[Area] riforma magistratura onoraria

vincenzo antonio poso v.a.poso a gmail.com
Gio 20 Lug 2017 10:43:00 CEST


Sono perfettamente d'accordo.
La Magistratura onoraria ( alla quale, peraltro, ho prestato anche il mio
servizio, per sei anni, dal 1986,in tempi e a condizioni diversi da quelli
degli ultimi tempi)  è solo un alibi per la Magistratura togata e per la
giustizia come servizio e organizzazione nel suo complesso.
E se va mantenuta, va ricondotta nei limiti del servizio onorario nel vero
senso della parola,  semplicemente integrativo, non suppletivo.
Vincenzo Poso


*Vincenzo Antonio Poso*
Via Livia Gereschi, n. 14 - 56127 Pisa
050-580003 ; 329-7389531; v.a.poso a gmail.com ; v.a.poso a siriuspec.it

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Il giorno 20 luglio 2017 08:43, <u.nannucci a alice.it> ha scritto:

> se qualcuno avesse la compiacenza di dare un’occhiata al mio lavoro sulla
> “storia critica dell’ordinamento giudiziario – gli errori dei giudici e le
> colpe dei politici” – Aracne – scoprirebbe che l’intera categoria dei
> giudici onorari è frutto di una invenzione del ministro Flick con la quale
> si fece dire alla legge delega sul giudice di primo grado del 1997 una cosa
> che la legge non diceva.  (legge che a sua volta cercava di tamponare il
> disastro del nuovo codice in punto di rendimento degli uffici);
> l’espressione usata fu la seguente: siccome *“non è pensabile che il
> silenzio del legislatore delegante possa essere interpretato come
> espressivo della volontà di escludere la magistratura onoraria dalla
> composizione dei predetti uffici...*(di tribunale) ...*evidenti ragioni
> di funzionalità della riforma...impongono al contrario di ritenere...*che
> debba prevedersi una magistratura onoraria anche in tribunale. insomma si
> introdusse il principio del ...silenzio parlante. Ovviamente si sorvolò sul
> fatto che l’art 108 della Costituzione impone che le norme di ordinamento
> giudiziario siano stabilite con legge. che nel caso non esiste. l’intera
> magistratura onoraria è frutto di questo espediente, che non commento in
> questa sede. le attuali esercitazioni funamboliche per creare una categoria
> di giudici nominati senza concorso sono tutte in violazione della
> Costituzione. il che non vuol dire che i magistrati onorari non abbiano
> serie ragioni per rivendicare uno status. solo che la soluzione ci sarebbe,
> relativamente semplice. fare un concorso nazionale riservato a tutti i
> giudici onorari attualmente in servizio, magari sotto il profilo di
> esercitazioni pratiche come stesura di sentenze su casi non complessi,
> ricostruendo una figura pretorile con competenza penale limitata – tipo
> massimo 5 anni –. il problema non è l’organizzazione di un esame siffatto;
> concorsi con migliaia di candidati non sono impossibili da organizzare; ma
> la probabile opposizione degli stessi magistrati onorari.
> ubaldo nannucci
>
> *From:* Braccialini Roberto <roberto.braccialini a giustizia.it>
> *Sent:* Thursday, July 20, 2017 5:03 AM
> *To:* area a areaperta.it
> *Subject:* [Area] riforma magistratura onoraria
>
>
> Confido che l’ANM vorrà reagire con adeguata durezza alla montagna di
> inesattezze contenute nell’articolo a firma di Marco PALOMBI su Il Fatto
> Quotidiano del 19 luglio scorso relativo alle sorti della magistratura
> onoraria, a cominciare dall’idea stessa di un accordo tra ANM e Ministro
> della Giustizia per conservare l’attuale assetto giuridico ed economico dei
> magistrati togati a scapito di quelli onorari.
>
> Ritengo che una testata giornalistica seria non possa limitarsi a fungere
> da cassa di risonanza di un’opinione, rispettabile quanto vogliamo ma
> partigiana, di una sola delle parti in causa. A me sembra che non ci sia
> stata proprio nessuna trattativa sulle sorti della magistratura onoraria,
> ma che il Ministero si andato avanti come un carro armato in una versione
> peggiorativa (dal punto di vista economico e previdenziale)  della legge di
> riforma n. 57 del 2016, approvata dall’intero Parlamento, che conteneva una
> “sanatoria all’italiana” del problema dei cd. “precari della giustizia”,
> che a mio modesto avviso non possono essere equiparati ai lavoratori
> subordinati a tempo determinato.
>
> Il tutto, senza trattativa di sorta – tanto meno con l’ANM - e senza
> tenere in conto le obiezioni e suggerimenti che venivano sia dalla sede
> parlamentare che, ancor meglio, dal parere reso dal Consiglio Superiore
> della Magistratura sullo schema di decreto delegato.
>
> Forse all’articolista andrebbe rappresentato che la stabilizzazione senza
> concorso di 5200 magistrati onoraria, al di là dell’evidente  problema
> economico con le risorse date alla giurisdizione e del non indifferente
> “sbrego” costituzionale che rappresenterebbe, comporterebbe l’ingresso in
> magistratura di una componente superiore  a metà dell’attuale organico, con
> il che si bloccherebbero per oltre 15 anni i concorsi per l’accesso in
> magistratura delle nuove leve di laureati uscite dall’università e dalle
> scuole di specializzazione o dai tirocini formativi. Peggio la toppa del
> buco, mi verrebbe da dire.
>
> La soluzione c’era ed era contenuta nella legge di riforma: 16 anni di
> proroga per gli attuali magistrati onorari. Non era il migliore dei mondi
> possibili ma ormai la possibilità di destinare una quota dei reclutamenti
> ordinari ai magistrati onorari, che dal 2003 ad oggi avrebbe realmente
> sanato il problema, si è persa per strada e non credo sia oggi
> comunitariamente percorribile (mi piacerebbe sinceramente essere smentito).
>
> In questa soluzione all’italiana escogitata l’anno scorso, dopo 25 anni di
> latitanza della politica rispetto al termine di 5 anni previsto dalla
> riforma del giudice unico, non era compresa la penalizzazione economica che
> il decreto delegato ha introdotto dopo il primo quadriennio anche per i
> magistrati onorari già in servizio, rispetto ai quali bisognava certamente
> perequare le troppo diversificate indennità, ma non assoggettarle ai tagli
> indecorosi in termini economici – ma anche di attività richiedibili –
> previsti dal nuovo decreto attuativo.
>
> Ecco, queste mi sembrano le lacune principali, per usare un eufemismo,
> dell’articolo che abbiamo letto su Il Fatto Quotidiano. Come “associato
> semplice” dell’ANM, non mi riconoscerei facilmente in un organismo
> rappresentativo che facesse trattative al ribasso sulla pelle dei
> magistrati onorari e sono sicuro che questo non è proprio successo.
>
> Confido che i nostri rappresentanti associativi vorranno farlo presente al
> quotidiano in questione chiedendo un maggiore rigore informativo e,
> magari,  di dare conto di un ventaglio un po’ più diversificato delle
> proposte avanzate ai problemi sul tappeto. Che sono già abbastanza enormi
> senza necessità di alimentarli ulteriore con benzina gettata gratuitamente
> sul fuoco…
>
>
>
> Cari saluti circolari
>
> Rbrcc
>
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