[Area] R: R: Re: Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017

thorgiov thorgiov a libero.it
Mar 13 Giu 2017 13:10:40 CEST


Propongo una astensione prolungata dall'esercizio della azione penale. 
Un anno senza chiedere rinvii a giudizio ma solo archiviazioni. Così non 
si celebreranno processi e non ci saranno astensioni dalle udienze, 
perchè materialmente mancheranno le udienze.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 13/06/2017 11:54, MATTEO CENTINI ha scritto:
>
> Scusate però non ci nascondiamo, tra i motivi di protesta c’è la 
> separazione delle carriere, che niente ha a che fare con l’efficienza 
> del sistema giustizia e tantomeno con la proletarizzazione 
> dell’avvocatura (di cui pure in passato ho fatto parte, venendo pagato 
> pochi spicci in nero), la quale passa per la convenienza di moltissimi 
> avvocati, che dispongono di manodopera qualificata a basso costo e con 
> meno garanzie di una normale segretaria.
>
> Per quanto mi riguarda non ho alcuna voglia di limitare il diritto 
> degli avvocati ad astenersi; mi limito solo ad assicurarmi che lo 
> facciano su tutto, compreso il deposito di istanze, o il venire a 
> parlare con il pm di questo o quel procedimento, ecc.: in questo 
> momento l’Ufficio è pieno di avvocati che girano a sbrigare i loro 
> affari in segreteria, mentre si sono astenuti contemporaneamente dalle 
> udienze.
>
> Non amo la logica della contrapposizione, ma ancor meno l’ipocrisia.
>
> Saluti
>
> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di 
> *roberto.lamacchia a virgilio.it
> *Inviato:* martedì 13 giugno 2017 10:43
> *A:* Rosa & Ferrarese; Rosario Lupo; area a areaperta.it
> *Oggetto:* [Area] R: Re: Lettera aperta alle Camere Penali sullo 
> sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017
>
> Concordo con la mail del collega Rosa Ferrarese, pur essendo io un 
> avvocato che non sta aderendo alle plurime astensioni indette 
> dall'Unione Camere Penali.
>
> Ho sempre sostenuto che l'astensione dalle udienze, unico strumento di 
> protesta  degli avvocati per far sentire la loro voce, sia strumento 
> da maneggiare con estrema cautela,limitandolo al minimo indispensabile 
> e nei soli casi di evidente messa in pericolo dei diritti dei 
> cittadini (e degli avvocati); per questa ragione, ad esempio, ho 
> aderito alla prima astensione, condividendone le motivazioni, ma non 
> ho aderito alle successive ritenendo che il danno che si andava 
> determinando al sistema giustizia, nel suo insieme, fosse maggiore del 
> profitto che si poteva ottenere da nuove astensioni; il ripetersi, 
> poi, dell'astensione una o due volte al mese mi ha definitivamente 
> convinto dell'erroneità della scelta fatta dall'UCPI, tanto varrebbe, 
> a questo punto, un'astensione a tempo indeterminato, se i rischi per 
> la tutela dei diritti fossero ritenuti così elevati!
>
> E che un uso eccessivo dell'astensione sia strumento pericoloso lo si 
> può evincere dalla reazione provocata anche su questa lista, che 
> porterebbe a mettere in discussione l'esistenza stessa del diritto, 
> sancito dalla Corte Costituzionale, dell'avvocato di astenersi dalle 
> udienze, come forma di protesta e di espressione del proprio pensiero.
>
> Dunque, se vogliamo "costruire insieme (avvocati e magistrati)  una 
> democrazia solidale che non lascia indietro nessuno" come dice il 
> Presidente del CNF Mascherin, evitiamo di assumere posizioni di 
> critica così radicale all'azione dell'Avvocatura, magari tenendo conto 
> che vi sono pure avvocati ed associazioni che non aderiscono alle 
> astensioni, ma che, comunque, difendono il loro diritto ad esprimere 
> la loro protesta e la loro voce.
>
> Roberto Lamacchia
>
> ----Messaggio originale----
> Da: "Rosa & Ferrarese" <rosa-ferrarese a iol.it>
> Data: 13-giu-2017 10.24
> A: "Rosario Lupo"<rosario.lupo a giustizia.it>, <area a areaperta.it>
> Ogg: Re: [Area] Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero 
> indetto dal 12 al 16 giugno 2017
>
> Non entro nel merito della questione, devo però ribadire che 
> –purtroppo- l’astensione è l’unica forma di protesta che hanno gli 
> avvocati e non capisco perché si voglia limitarne l’utilizzo nel nome 
> di un efficientismo giudiziario (che poi è formula del tutto astratto 
> se ci si guarda attorno senza mettersi bende sugli occhi).
>
> Sono certo che chi ha proclamato l’astensione è soggetto legittimato a 
> farlo e ben capace di valutarne le conseguenze e di deciderne  i tempi 
> e le modalità.
>
> Esiste un codice di autoregolamentazione delle astensioni che traccia 
> il confine tra condotte legittime ed abusive; queste sono le uniche 
> regole che devono essere rispettate (anche se oggi, limitatamente ad 
> un aspetto, è stato rimesso all’esame della Corte Costituzionale).
>
> Non dimentichiamo, infine, che da troppo tempo l’Avvocatura è 
> bistrattata, si è impoverita e proletarizzata. La vecchia professione 
> liberale   è stata sacrificata al principio del libero mercato. Chiedo 
> dove era la Magistratura Associata quando questo accadeva; richiamo, a 
> chi fossero sfuggite,  le parole del Presidente del Consiglio 
> Nazionale Forense pronunciate in sede di inaugurazione dell’anno 
> giudiziario sulla necessita di costruire insieme (avvocati e 
> magistrati)  una democrazia solidale che non lascia indietro nessuno, 
> e che sia ricostruita a partire dal ceto delle professioni, dal ceto 
> medio, che non può più essere compresso da un mercato senza regole e 
> la speranza di disegnare una società nuova, libera dalla cultura 
> dell’odio e orientata alla «tutela dei diritti, che non possono essere 
> oggetto di spending review quando si tratta di salute, istruzione, 
> difesa, lavoro»
>
> Se qualcuno se ne fosse nel frattempo dimenticato, ricordo infine 
> l’apporto che l’Avvocatura ha dato (anche sotto gli aspetti 
> finanziari) per l’efficienza e l’innovazione del sistema giustizia.
>
> Escludo, da ultimo, categoricamente che un Consiglio dell’Ordine possa 
> intervenire sugli iscritti per indurli ad aderire alle astensioni 
> proclamate (semmai si limita a vigilare deontologicamente che 
> l'avvocato che aderisca all'astensione non se ne dissoci solo con 
> riferimento a singole giornate o a proprie specifiche attività, né vi 
> aderisca parzialmente, in certi giorni o per particolari proprie 
> attività professionali).
>
> Scusate ma quando si parla di abuso del diritto  con riferimento alla 
> proclamazione di un astensione si finisce per negare il principio 
> dell’esistenza del ricorso ad una legittima forma di protesta 
> (limitandola nel tempo e nella modalità, oltre quanto disposto nel 
> codice di autoregolamentazione).
>
> Che poi queste conclusioni siano tratte dalla parte della Magistratura 
> associata che più di altre si è distinta nella tutele dei diritti e 
> tradizionalmente sforzata nel creare una società solidale, mi sembra 
> davvero un incongruenza dettata (mi auguro) dal nervosismo dovuto alla 
> situazione del ripetersi delle astensioni.
>
> Scusate delle franchezza
>
> Antonio Rosa
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