[Area] R: Re: R: Articolo Corriere della Sera

Carfi' Paolo Enrico paoloenrico.carfi a giustizia.it
Ven 4 Ago 2017 18:00:48 CEST


Mi ha colpito la decisione di Andrea Mirenda anche perché  allorquando feci parte , ahimè ,  del Csm nella consiliatura 2010/2014 fui io , quale componente della V commissione ,  a proporlo per il posto semidirettivo per il quale aveva fatto domanda .  Non conoscevo il collega , non mi fu segnalato da nessuno ma mi sembrava che il suo profilo meritasse di essere preso in considerazione. Per questo la sua decisione mi ha da un lato colpito e dall’ altro anche un po’ dispiaciuto , nel doveroso assoluto rispetto  che merita una decisione non certamente facile ma evidentemente sentita e meditata ben al di là , ne sono sicuro non foss’ altro per la delicatezza del nuovo ruolo richiesto , della mediatica motivazione  di “ protesta “  .  Un po’ dispiaciuto certo,  perché è vero che il peso delle correnti esiste  e che il Csm adotta decisioni criticabili ,  in qualche caso anche non accettabili ; ma molte sono anche quelle corrette, alle volte anche encomiabili. E la pratica Mirenda , nel mio personale ricordo  ovvio , ne era un esempio tra i tanti che però , non essendo etichettabili come mala-giustizia,  non fanno notizia   .  E così in questo contesto alcune  vicende  vengono alle volte utilizzate da chi ne ha interesse  , anche strumentalmente , per indicarle , anche al di là del loro significato , come causa principale se non unica della disaffezione, della fatica , del senso di umiliazione che tanti tra  i magistrati italiani indiscutibilmente avverte: dimenticando a mio parere che fatica e  a volte anche senso di umiliazione trovano le fonti principali in ben altri fattori che tutti conosciamo ma dei quali non ci lamentiamo e neppure ne parliamo più , ormai rassegnati a lavorare in condizioni spesso inaccettabili .

Mi permetto però solo di obiettare  all’ intervista di Andrea ( se di intervista si tratta ) che nel contesto in cui con fatica appunto operiamo , degli  “ ultimi “ ( se con questo termine si intendono , come credo si dovrebbe, i cittadini e non cittadini “ comuni “ , i portatori di interessi individualmente importanti anche se mediaticamente irrilevanti  e anche i soggetti deboli , le parti lese ? , a cui non sempre si presta la dovuta attenzione etc etc ) ci si può occupare, anzi ci si deve occupare , qualunque sia la posizione che si ricopre , compreso un incarico semidirettivo ( ma anche direttivo pur in assenza di esercizio diretto della giurisdizione )  che se vissuto come servizio comporta  aumento di responsabilità in uno con la possibilità di incidere più o meno profondamente sulla organizzazione del lavoro dell’ ufficio con tutto ciò che di positivo  ne può derivare per l’ utenza , ultima o penultima che sia , in qualunque settore , civile , penale , minori , sorveglianza…

Almeno così io intendo il nostro lavoro, sicuro di essere in buona compagnia  e  certo che questo sia il vero significato della personale scelta professionale del collega


Paolo Carfì ​


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di francesco chiaro <fr.chiaromonte a gmail.com>
Inviato: martedì 1 agosto 2017 16:36
A: Andrea Reale
Cc: area aperta
Oggetto: Re: [Area] R: Re: R: Articolo Corriere della Sera

A volte sembra veramente un dialogo fra sordi...
Bisognerebbe forse interrogarsi sul perché una scelta che dovrebbe essere normale non avendo peraltro riflessi sul trattamento economico, evidentemente fatta per assecondare le inclinazioni personali e.professionali di ciascuno venga da un lato sbandierata o considerata come eroica o dall altra vista come il tradimento di.una supposta posizione maggiormente utile e servente rispetto al normale esercizio della giurisdizione.
Io sinceramente, almeno allo stato non invidio ciò che fanno buona parte dei nostri.dirigenti,.specie.nel.settore giudicante, lo trovo francamente noioso.
Bisognerebbe forse interrogarsi perché arrivati ad una certa età scatti l impulso di pensare che quello.della dirigenza sia un percorso.obbligato anche a costo di trasformarsi da  ottimi magistrati in pessimi dirigenti.
Quanti ne ho sentiti.ricordare con rimpianto  le maggiori gratificazioni derivanti.dall.esercizio.diretto.della giurisdizione,.quasi.come avessero imboccato una strada senza.uscita.
E.comunque caro Carlo.(Citterio) credo che Mirenda si riferisse ai detenuti e non certo ai colleghi della.sorveglianza.quando ha usato il termine "ultimi".
Chiunque si.occupa di penale.credo.dovrebbe fare quella.esperienza, non per un buonismo che non mi appartiene, ma perché è un ennesimo angolo prospettico da cui.vivere la giurisdizione.
Ce ne sono tantissimi e viverli tutti credo sia ben piu stimolante ch.diventare presidente di.sezione o su di li, almeno allo.stato per me e.così e non credo di essere il.solo...
In fondo basterebbe partire da questo per recuperare un po' di normalità su questi temi.





