[Area] Proposte per riforma giustizia
thorgiov
thorgiov a libero.it
Mar 17 Ott 2017 11:50:54 CEST
Io per la verità non sono un cavaliere. Sono un fante. Del resto fino a
poco tempo fa del titolo di Cavaliere si fregiava pure il Berlusca,
prima di essere disarcionato a seguito della condanna penale a suo
carico passata in giudicato. Ora sta cercando di risalire in sella e
bisogna dargli atto che, all'età di 81 anni, è molto più difficile
montare a cavallo che all'età di 31 anni, come ha fatto Kurz in Austria.
Ma il Silvio nazionale ha Renzi che provvederà a dargli la spinta
finale, con la Grosse Koalition all'italiana che viene auspicata da più
parti, anche e soprattutto a livello europeo.
Nel merito, noi magistrati siamo dipendenti pubblici. Gli avvocati sono
invece liberi professionisti. Ciò significa che mentre noi alla fine del
mese, non importa se abbiamo lavorato molto o poco, bene o male, alla
fine lo stipendio lo prendiamo di sicuro ( a meno che lo Stato, che è
il nostro datore di lavoro, vada in default ) e tutti nella stessa
misura, gli avvocati operano sul mercato e il cliente, pubblico o
privato che sia, se lo debbono cercare e soprattutto se lo debbono
conservare, una volta che lo hanno trovato. Tu parli di parcelle di
avvocati meglio pagati e di prestigio, ma la realtà non è questa. La
realtà è quella di una classe forense che, al di là di pochissimi
privilegiati che possono permettersi di scegliere il cliente, è ormai
proletarizzata, alla ricerca continua e disperata di occasioni di lavoro
che sono sempre più rare, e a causa della crisi economica e a causa del
sovrannumero di iscritti agli albi forensi . Posso assicurarti che è
questo l'aspetto più difficile della professione di avvocato : il
rapporto con il cliente. Il professionista può essere anche
preparatissimo, ma il suo cliente, come mi disse una volta un avvocato
che faceva il magistrato onorario, nel 90% dei casi non capisce nulla di
diritto, nel 70% non capisce nulla di nulla. Secondo me era troppo
ottimista : le percentuali cui faceva riferimento sono molto più alte. E
allora, di fronte ad un cliente che è abituato ormai a chiedere la luna,
l'avvocato, per tenerselo buono, deve promettere anche Marte, perchè se
non lo fa, se prova ad essere onesto con lui, a dirgli come stanno
veramente le cose, a fargli un quadro realistico della situazione,
susciterà una reazione di rigetto. Il cliente penserà che quell'avvocato
è un buono a nulla, e troverà sicuramente qualcun altro disposto a
dirgli che invece Marte è a portata di mano, lì dietro la porta. Se ci
pensi bene, è la stessa situazione che si verifica in politica : il
cittadino italiota, che somiglia sempre di più al fanciullino di
pascoliana memoria, è disposto a credere a qualunque fesseria, come
Pinocchio che abbocca quando Lucignolo gli parla del Paese dei Balocchi.
E questo sia a sinistra che a destra. Anche nella vita familiare accade
lo stesso. Quegli studenti che tu tanto elogi per il fatto che scendono
in piazza a protestare, sono più che disposti, anzi predisposti, a
credere al primo pifferaio che farà loro credere che tutto è facile,
tutto è possibile, a portata di mano, che loro hanno ragione a priori.
Poi, quando cresceranno ( molto, ma molto in ritardo ) e i loro genitori
non saranno più in grado di mantenerli, si scontreranno con la dura
realtà, e per loro sarà un autentico shock.
Per fare un esempio concreto, quanti di quegli studenti continueranno a
iscriversi alla facoltà di giurisprudenza o alle facoltà umanistiche in
genere pensando di fare la cosa giusta, quando il mercato del lavoro
richiede ormai laureati in matematica, fisica, ingegneria, materie
queste, secondo la ottocentesca mentalità dei predetti pargoletti,
troppo aride, oppure persone che sappiano svolgere lavori manuali,
lasciati agli immigrati perchè ormai nessun italiano li vuole fare,
sempre in base ad una mentalità ottocentesca che vede i lavori manuali
degni solo delle persone di basso livello sociale ? Sì, magari dopo
saranno comunque formati come cittadini, come persone, avranno una
maggiore consapevolezza di sè e del mondo che li circonda, potranno
dispiegare la loro, chiamamola pure così, essenza ( mi viene in mente a
tal proposito il contenuto di una vecchia canzone di Franco Battiato dal
titolo "E ti vengo a cercare" ), ma alla fine si ridurranno comunque a
chiedere la paghetta ai genitori, i quali li manterranno fino all'età di
50 anni, assecondandoli in tutto e facendo loro credere che sono i
migliori, ma dopo non potranno più farlo per il semplice motivo che
saranno passati a miglior vita.
