[Area] [Nuovarea] R: [Iscritti] R: venti anni da Borrè

Valerio Savio valerio.savio1960 a gmail.com
Dom 6 Ago 2017 21:42:40 CEST


Entrato in magistratura e subito iscrittomi a md , quando ascoltavo
personalita' come Pino Borre', non solo lui, pensavo di essermi proprio
scelto il posto giusto. Dei tanti ricordi, me ne emerge uno: dicembre se
ricordo bene 1992, L'Aquila, convegno organizzato da noi Md abruzzese, in
particolare da Marco Patarnello, su questioni ordinamentali e tabellari
legate a recenti interventi legislativi. Presenti Padellaro e Caselli, trs
gli altri. Pino Borre' svolge la sua ricchissima e raffinatissima
relazione, poi resta in sala altre tre ore, prendendo appunti. Alla fine,
interessato particolarmente dalla relazione di un magistrato di prima
nomina, resta con lui a discuterne, poi facendoci sapere a cena di essere
stato da lui convinto che un punto della sua relazione era erroneo  e "non
riflettuto a sufficienza". In Md ne ho conosciute di persone capaci di
ascolto. Ma nessuno come lui. Tanto di elevatissima statura, quanto -- e
proprio per questo -- capace di ascolto, di dialogo, di cambiare idea. Di
quelli come lui se ne e' buttato lo stampo.
Valerio Savio

Il 06 Ago 2017 12:25, "Carlo Brusco" <c.brusco a alice.it> ha scritto:

> Grazie a Palombarini e Bruti Liberati per i bellissimi ricordi di Pino
> Borrè. Devo dire che una personalità come Pino sarebbe stata molto utile di
> questi tempi nei quali mi sembra – mi spiace dirlo dopo essere stato un
> militante della corrente per 47 anni – che Magistratura Democratica stia
> perdendo alcuni dei caratteri che l’hanno sempre contraddistinta, in
> particolare l’assoluta indipendenza da ogni schieramento politico. Potrà
> sembrare strano che si invochi l’indipendenza politica per un movimento che
> si è da sempre contraddistinto per il suo essere politico ma proprio Borrè
> ci ha insegnato che una cosa è la politica dei partiti o dei movimenti e
> altro è la politica “alta” delle istituzioni e quindi anche della
> magistratura. Su questa politica alta la lezione di Pino Borrè è ancora
> attualissima; forse  solo i più vecchi ricordano come egli sia stato – e
> non era un’epoca facile essendo tragicamente segnata dal terrorismo –
> inflessibile nel rifiutare sia l’adesione al progetto politico del PCI
> (della “sinistra storica” si diceva allora) come molti aderenti alla
> corrente avrebbero voluto sia la sostanziale condivisione dei progetti dei
> movimenti di estrema sinistra che altri sostenevano. Questa linea,
> condivisa dalla maggioranza della corrente, fu vincente e fece di MD il
> soggetto trainante (e credibile) dell’evoluzione democratica della
> magistratura.
>
> Oggi mi sembra che la corrente – o almeno una parte di essa - vacilli
> nella riaffermazione di alcuni princìpi fondamentali che ne hanno da sempre
> caratterizzato l’azione, l’elaborazione  culturale e le prassi applicative.
> Da quali sintomi traggo questa sensazione ? Ne elenco alcuni:
>
> - la vicenda delle nomine dei direttivi: prima si fa una battaglia per
> rimarcare il necessario distacco, almeno temporale, dalla politica e poi si
> contraddice apertamente, almeno da parte di alcuni nostri rappresentanti,
> questo principio; ricordo che Senese ed Onorato, finito il mandato
> parlamentare, non chiesero incarichi direttivi ma scelsero di andare in
> Cassazione, forse il luogo più idoneo per una necessaria “decantazione”;
> immaginatevi poi che cosa sarebbe successo se il capo di gabinetto del
> Ministro della giustizia del governo Berlusconi fosse stato proposto per un
> incarico direttivo analogo a quello di cui si è discusso in queste ultime
> settimane;
>
> - MD ha preso una chiara posizione sul voto al referendum. Molti suoi
> esponenti l’hanno però contraddetta senza neppure esplicitare le ragioni di
> questo dissenso ma privilegiando un calcolo di stabilità politica
> (chiamiamola così !) rispetto alla necessità di  garantire la sovranità
> popolare posta in discussione dalla riforma;
>
> - la mia sensazione è che, all’interno della corrente, vi sia in molti una
> sensibilità particolare che induce a non contrastare le iniziative che
> provengono dalla parte politica che si ritiene propria. E ciò anche per
> quanto riguarda i provvedimenti che riguardano l’amministrazione della
> giustizia.
