondo grado, come quello di asciugare l’acqua quando si rompono le tubature. Il vero problema sono le tubature e, cioè, che lo Stato ha perso completamente e totalmente il controllo del territorio, nel quale, a qualunque latitudine, scorazzano impunemente delinquenti di tutti i colori, nonostante gli sforzi eroici di poliziotti anziani (a Treviso l’età media è di 49 anni), mal pagati e meno ancora motivati dall’alto e, diciamolo pure, anche dallo scarso rigore della Magistratura.

 

La severità nei confronti di questi gentiluomini - e gentildonne se no mi danno del sessista - è diventata, a dir poco, disdicevole, tante sono le leggi e le leggine che provvedono a tutelarli per il processo e per la detenzione e che ti fanno, talvolta, pensare: ma cosa lavoro a fare? E, in effetti, il lavoro di un giudice penale è, oggi, paragonabile a quello del soldato al quale, per tenerlo calmo, fanno scavare un buco e poi riempirlo. Severità, forza: argomenti obsoleti. Pascal, non Ivan il Terribile, disse che la legge, senza forza, è impotente. Se non ci fosse stata la forza, come sarebbe avvenuta la Rivoluzione Francese, pietra miliare della civiltà vera, quella occidentale e non quella dei cammellieri? Offrendo cioccolatini a Maria Antonietta? E Hitler lo avrebbero fermato le gentili parole di Chamberlain e Deladier? Il che vuol dire che, quando ci vuole, ci vuole. Ne deriva che, a parte casi di persone – esistono, incredibilmente, anche loro, questi cuori candidi- che ci credono veramente, coloro che proclamano che il nemico, e Dio sa se ne abbiamo e quali stiano bussando alle nostre inermi porte, può essere fermato con la bontà e l’offerta di pace, sono pavidi o renitenti alla leva, e Dio sa se l’Italia non è patria di queste categorie di soggetti. Golda Meir, che qualcuno definì unico uomo nel governo di Israele, dopo i fatti di Monaco ’72 disse che ci sono dei momenti in cui uno Stato deve venire a compromessi

coi suoi valori e fece inseguire e uccidere uno per uno gli attentatori. Attentatori che oggi, a parte episodi sporadici, guarda un po’, girano alla larga da Israele. E noi, quando potremo finalmente dire: l’Italia s’è desta?"​

 

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