Il 1 ago 2017 15:16, "Andrea Reale" <andreale a yahoo.com<mailto:andreale a yahoo.com>> ha scritto:
Anche io non ha mai avuto dubbi sulle tue capacità di cogliere l'essenza dei problemi!
a. r.


On Tuesday, August 1, 2017 3:08 PM, "carlocitt a alice.it<mailto:carlocitt a alice.it>" <carlocitt a alice.it<mailto:carlocitt a alice.it>> wrote:


Non avevo dubbi: hai ignorato tutto dei problemi che ho indicato.
citt

----Messaggio originale----
Da: andreale a yahoo.com<mailto:andreale a yahoo.com>
Data: 1-ago-2017 13.58
A: "carlocitt a alice.it<mailto:carlocitt a alice.it>"<carlocitt a alice.it<mailto:carlocitt a alice.it>>
Cc: <rosa-ferrarese a iol.it<mailto:rosa-ferrarese a iol.it>>, "AREA Mailing List"<area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>>
Ogg: Re: [Area] R: Articolo Corriere della Sera

Piuttosto la domanda che circola tra tanti magistrati 'semplici' è se abbia ancora un senso impegnarsi tanto nello svolgimento delle funzioni giudiziarie  per poter vedere riconosciuti  dal CSM l'impegno ed il merito  in relazione alle stesse  , al di fuori di carrierismi e di appartenenze varie.
Ha ragione l'Avv. Rosa , da libero professionista, a segnalare quell'articolo e quel Magistrato (Andrea Mirenda) come 'raro esempio'.
Quello (esempio) che attualmente circola tra i miei colleghi e che l'organo di autogoverno incoraggia e sponsorizza, specie per incarichi direttivi, si incarna sempre più spesso  in colui  che proviene da  comode, prevalentemente lottizzate , spesso ben remunerate, carriere fuori ruolo o da incarichi politici fiduciari.
Quello che non farà mai Area , purtroppo, è richiedere con forza e decisione le dimissioni di quei  rappresentanti (anche dentro io CSM) che hanno in maniera così plateale avallato questo 'modello' di magistrato,  tradendo il senso ed il significato della tanto sbandierata carta dei valori e di un importante documento approvato all'unanimità dal coordinamento nazionale  di ADG a fine novembre dell'anno scorso.
Andrea Reale

Inviato da iPad

Il giorno 01 ago 2017, alle ore 12:17, "carlocitt a alice.it" <carlocitt a alice.it> ha scritto:

manca solo una cosa in quell'intervista.
se la domanda per semidirettivo a Verona è stata fatta a suo tempo 'per carriera' o per dare un apporto qualificato alle esigenze organizzative e di qualità della giurisdizione civile in quella sezione.
nel secondo caso, se quelle esigenze permanevano o erano state soddisfatte rendendo inutile l'ulteriore presenza lavorativa efficace in quell'ufficio e in quella sezione.
nel primo caso, se le permanenti attese di efficace giustizia (per qualità e quantità) sono così poco rilevanti da giustificarne un 'abbandono per protesta' verso altro.
in ogni caso, le colleghe ed i colleghi che si occupano impegnano e lavorano nelle delicate ed essenziali problemi della Sorveglianza sono, a mio parere e per quello che conosco e so di loro, tutt'altro che gli ultimi tra i magistrati.
e la Costituzione, dicendo che i magistrati si distinguono solo per funzioni, non prevede una scala di primi ed ultimi. Ogni contatto tra il magistrato e la domanda e realtà di giustizia non può mai collocare il singolo in 'ultima' posizione.
quindi, rispetto per le scelte personali, sempre; sollecitazione ad essere attenti nelle valutazioni, quando sono in gioco valori complessi che non possono essere stiracchiati alla bisogna.
carlo citterio


----Messaggio originale----
Da: rosa-ferrarese a iol.it
Data: 1-ago-2017 9.45
A:
Cc: "AREA Mailing List"<area a areaperta.it>
Ogg: [Area] Articolo Corriere della Sera

