[Area] Fw: Il tuo messaggio a Nuovarea attende l'approvazione del moderatore

Ferrari Roberto roberto.ferrari a giustizia.it
Ven 20 Ott 2017 12:24:21 CEST


La predilezione per i linguaggi criptici, gergali, misterici, non è esclusiva dei gruppi che frequentano i palazzi di giustizia. E’ uno strumento indispensabile alla gestione e conservazione –come gruppo- di un potere economico e politico; ovvero –nella relazione tra due individui- a porsi in una situazione di forza nei confronti dell’ altro, in genere il cliente.
Talora non è neanche ristretta alla scelta delle parole, ma si estende al segno grafico. Paradigmatico è il geroglifico dei medici nella stesura di messaggi criptati, affidati al paziente perchè, senza intenderne il contenuto, li consegni ad altri iniziati, altro medico o farmacista. Talora però vale anche a collocare il redattore del criptato in posizione sovraordinata rispetto all’ altro, cui è negato il diritto a ricever risposta.
E’ chiaro che la condotta comune di ogni appartenente ad un gruppo non è diretta da questo intento. E’ con l’ ammissione al gruppo che sono loro impartite le istruzioni importanti per la conservazione e l’ affermazione del gruppo; molto spesso gli stessi istruttori ignorano le ragioni di quelle regole. Sono regole antiche sulle cui ragioni non si deve indagare; vanno applicate e basta.

La ribellione linguistica alla base, tra gli altri, del prezioso intervento di De Mauro è dunque una diramazione necessaria e inevitabile di un movimento culturale decisivo nell’ evoluzione della specie, seppure allo stato iniziale e dalle dubbie prospettive. Quello diretto a porre in primo piano l’ individuo rispetto al gruppo.
Nell’ esigere che la persona coinvolta in una vicenda giudiziaria la possa intendere, nella ricerca della costruzione di un processo governato da regole diverse da quelle narrate da Kafka, c’è la guerra per l’ affermazione dell’ individuo, e con esso della ragione, rispetto al gruppo e alla fede. E –attenzione!- l’ individuo interessato dalla lotta non è soltanto Josef K., ma anche gli stessi iniziati (giudici, cancellieri, poliziotti, avvocati), chè non si può dire se il privilegio di branco di cui si avvalgono compensi adeguatamente il dissolvimento e la mummificazione dell’ identità individuale.

Passando a qualcosa di più concreto. Nel lavoro sono solito esigere dai C.T.U. un linguaggio divulgativo, alla Piero Angela. Lo strumento tecnico l’ ho individuato nella seconda relazione, quella che segue le osservazioni. Va detto che oggi l’ esigenza è un po’ attenuata, poichè se è una sola parola ad esser gergale, spesso basta andare su Wiki e in 30 secondi puoi continuare a leggere la relazione, dopo aver appreso qualcosa. Ma spesso non basta. Sicchè, se con me qualche avvocato ragionevolmente mostra di sentirsi escluso dal contraddittorio, poichè non (ragionevolmente) in grado di mettere in relazione le regole giuridiche con l’ enunciato della C.T.U. o della propria CTP, chiedo al C.T.U. la traduzione in italiano (o nell’ ital-english di uso comune) dei passaggi decisivi.

Ho l’ impressione che anche il rapporto con le parti trovi giovamento dall’ abbandono del linguaggio liturgico (e del processo “celebrato” in udienza). Forse mi illudo, ma la parte, che interviene in udienza e cui viene spiegata in parole comuni la complessità del conflitto, la rilevanza di esigenze tutelate diverse dalle sue e la razionalità della legge, cambia progressivamente e rapidamente sguardo. Non di rado gli stessi avvocati sembrano apprezzare; a volte riferiscono di aver provato anch’ essi, ma se glielo dice il giudice è diverso. Pur temendo trattarsi di impressioni illusorie, constato che le cancellazioni di cause e le conciliazioni crescono.
Ribadisco che non affermo convinzioni, nè sollecito la rivolta contro il nostro latinorum. Sto solo portando avanti una ricerca, che trovo molto interessante.

