[Area] Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017

Caterina Interlandi caterina.interlandi a giustizia.it
Mar 13 Giu 2017 10:44:39 CEST


Ringrazio molto l’Avvocato Antonio Rosa per la risposta puntuale e franca, che sollecita un dibattito rispettoso e serio sulla questione.
Sarebbe auspicabile l’organizzazione di un incontro  sul punto.

Personalmente credo il richiamo al principio dell’abuso del diritto non sia improprio di fronte a astensioni a singhiozzo, ripetute a breve distanza temporale,   numerose e prolungate. 
Ciò perchè esiste il dovere di lealtà processuale, che impone di cooperare per arrivare ad una decisione,  tempestiva nella applicazione delle regole del giusto processo. 
Il rispetto del codice di autoregolamentazione non basta, se elude il principio di lealtà processale.  

Sono d’accordo con la necessità di costruire insieme una maggiore coesione tra magistratura e avvocatura consapevole dei propri  ruoli professionali e sociali, e dell’apporto anche economico di ciascuna categoria al buon funzionamento della giustizia. 
Credo che questo obiettivo non possa eludere il passaggio della introduzione di un numero chiuso per l’accesso alla professione forense, e alla creazione di un minimo comune denominatore deontologico per avvocatura e magistratura.   

Caterina Interlandi 


From: Rosa & Ferrarese 
Sent: Tuesday, June 13, 2017 10:24 AM
To: 'Rosario Lupo' ; area a areaperta.it 
Subject: Re: [Area] Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017

Non entro nel merito della questione, devo però ribadire che –purtroppo- l’astensione è l’unica forma di protesta che hanno gli avvocati e non capisco perché si voglia limitarne l’utilizzo nel nome di un efficientismo giudiziario (che poi è formula del tutto astratto se ci si guarda attorno senza mettersi bende sugli occhi). 

Sono certo che chi ha proclamato l’astensione è soggetto legittimato a farlo e ben capace di valutarne le conseguenze e di deciderne  i tempi e le modalità.

Esiste un codice di autoregolamentazione delle astensioni che traccia il confine tra condotte legittime ed abusive; queste sono le uniche regole che devono essere rispettate (anche se oggi, limitatamente ad un aspetto, è stato rimesso all’esame della Corte Costituzionale). 

Non dimentichiamo, infine, che da troppo tempo l’Avvocatura è bistrattata, si è impoverita e proletarizzata. La vecchia professione liberale   è stata sacrificata al principio del libero mercato. Chiedo dove era la Magistratura Associata quando questo accadeva; richiamo, a chi fossero sfuggite,  le parole del Presidente del Consiglio Nazionale Forense pronunciate in sede di inaugurazione dell’anno giudiziario sulla necessita di costruire insieme (avvocati e magistrati)  una democrazia solidale che non lascia indietro nessuno, e che sia ricostruita a partire dal ceto delle professioni, dal ceto medio, che non può più essere compresso da un mercato senza regole e la speranza di disegnare una società nuova, libera dalla cultura dell’odio e orientata alla «tutela dei diritti, che non possono essere oggetto di spending review quando si tratta di salute, istruzione, difesa, lavoro»

Se qualcuno se ne fosse nel frattempo dimenticato, ricordo infine l’apporto che l’Avvocatura ha dato (anche sotto gli aspetti finanziari) per l’efficienza e l’innovazione del sistema giustizia.  

Escludo, da ultimo, categoricamente che un Consiglio dell’Ordine possa intervenire sugli iscritti per indurli ad aderire alle astensioni proclamate (semmai si limita a vigilare deontologicamente che l'avvocato che aderisca all'astensione non se ne dissoci solo con riferimento a singole giornate o a proprie specifiche attività, né vi aderisca parzialmente, in certi giorni o per particolari proprie attività professionali).

Scusate ma quando si parla di abuso del diritto  con riferimento alla proclamazione di un astensione si finisce per negare il principio dell’esistenza del ricorso ad una legittima forma di protesta (limitandola nel tempo e nella modalità, oltre quanto disposto nel codice di autoregolamentazione). 

Che poi queste conclusioni siano tratte dalla parte della Magistratura associata che più di altre si è distinta nella tutele dei diritti e tradizionalmente sforzata nel creare una società solidale, mi sembra davvero un incongruenza dettata (mi auguro) dal nervosismo dovuto alla situazione del ripetersi delle astensioni.

Scusate delle franchezza 

Antonio Rosa

 




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