Un raro esempio di magistrato
Antonio Rosa

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2017/29-luglio-2017/giudice-protesta-rinuncia-carriera-sistema-giudiziario-lottizzatorio-2401854037050.shtml



Inviato da Libero Mail per iOS


martedì 1 agosto 2017, 01:08 +0200 da u.nannucci a alice.it <u.nannucci a alice.it>:
grazie andrea!
una pagina squallida per la magistratura, che segna il definitivo asservimento del suo vertice alla politica
ubaldo nannucci

From: andreale
Sent: Monday, July 31, 2017 7:43 PM
To: 'AREA Mailing List'
Subject: [Area] La prima giornata di Napoli : 27 luglio 2017



Finalmente un grande giorno per la magistratura.
Finalmente una pagina di storia scritta col sangue e di pugno da alcuni indomiti consiglieri togati e da tutti i laici dell’autogoverno.
In barba ai pregiudizi ideologici  e contro ogni fatwa, si è riusciti, per la prima volta, a nominare in un posto direttivo di enorme importanza , un magistrato con freschissima  esperienza di governo e che ha fatto un lungo  ‘bagno di politica’ per il bene della Nazione e della magistratura tutta.
Finalmente il Consiglio ha dato prova di enorme indipendenza:
dall’ANM (rectius: ANMutolita) , innanzitutto, che fino a pochi giorni fa tuonava con un documento adottato all’unanimità dai componenti del CDC per chiedere al legislatore di “introdurre, quale requisito di legittimazione per ricoprire incarichi direttivi e semidirettivi, l’esercizio effettivo delle funzioni giudiziarie per almeno 12 mesi prima di poter proporre domanda” ed  al CSM “di valorizzare significativamente il profilo professionale dei magistrati che hanno svolto funzioni giudiziarie nel giudizio di comparazione con candidati che in precedenza hanno ricoperto ruoli elettivi o altri incarichi politici”;
dalle singole correnti che in questi anni hanno occupato l’associazionismo ed il CSM, svergognate una per una (con rarissime eccezioni), che, con retrogradi documenti ed articoli su riviste telematiche di alta scienza giuridica et similia, avevano fino a poche settimane prima invocato una netta distanza  dagli incarichi direttivi  dei magistrati che avevano avuto trascorsi  in politica o prestati a lunghi fuori ruolo;
dai singoli consiglieri laici e togati di questo stesso CSM che avevano gridato fino a poco tempo fa, urbi et orbi, quanto fosse necessario apparire imparziali, oltre che esserlo, per un magistrato che avesse ricoperto incarichi politici e volesse tornare a svolgere funzioni giurisdizionali;
dal vicepresidente di questo stesso CSM , di provenienza governativa,  che fino a dieci  giorni prima esprimeva l’auspicio di approvare una norma che imponesse ai magistrati rimasti a lungo tempo fuori ruolo (specialmente in incarichi politici) di non tornare a fare il magistrato, optando per altre funzioni;
dai pareri espressi da questo stesso CSM sul rientro in ruolo  di coloro i quali avevano avuto incarichi politici (ad esempio quello del 21.10.2015  , nel quale si invitava il Ministero della Giustizia a “disciplinare i casi in cui il prolungato svolgimento di attività politico istituzionali imponga il transito, alla fine della esperienza politica, nei ranghi dell'Avvocatura dello Stato o della dirigenza pubblica; disciplinare, in alternativa, la garanzia al mantenimento del posto da parte del magistrato transitato per lunghi periodi nelle attività politico-istituzionali anche con l'attribuzione di una funzione pubblica diversa, purché equivalente sotto il profilo della responsabilità del livello retributivo e del prestigio professionale; introdurre, nei casi di rientro in ruolo dopo avere ricoperto incarichi politici, limiti all'esercizio delle finzioni giudicanti, con la previsione dell'obbligo di degnazione a funzioni collegiali (di primo o di secondo grado), in specie con riferimento ai magistrati che abbiano svolto incarichi di governo caratterizzati dalla concreta gestione politica di interessi riferibili alla generalità dei consociati, a livello nazionale (es. presidente del consiglio dei ministri) o territoriale (sindaco o presidente di una giunta regionale o provinciale).”
Finalmente una pagina che segna l’affermazione del Governo nella Magistratura   e che dà un nuovo volto, più moderno , più al passo dei tempi, più indipendente – sia sotto il profilo esterno, che interno- dalla magistratura tutta, al Consiglio Superiore del Ministero (democratico per la Giustizia).

Andrea Reale
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