Alla quale non mancano contributi d’ altra natura.
In vista di quest’ anno accademico, mio figlio, neo maturato, ha partecipato a un paio di concorsi di ammissione a Scuole “d’eccellenza” (tipo S.Anna, Alma Mater, ecc.). Avendo notato che la sua scrittura, estremamente apprezzata dai suoi docenti, è obiettivamente difficile (letteraria, fantasiosa, ricercata, con periodi lunghi), ne ho temuto l’ inadeguatezza per i temi di cultura generale, specie se i commissari hanno tempi di correzione molto ristretti e sono ostacolati dalla necessità di una lettura lenta e attenta.
Così abbiamo letto alcuni passi di scritti della prof.Bellucci (ad es. La redazione delle sentenze: una responsabilità linguistica elevata). Egli ha mostrato di apprezzare e persino di comprendere gli scritti di avvocati e di giudici oggetto di analisi critica; e di non apprezzare invece la traduzione in termini semplificati.
Eppure non è condizionato dai fattori sopra indicati che conducono all’ uso di un linguaggio gergale. Ma vi ravviso una predisposizione coerente con le prerogative e i doveri legati all’ ammissione al gruppo.
Il suo è al momento solo narcisismo.
Ma naturale sviluppo di questo è il desiderio di essere accolto in un gruppo, dalle caratteristiche il più possibile elitarie.

Poi, se sono di malavoglia, anch’io scrivo brutte sentenze, in giuridichese, lunghe e con periodi lunghi, condannandomi all’ apprezzamento di colleghi e avvocati.


RF

Trib.AQ


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Patrizia Bellucci <patbellucci a gmail.com>
Inviato: venerdì 20 ottobre 2017 09:28
A: area a areaperta.it; u.nannucci a alice.it
Oggetto: Re: [Area] Fw: Il tuo messaggio a Nuovarea attende l'approvazione del moderatore


Caro Ubaldo, cari Tutt*,

libertà del pensiero e democrazia premono altrettanto a me, anche se DI SICURO COSA FATE IN LISTA SPETTA ESCLUSIVAMENTE A VOI.

Io sono solo un'ospite e non me ne dimentico, anzi vi ringrazio sempre per l'accesso che mi avete concesso e non do mai per scontato che continuiate a volermici, visto che gli intellettuali non si possono far tacere: il loro compito è proprio di parlare - per attivare libere e personalissime riflessioni e libere scelte individuali - anche a costo di dire cose assai 'scomode'.

Quindi le scelte spettano di diritto a Voi e solo a Voi, ma è altrettanto vero che personalmente sto a osservare - i 'cittadini' questo fanno - cosa fate e ne ricavo poi le mie deduzioni.


Sono rientrata in lista e la prima domanda che ho fatto è stata "Ma qui del Movimento chi c'è rimasto?", perché il "Divide et impera" è sempre di grandissima e perdurante attualità!

Mala tempora currunt e quindi l'unione - la capacità di ricostituire aggregazione, interazione e COMUNITA' (cfr. Bruti Liberati) - oggi urge più che assai!

Per gli 80 anni di De Mauro, noi sue allieve (donne e madri), gli abbiamo cantato tutte insieme "Sebben che siamo donne" (https://www.youtube.com/watch?v=PXOpVWSZ7uA): Tullio non c'è più, ma noi suoi allievi ci siamo ancora e io vi resto in lista, per cui ve la dedico tutta come antidoto al "Divide et impera".

Sono profondamente pacifista, per cui non voglio 'ammazzar' proprio nessuno, ma di sicuro faccio il mio e mi aggrego a chi è determinato a difendere la democrazia COSTITUZIONALE - altro che riforma Costituzionale!!! - e il popolo italiano, in nome del quale voi emanate sentenze e io ho laureato per tutta la vita.

Alcuni di voi già sanno che nella mia vita tanto hanno dato a me e a mio figlio il Presidente Sandro Pertini e sua moglie Carla e oggi, per difenderla, sommessamente e umilmente -  da cittadina quaedam de populo dotata di parole -  mi appello perfino al Presidente Mattarella.

So bene anche che il Presidente Mattarella è il Presidente del C.S.M., che certo non è di mia competenza, per cui qui doverosamente e volentieri mi taccio: a ciascuno la sua parte (mi basta e mi avanza "la mia").

Tra parentesi: oggi nelle Università non si laurea più "In nome del popolo italiano", ma "In nome del Rettore": Amiche e Amici miei, cerchiamo di evitare che tolgano anche a voi quell' "In nome del popolo italiano" conquistato dalla Resistenza.