>
> Mi sono chiesto più volte che cosa penserebbe Pino Borrè di questa
> evoluzione ma non mi azzardo a dare risposte perché non voglio attribuire
> il mio pensiero a chi non c’è più. Ma di una cosa sono certo: Pino
> inviterebbe a contrastare nel modo più deciso il dilagare del populismo
> giudiziario non esorcizzandolo ma evitando tutti quei comportamenti che lo
> alimentano.
>
> Buona estate a tutti.
>
> Carlo Brusco
>
>
>
>
>
>
>
>
>
> *Da:* Iscritti [mailto:iscritti-bounces a magistraturademocratica.it] *Per
> conto di *EDMONDO BRUTI LIBERATI
> *Inviato:* sabato 5 agosto 2017 22:55
> *A:* 'ROSSI Nello'
> *Cc:* iscritti a magistraturademocratica.it; area a areaperta.it; 'Nuovarea'
> *Oggetto:* [Iscritti] R: [Nuovarea] venti anni da Borrè
>
>
>
> In diverse mail sulle liste è stato ricordato con commozione Pino Borrè a
> venti anni da  sua scomparsa. Sono uno tra quelli che hanno avuto la
> fortuna di conoscere e di essere  stato impegnato fianco a fianco con Pino
> nell’associazionismo giudiziario. Da militante da sempre in MD,  come Pino,
> uso di proposito la locuzione più ampia “associazionismo giudiziario”. Non
> spendo parole per sottolineare il ruolo che Pino ha svolto in MD, ma voglio
> sottolineare che anche se egli  non ebbe un impegno personale diretto in
> Anm, il suo orizzonte fu sempre quello più ampio “ da Md per la
> magistratura tutta”.  Alla fine degli settanta si era esaurita la
> straordinaria esperienza pionieristica della rivista “Quale giustizia”
> diretta da Federico Governatori,di cui Alessandro Pizzorusso  già nel 1974
> ebbe a scrivere che essa “ *ha  rappresentato un esempio forse unico in
> Italia di una rivista gestita prevalentemente da magistrati ,ma capace di
> svolgere una funzione culturale di rilievo generale, apprezzata anche al di
> fuori della corporazione” *(A. Pizzorusso, Introduzione p.37,
> L’ordinamento giudiziario, Testi a cura di A.Pizzorusso,  Bologna, Il
> Mulino, 1974).  Pino raccolse il testimone e  si fece promotore della nuova
> rivista “Questione  giustizia”, che volle  non come “rivista di MD” ma come
> si legge già dal primo numero “trimestrale promosso da Magistratura
> democratica”. Dunque rivista “promossa” da Md ma rivolta a tutta la
> magistratura e al mondo degli operatori di giustizia ed aperta alle più
> ampie collaborazioni. In questi giorni sto riordinando la mia collezione la
> mia collezione di Questione giustizia; ricordo il giorno in cui Pino, Livio
> Pepino ed io chiudemmo il contratto con l’editore Franco Angeli con molte
> apprensioni per la  sopravvivenza economica dell’impresa, ma già alla fine
> del primo anno gli abbonamenti sottoscritti dai magistrati di Md e non solo
> misero in sicurezza i conti.  Ma soprattutto la nuova rivista , come
> sottolineato dal sottotitolo che ho sopra citato, rinnovò e portò ad un
> livello più alto e  adeguato alle mutate situazioni quel ruolo indicato da
> Alessandro Pizzorusso “*di una rivista gestita prevalentemente da
> magistrati ,ma capace di svolgere una funzione culturale di rilievo
> generale, apprezzata anche al di fuori della corporazione”.*  Molti tra i
> collaboratori di Quale Giustizia ci trovammo naturalmente impegnati nella
> nuova rivista, ma un ruolo fondamentale accanto a Pino fu svolto sin
> dall’inizio da Livio Pepino, che poi sarà condirettore e infine, dopo la
> scomparsa di Pino, direttore. Ma non si tratta solo del contributo
> teorico.  Oggi molti non hanno vissuto o non hanno memoria del  tempo, che
> appare così lontano, ma è solo l’altro ieri, in cui non solo non vi erano i
> computer, ma nemmeno i fax, e le bozze si correggevano a mano.  Diversi di
> noi, ed io tra quelli per alcuni discontinui periodi, abbiamo collaborato
> con Pino in questo oscuro essenziale lavoro redazionale, ma la continuità e
> il coordinamento,  nel corso dei decenni, si deve a Livio.
>
> Dicevo che sto riordinando la mia collezione della Rivista, sfogliando,
> ripercorrendo filoni di attenzione; molti contributi sono irrimediabilmente
> datati, molte sono tuttora attualissimi, ma il filo complessivo delle
> riflessioni proposte rimane un riferimento essenziale. La digitalizzazione
> completa della Rivista è forse impraticabile e probabilmente eccessiva ma
> una indicizzazione che consenta una ricerca dettagliata dei temi affrontati
> renderebbe disponibile un patrimonio prezioso e accessibile a tutti la
> “rivista promossa da Md” ma appunto aperta a tutta la magistratura e il
> mondo giuridico.