Parlo per esperienza personale : tutte le volte che ho tentato, con
persone che conosco, di fare un discorso realistico sulle prospettive
future di un determinato percorso formativo di tipo tradizionale, ho
trovato la isterica reazione innanzitutto dei genitori, i quali
trovavano offensivo che si potessero anche solo mettere in dubbio le
immense capacità dei loro figliuoli. Purtroppo questi ultimi, una volta
laureati hanno dovuto accontentarsi di un impiego in un call center,
con una paga da miseria e con il rischio di essere sbattuti fuori da un
momento all'altro semplicemente perchè non c'erano più commesse.
Dopodichè quegli stessi genitori hanno dovuto ammettere, molto a
malincuore, che forse la scelta iniziale percorsa dai loro pargoletti
non era stata la migliore.
Torno al merito. Tu dici che la giustizia è una funzione. All'estero è
effettivamente così. In Italia invece è una industria. I miei colleghi
più anziani, quando parlano del proprio lavoro per magnificarlo, sono
soliti dire che noi magistrati non sforniamo pizze. Ora, non capisco
perchè bisogna sminuire le pizze. Considera che, almeno a Napoli, sono
buonissime. Le nostre sentenze, il più delle volte, invece non sono
nemmeno lette dalle parti, alle quali interessa solo sapere se alla fine
i soldi se li pigliano o no, perchè questo è Marte. E gli avvocati che
possono fare ? Sicuramente tirare a campare è un brutto modo di vivere,
ma è sempre meglio tirare a campare che tirare le cuoia. La necessità è
più forte di tutto. Quindi, una volta per tutte, facciamo chiarezza e
piantiamola con la solita retorica italiana. Esiste una sovrabbondanza
di laureati in materie che non trovano più sbocchi e che scoprono molto
in ritardo che i loro genitori non li potranno mantenere all'infinito.
Per questo motivo sgomitano tra di loro, come i passeggeri di un tram
sempre più affollato, fino a quando questo tram non si fermerà e
terminerà anche la loro attesa fanciullesca.
Data questa realtà, non ha nessun senso parlare di miglioramento del
servizio giustizia. Si tratta di una industria che deve continuare a
girare, magari a vuoto, perchè su di essa campano troppe persone. Non è
un caso se le uniche vere riforme in tema di giustizia in Italia si sono
fatte su pressione dell'Europa. L'unica salvezza può venire dall'esterno.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 17/10/2017 09:44, Patrizia Bellucci ha scritto:
>
> Caro Felice,
>
> ti leggo sempre con attenzione, perché di sicuro prima di parlare
> occorre sempre saper ascoltare attentamente tutti e non di rado certe
> cose che affermi le condivido anche, ma in un'ottica che mi pare
> sostanzialmente diversa.
>
> Ad esempio, in relazione a questa tua ultima mail penso che:
>
> 1) Come mi ricordò giustamente al mio ingresso in lista l'Amico
> Valerio Savio, NON SIETE TODOS CABALLEROS - come ogni altro corpo
> professionale, sociale e umano - e quindi dovete anzitutto individuare
> al vostro interno chi sono I CABALLEROS: operazione di sicuro non facile!
>
> 2) I Magistrati e gli Avvocati PER SCELTA E PER FORMAZIONE non son la
> stessa cosa, anche se servono entrambi all'attuazione della Giustizia:
> gli Avvocati vengono _addestrati_ per essere dei PROFESSIONISTI PAGATI
> DAI PRIVATI (spesso più hanno il pelo sullo stomaco e meglio son
> pagati con parcelle e prestigio!), mentre i Magistrati vengono
> _formati_ per essere dei PROFESSIONISTI CON IL SENSO DELL'ISTITUZIONE
> (e non a caso son doverosamente pagati dallo Stato).