Da linguista e intellettuale democratica e di sinistra ho capito decenni fa quanto fosse stretto il rapporto fra GIURISDIZIONE & SCIENZE DEL LINGUAGGIO (perché "Scienze" sono) e ho speso gran parte della mia vita a lavorar su questo.

I primi a capire cosa stavo facendo sono stati:

1) Tullio De Mauro, che lo aveva capito prima di me, che è stato invitato a un Congresso di Avvocati (ma non dai Magistrati, né dal CSM né dalla SSM!!!): è addirittura del lontano 1973 - poi riedito nel 1977 - un suo inderogabile quanto inconfutabile appello ai Magistrati:

Un testo come la Costituzione italiana dimostra che è ben possibile scrivere norme tanto precise e definite quanto chiare e largamente comprensibili a tutti. Tuttavia, piaccia o non piaccia, Costituzione a parte, l’oscurità è di casa nei nostri codici e ancor più nella miriade di leggi e decreti […]. Se lo stato di fatto presente e, forse, le esigenze tecniche del fare leggi rendono oscuro il testo di tante norme, spetta ai magistrati, nei loro interventi, e soprattutto nella motivazione delle sentenze, parlare chiaro, tradurre cioè in parole largamente comprensibili a tutti gli interessati (e interessati siamo e possiamo essere tutti) le norme e le ragioni della loro applicazione. (De Mauro 1977: 90)


2) L'avvocato Alarico Mariani Marini: e infatti 'hanno fatto fuori' - messo a tacere - lui e tutto quel coltissimo Direttivo e anche mandato a ramengo la splendida rivista "Cultura e diritti", che era l'evoluzione dell'altrettanto bella "Diritto & formazione",

3) il Magistrato Amico Luigi Lanza del Movimento (e mi chiedo se sia ancora in lista...),

3) Il Presidente dell'Accademia della Crusca e Amico Francesco Sabatini, guarda caso "Padre di un Magistrato" (e saluto caramente Carlo): è lui che mi ha portato la prima volta a un corso del C.S.M. a Roma - spero che non se ne sia pentito :-) - e vi lascio immaginare quanto "rumore" abbia fatto la mia relazione (quando volete sapete essere dei gran TIR, ma di certo "non mi sono impressionata":-)).


In conclusione, si può ignorare o far tacere me, ma il nesso GIURISDIZIONE & SCIENZE DEL LINGUAGGIO è costitutivo e inderogabile nella Giurisdizione.


Buona giornata, care Amiche e cari Amici,

Pat




Il 20/10/2017 07:46, u.nannucci a alice.it<mailto:u.nannucci a alice.it> ha scritto:


-----Messaggio originale----- From: u.nannucci a alice.it<mailto:u.nannucci a alice.it>
Sent: Friday, October 20, 2017 7:45 AM
To: nuovarea-owner a nuovarea.it<mailto:nuovarea-owner a nuovarea.it>
Subject: Re: Il tuo messaggio a Nuovarea attende l'approvazione del moderatore

ma vi pare possibile che ci sia una censura in una lista di magistrati? che
razza di metodo democratico è questo? ho partecipato alla vita del movimento
dalla sua nascita, insieme a mario almerighi e a nessuno è mai  venuto in
mente di sindacare il tasso di coerenza con l'ideologia cui la lista si
ispira. chiedo che questa mia nota sia diffusa, in nome del principio di
libertà del pensiero e di democrazia dell'istituzione "magistratura"

ubaldo nannucci

-----Messaggio originale----- From: nuovarea-owner a nuovarea.it<mailto:nuovarea-owner a nuovarea.it>
Sent: Thursday, October 19, 2017 9:33 PM
To: u.nannucci a alice.it<mailto:u.nannucci a alice.it>
Subject: Il tuo messaggio a Nuovarea attende l'approvazione del moderatore


Il tuo messaggio alla lista 'Nuovarea' con oggetto

   Re: [Area] AreaDG: per un Pubblico Ministero forte, equilibrato,
efficace ed indipendente

è stato trattenuto in attesa che il moderatore della lista possa
esaminarlo per l'approvazione.

La ragione per la quale è stato trattenuto:

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