[Area] R: L'esempio di Andrea Mirenda

Dott. Marco Patarnello marco.patarnello a giustizia.it
Mar 17 Ott 2017 11:34:41 CEST


Ultimo degli ultimi. Dall’intervista apprendiamo che così che si sente il collega nell’andare a fare il magistrato di sorveglianza. Io non mi sento così, pur facendo da qualche mese lo stesso mestiere ed avendo più o meno la sua anzianità (a giudicare dalla foto). 

Non so dire se la rotazione degli incarichi direttivi sia la soluzione giusta. Può darsi. Ma l’interrogativo sulla  base del quale valutare se sia la soluzione giusta non è, a mio giudizio: come si fa ad assicurare a tutti le stesse chance di fare il dirigente? Ma piuttosto: come si fa a dare agli uffici giudiziari un buon dirigente? Non sono due interrogativi necessariamente in contrasto fra loro, ma la prospettiva è differente: mettere al centro l’interesse del servizio o mettere al centro l’interesse dei concorrenti o, magari, della magistratura. 

Nel passato ho creduto e scritto in favore della discrezionalità e contro l’anzianità senza demerito, che è stato a lungo il criterio di scelta. Bisognerebbe fare un bilancio senza ipocrisie su questo tema. Ma non ci vedo pronti. Temo che stiamo smettendo di credere davvero che “I magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni” e mi sembra che l’intervista del collega ne sia la conferma e magari anche la testimonianza del desiderio di voltare pagina. 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Andrea Reale
Inviato: martedì 17 ottobre 2017 10:19
A: AREA Mailing List
Oggetto: [Area] L'esempio di Andrea Mirenda

 

 

 

Buongiorno, vi allego l’intervista pubblicata oggi su “Il Fatto quotidiano” , rilasciata dall’ex presidente di sezione di Verona Andrea Mirenda.

Ciascuno di voi valuterà se i motivi addotti dal Collega per la rinuncia alla “carriera”ed i fatti denunciati non meritino piena e assoluta condivisione. 

Proprio ieri in Parlamento si discuteva di whistleblowing (che  non è una  parolaccia di common law),ossia dell’attività di denuncia da parte dei lavoratori (ma anche dei dirigenti) nei confronti del datore di lavoro o di coloro che hanno incarichi di amministrazione . 

Ecco: sarebbe bello se l’ANM, piuttosto che demandarla ai singoli  magistrati e piuttosto che parlare di   temi di natura politica nei suoi congressi, si dedicasse a svolgere questa peculiare e fondamentale funzione di “suonatore di fischietti” – ma anche  di “cane da guardia”, per non usare  dogwatch per rispetto dei puristi della  lingua italiana- nei confronti di un autogoverno che si delegittima quotidianamente da solo.  

Ringrazio Andrea Mirenda per il coraggio e la lucidità delle sue parole , ma anche per i rimedi che , con il suo esempio, tenta di proporre all’attenzione di tutti noi. Personalmente non posso che sottoscrivere ogni sua parola.  

La rotazione negli incarichi direttivi-semidirettivi potrebbe essere un metodo capace di tagliare alla base il sistema di consenso ‘partitico’ delle correnti .

Già una sottosezione ANM ha sposato questa idea. 

Auguriamoci che altre la seguano e che essa possa diventare la linea di una Associazione nazionale Magistrati davvero whistleblower.

Un cordiale saluto a tutti,

Andrea Reale 

 

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