[Area] R: Tra Scilla e Cariddi, ovvero il nodo della magistratura onoraria

Dr.ssa Angela Barbaglio angela.barbaglio a giustizia.it
Lun 26 Giu 2017 14:08:36 CEST


Concordo su tutto. Questi sono i nodi su cui battere

                           angela barbaglio Verona

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Roberto Braccialini
Inviato: lunedì 26 giugno 2017 13:10
A: 'NUOVA AREA' <nuovarea a nuovarea.it>; area a areaperta.it;
iscritti a magistraturademocratica.it
Oggetto: [Area] Tra Scilla e Cariddi, ovvero il nodo della magistratura
onoraria

 

Carissimi,

 

mentre siamo giustamente affaccendati  sui casi del nostro autogoverno, si
sta consumando la vicenda davvero problematica e nodale della riforma della
magistratura onoraria. Ho appena finito di archiviare un volantino che si
intitolava “schiavi di Stato” e la definizione è pesante ma ha un innegabile
fondo di verità.

Certo dopo 25 anni di attese deluse – se pensiamo che il nostro Osservatorio
propose nel 2004 una riserva di posti in tutti i concorsi ordinari per
magistrati, con il che avremmo da tempo risolto il problema – è davvero
difficile avere idee chiare, che vadano oltre la semplice percezione del
problema. E tuttavia a me sembra che:

a)      La stabilizzazione di 5200 magistrati, immettendoli nel ruolo
organico, oltre a comprensibili problemi di risorse, comporterebbe un doppio
pregiudizio sia  per  le regole costituzionali sull’accesso per concorso
che per il blocco dei futuri concorsi, visto che si sta parlando di metà
dell’attuale organico togato. Per una ventina d’anni non si farebbero più
concorsi ordinari?

b)      I positivi spunti della riforma del 2016 (ampliamento di competenza
per materia, dirigenza affidata al magistrato togato, inserimento iniziale
nell’ufficio del processo) risultano mortificati dal trattamento economico
previsto per nuovi e vecchi GOP; a cui corrisponderebbe un impegno di
udienza di poca utilità per giudici di pace e tribunale, se confrontato con
la mole (eccessiva) delle materie trasferite.

 

Mi pare che tanto le commissioni parlamentari, che il CSM,  abbiano
formulato una serie di  assennate osservazioni allo schema governativo del
decreto delegato e, sul profilo economico, alcune associazioni abbiano
avanzato richieste di esenzioni che sarebbero una prima risposta al problema
economico.

Naturalmente ci sarebbero ancora tantissime cose da dire ma la questione
fondamentale è: il nostro associazionismo vuole dare un serio contributo a
sostegno dei correttivi già individuati da Parlamento e CSM? Assisteremo
all’ennesimo (e comprensibile) sciopero dei magistrati onorari senza dire
niente? Che iniziative potremmo assumere per far capire che la riforma ci
interessa ma non si può fare con i fichi secchi? 

Viviamo in un Paese dove si lavora senza pausa, sabato e festivi,  per il
salvataggio di due banche, ma pochi fanno  gli straordinari per far
funzionare bene la giustizia; salvo poi a dire che senza una giustizia che
funzioni, non può esserci un Paese competitivo… ma questa è un’altra storia.


 

Cari saluti rbrcc

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