>
> Edmondo Bruti Liberati
>
>
>
>
>
>
>
> *Da:* Nuovarea [mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it] *Per conto di *EDMONDO
> BRUTI LIBERATI
> *Inviato:* sabato 5 agosto 2017 22:51
> *A:* 'ROSSI Nello' <nello.rossi a giustizia.it>
> *Cc:* iscritti a magistraturademocratica.it; area a areaperta.it; 'Nuovarea' <
> nuovarea a nuovarea.it>
> *Oggetto:* [Nuovarea] venti anni da Borrè
>
>
>
>
>
>
>
> *Da:* Iscritti [mailto:iscritti-bounces a magistraturademocratica.it
> <iscritti-bounces a magistraturademocratica.it>] *Per conto di *ROSSI Nello
> *Inviato:* mercoledì 2 agosto 2017 18:55
> *A:* 'Beniamino Deidda' <ben.deidda a gmail.com>;
> giovanni.palombarini a libero.it
> *Cc:* iscritti a magistraturademocratica.it
> *Oggetto:* [Iscritti] R: venti anni da Borrè
>
>
>
> Anch’io ringrazio Giovanni Palombarini del suo ricordo di Pino.
>
> Una persona indimenticabile che ha influito come pochi altri
>
> sulla maturazione della cultura di Magistratura democratica e sulle scelte
> umane e professionali di molti giovani magistrati.
>
> Oggi , in un tempo nel quale anche una realtà riflessiva come la
> magistratura sembra contagiata da schemi tanto elementari quanto
> ingannevoli
>
> avremmo più che mai  bisogno della sua finezza intellettuale, della sua
> capacità di distinguere, della sua forza di analisi e di argomentazione.
>
> Possiamo solo sforzarci di immaginare quello che di ironico, di critico,
> di sferzante avrebbe detto sui temi che occupano tanta parte
> dell’attenzione dei nostri colleghi
>
> e sulle questioni che invece  avrebbe giudicate centrali.
>
> Nello Rossi
>
>
>
>
>
> *Da:* Iscritti [mailto:iscritti-bounces a magistraturademocratica.it
> <iscritti-bounces a magistraturademocratica.it>] *Per conto di *Beniamino
> Deidda
> *Inviato:* lunedì 31 luglio 2017 17:38
> *A:* giovanni.palombarini a libero.it
> *Cc:* iscritti a magistraturademocratica.it
> *Oggetto:* Re: [Iscritti] venti anni da Borrè
>
>
>
> Grazie Gianni,
>
> Un bel ricordo pieno d'affetto. Pino ce lo ricordiamo davvero così.
>
> Un abbraccio
>
> B
>
> Inviato da iPhone
>
>
> Il giorno 31 lug 2017, alle ore 08:07, "giovanni.palombarini a libero.it" <
> giovanni.palombarini a libero.it> ha scritto:
>
> Venti anni fa, il 3 di agosto, moriva Pino Borrè. Era ammalato da tempo ma
> non si rassegnava: lottava sempre con la speranza, fino all'ultimo, di
> riuscire a uscirne. Ancora alla fine di luglio, quando era ricoverato a
> Genova, mi espresse questa speranza e l'intenzione di riprendere a lavorare
> per Md.
> Nato nel 1932, in magistratura dal 1958, Borrè è stato un grande dirigente
> di Md, di cui è stato presidente e che ha rappresentato in Csm dal 1986 al
> 1990.  Molti altri lo hanno già ricordato in passato come studioso e
> magistrato in qualche modo anomalo: pacato, colto, rigoroso, alieno da
> protagonismi, radicalmente innovatore e in dura contestazione con il ruolo
> tradizionale del giurista.
> I primi due decenni della sua attività giudiziaria corrisposero al periodo
> di più profondo rinnovamento della magistratura all’insegna del nuovo
> modello previsto dalla Costituzione. Di quella stagione egli fu
> protagonista tra i più autorevoli. Dopo essere stato collaboratore di
> *Qualegiustizia*, fondò, nel 1982, *Questione giustizia*, di cui fu
> direttore per quindici anni, fino alla morte.
> Al momento della morte era presidente di sezione della corte di
> cassazione.
> La Fondazione che porta il suo nome organizza ogni anno a La Spezia, con
> il contributo essenziale di Livio Pepino, un importante convegno sui temi
> della giustizia che coinvolge l'intera città per due/tre giorni.
> Una piazzetta davati al tribunale di La Spezia è intitolata al suo nome.
> Molti lo ricordano, con grande affetto.
> GP
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