[Area] Legge sulla concorrenza: società di avvocati..problemi irrisolti

[Rosa & Ferrarese]

E' stata approvata dalla Camera la legge sulla concorrenza, che ora ritorna al Senato per la definitiva approvazione.
Tra le novità più significative per la professione c'è l'abolizione del divieto di partecipare a più di un Associazione professionale (con possibili conflitti di interessi), l'obbligo di preventivo e l'introduzione della società di capitale con la presenza del socio di capitale (seppur limitato ad un terzo).
Non entro nel merito della scelta fortemente voluta prima dal Ministro Madia, e poi dal Ministro Calenda (assente il Ministro Orlando, ma certamente non contrario all'iniziativa)
Mi limito ad elencare come lo strumento legislativo che pare avviarsi verso l'approvazione finale sia quanto mai imperfetto e foriero di un uso distorto.
L'Avvocatura aveva chiesto uno stralcio della disposizione chiedendo:
- l'introduzione di alcuni filtri per garantire autonomia decisionale all'avvocato e serietà :
1) specificandosi (al fine di evitare qualsiasi cointeressenza o condizionamento) che ove la società costituita per l'esercizio della professione forense sia costituita anche da soci non professionisti, la stessa non potrà svolgere la propria attività a favore o nell'interesse del socio non professionista, nonché di società dallo stesso controllate o allo stesso collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile o comunque dallo stesso, anche per interposta persona, partecipate; 
2) vietare in capo alla società ( e non solo in capo al singolo professionista, che potrebbe non conoscere tutti i possibili conflitti di interesse) l'assunzione di incarico quando tale Incarico possa determinare un conflitto con gli interessi di altra parte assistita o altro cliente o, comunque, interferire con lo svolgimento dell'incarico
- prevedere l'estensione anche alle società costituita per l'esercizio della professione forense della previsione (oggi vigente per tutte le altre società di capitali professionali, con presenza del socio di capitale) che  il socio non professionista abbia i requisiti di onorabilità previsti per l'iscrizione all'albo degli avvocati, e quindi non deve aver riportato condanne definitive per una pena pari o superiore a un anno di reclusione per la commissione di un reato non colposo e salvo che non sia intervenuta riabilitazione, non deve essere stato radiato o cancellato da un ordine o collegio professionale per motivi disciplinari. E' evidente che in mancanza di questa previsione anche l'avvocato radiato o cancellato potrà essere socio di capitale e così chi è stato condannato per un reato non colposo.   
- alcune necessarie specificazioni, senza le quali non si comprende come lo strumento possa essere utilizzato nella pratica: chiarire ad esempio la natura dei redditi prodotti dalla società (sono parificati e considerati redditi di lavoro autonomo, anche ai fini previdenziali? oppure no?); manca la regolazione della crisi della società tra avvocati, manca la disciplina della ragione sociale prevista invece per le altre societ6à professionali, non precisa che l’esercizio della professione forense in forma societaria non costituisce attività d’impresa.
Mancanze che, in definitiva, condannano il nuovo strumento nell'ennesima opportunità persa ... se non peggio prestandosi ad uso per altri fini (elusivi, se non distorsivi della concorrenza ed in favore di chi, oltre a godere di una posizione forte nel mercato,  potrà poi gestire le proprie pratiche legali a prezzi irrisori e con un avvocato che certante non può dirsi libero ed indipendente (in quanto socio di chi gli fornisce l'incarico) .Ovviamente non è affatto vero che ce lo chiede l'Europa
Peccato che la richiesta di stralcio per dare una sistemazione al testo non sia stata accolta, ma evidentemente la parola concorrenza suscita un appeal ed un fascino che produce l'effetto di obnubilare la vista.
Antonio Rosa



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