>
> Sia pur con la variazione di livello personale e individuale, il
> livello medio, 'di base', dei Magistrati resta qualitativamente
> diverso e più alto e guarda, Amico mio, che qui si va ALL'ESSENZA,
> perché la tipologia di formazione va a influire proprio sul modo di
> essere e di 'stare nel mondo'.
>
> Hai ragione invece sul fatto che - a parità di occasioni - chi prima
> sceglieva di fare il Magistrato o l'Avvocato era qualitativamente
> diverso, perché aveva SCELTO fra le due strade del bivio entrambe
> percorribili, mentre oggi il singolo è costretto a percorrere
> semplicemente la strada che gli risulti più facilmente disponibile.
>
> 3) Hai ragionissima quando affermi che fra gli Operatori di Giustizia
> - esattamente come nella classe politica - c'è un "istinto ferino di
> sopravvivenza" che occorre saper vedere nel principio e nelle
> attuazioni, ma altrettanto di sicuro la Giustizia non è per sua natura
> - non potrà esserlo mai - un AMMORTIZZATORE SOCIALE, proprio perché
> NON E' UN LAVORO MA UNA FUNZIONE!
>
> Per cercare di spiegarmi meglio, ti faccio un esempio: la Laurea oggi
> non è più 'un ascensore sociale', ma non ha perso il senso dell'essere
> una specifica modalità di FORMAZIONE: chi vuole investire su se stesso
> non può che passar da lì, anche se deve farlo in funzione della
> capacità di realizzare e dispiegare LA PROPRIA VITA E IL PROPRIO
> ESSERE e non più come contemporanea garanzia di un lavoro
> qualitativamente migliore.
>
> [Ti lascio immaginare quanto su questo sia addolorata e arrabbiata: si
> sono perfino permessi di togliere il PUBBLICA dal nome del MINISTERO
> DELL'ISTRUZIONE e NOMEN OMEN!!! Di sicuro non condivido la riforma
> Gelmini - si sapeva bene chi era e da dove veniva - ma non condivido
> nemmeno quella della cosiddetta 'buona scuola' fatta dalla Giannini,
> che ai miei occhi ha anche l'aggravante di essere una linguista, per
> cui non può pararsi dietro alla 'ignoranza': no, qui è stata proprio
> CONNIVENZA! E infatti gli Studenti - che tanta gente si permette di
> offendere - qualche giorno fa son tornati a riempire sacrosantamente
> le piazze!!!].
>
>
> In conclusione:
>
> È ovvio che mi son sentita allargare il cuore, quando ho visto il
> Dott. Bruti Liberati - che saluto e che ringrazio per il pdf e per
> l'indicazione bibliografica - riporre autorevolmente al centro
> l'obiettivo di "_Ricreare una vera comunità di tutti gli____*operatori
> di giustizia*_", anche se personalmente ribadisco che in questa
> direzione bisogna contemporaneamente andare a incidere sulla
> formazione per rendere anche gli Avvocati più consapevoli e
> qualificati per UNA FUNZIONE ISTITUZIONALE ALTA!
>
> L'imputato ha diritto alla migliore Difesa possibile, ma non al
> cinismo - magari abilissimo - di chi vuole ledere e sacrificare i
> diritti delle vittime e delle parti lese!!!
>
> Proprio per questo per tanti e lunghi anni sono stata accanto
> all'Avvocato Alarico Mariani Marini nella sua battaglia per tentare di
> unificare, almeno in parte, la formazione della Scuola Superiore della
> Magistratura e quella dell'Avvocatura, in modo da riempire di senso
> anche negli Avvocati il sintagma OPERATORI DELLA GIUSTIZIA (così denso
> di significato inscindibile): beh, abbiamo perso entrambi, MA ci
> avevamo visto giusto! Si può 'perdere' e contemporaneamente 'aver
> ragione'.
>
>
> Quello che il compianto Amico Stefano Rodotà - che ora tanto mi/ci
> manca - ha definito "il giardino del Diritto" non fiorisce quanto
> potrebbe se non si innalzano il Legislatore, i Magistrati e gli
> Avvocati!!! 'Roba dura' da realizzare nel contesto odierno - me ne
> rendo conto - ma solo quando GLI OBIETTIVI E IL BERSAGLIO, LA
> DIREZIONE E GLI STRUMENTI sono chiari si riesce a fare qualche passo e
> a far spuntare qualche rosa.
>
> Vi saluto caramente e vi auguro buona giornata e buon lavoro,
>
> patbellucci
>
> P.S. Ovviamente non entro nella parte squisitamente giuridica del
> dialogo avviato, che NON è di mia competenza (e su cui mi limito
> umilmente a imparare): a ciascuno il suo.
>
>
> Il 16/10/2017 18:16, thorgiov ha scritto:
>>
>> A tutti gli operatori ? Ne sei proprio sicuro ? L'articolo da te
>> citato è firmato da due avvocati. Ma in Francia quanti sono gli
>> avvocati ? Le condizioni di partenza sono troppo diverse da quelle
>> italiane. Da noi la giustizia serve essenzialmente, se non
>> esclusivamente, da ammortizzatore sociale. Serve a dare lavoro. Non
>> avrebbe senso, dalle nostre parti, tentare di ricreare una comunità
>> di tutti gli operatori di giustizia, perchè quando è in gioco la
>> sopravvivenza ci si deve aggrappare a qualsiasi occasione, anzi le
>> occasioni di lavoro bisogna crearle dal nulla, altrimenti non si
>> campa. L'abnorme contenzioso della giustizia italiana nasce proprio
>> da questo : dall'istinto ferino di sopravvivenza. Gli obiettivi
>> comuni diventano pertanto impossibili.
>>
>> FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>
>>
>> Il 16/10/2017 11:42, EDMONDO BRUTI LIBERATI ha scritto:
>>>
>>> Proposte per una radicale riforma della giustizia in Francia
>>>
>>> Il quotidiano Le monde 11 ottobre 2017 p. 21 pubblica un articolo /“
>>> Changer de paradigme pour une justice moderne”/ in cui si avanzano
>>> proposte di radicale riforma della giustizia in Francia. Allego il
>>> Pdf e segnalo alcuni dei punti salienti.
>>>
>>> Limitare drasticamente i casi di appello: riparazione di errori
>>> manifesti e casi che pongono difficili questioni di diritto. Le
>>> Corti di appello, da ridurre nel numero, opererebbero come filtro
>>> per la Corte di Cassazione.
>>>
>>> La Corte di Cassazione si occuperebbe solo dei questioni di diritto
>>> più significative./“Quando, in convegni internazionali, dei francesi
>>> dicono che la loro Corte suprema rende più di 30.000 decisioni
>>> all’anno, destano la più grande ilarità”/ ( traduzione testuale).
>>>
>>> Riforma della geografia giudiziaria con drastica diminuzione dei
>>> Tribunali.
>>>
>>> Ricreare una vera comunità di tutti gli operatori di giustizia.
>>>
>>> Last but not least ( un po’ di inglese anche quando si parla di
>>> Francia): l’articolo è firmato da due avvocati Daniel Soulez
>>> Larivère e Pierre-Olivier Sur. Il primo è un notissimo avvocato
>>> d’affari, autore di numerosi libri sui problemi della giustizia. In
>>> italiano è stato tradotto e il titolo ha fatto fortuna, “Il circo
>>> mediatico-giudiziario,” spesso citato a sproposito da chi non è
>>> andato oltre la lettura, appunto, del titolo; ma, a mio avviso, il
>>> suo libro più interessante, attuale anche trent’anni dopo la sua
>>> pubblicazione, è “/Les juges dans la balance/”, non tradotto in
>>> italiano, ma qui ne traduco la dedica ”Dedico questo libro a René
>>> Parodi, magistrato, resistente, morto per le torture della Gestapo
>>> nell’aprile 1942.Egli incarna lo spirito di resistenza, senza il
>>> quale la magistratura non è che una impostura”. Il secondo è stato
>>> presidente ( batonnier) dell’Ordine degli avvocati di Parigi.
>>>
>>> Un’ultima citazione, per concludere: “Meditate, gente, meditate!”.
>>> L’autore, come noto, non è un giurista, ma l’appello mi pare ben
>>> indirizzato a tutti gli operatori di giustizia.
>>>
>>> Edmondo Bruti Liberati
>>>
>>>
>>> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=emailclient>
>>> Mail priva di virus. www.avast.com
>>> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=emailclient>
>>>
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>>> <#DAB4FAD8-2DD7-40BB-A1B8-4E2AA1F9FDF2>
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