[Area] R: Ai M.O.T in lista

Francesco Mazzagalanti francesco.mazzagalanti a giustizia.it
Lun 23 Ott 2017 10:12:43 CEST


 

Probabilmente vivo sulla “luna”: non ricordo direttivi e/o semidirettivi di
Area (e/o di Magistratura Democratica e/o dei Movimenti) fare opera di
“proselitismo”, e sono in magistratura da 37 anni.

Mi viene semmai da aggiungere che un effetto (negativo) di talune nomine,
che ho potuto riscontrare nei fatti, è stato il (successivo) distacco del
nominato dal gruppo di appartenenza. Non mi sento peraltro di escludere che
ciò possa essere dipeso dal particolare impegno profuso nel nuovo incarico
(e, magari, dal desiderio di non apparire troppo legato e/o dipendente dal
gruppo che si era battuto per la sua nomina).

Saluti

                                                            Francesco Mazza
Galanti

                                                           (Presidente IV
Sezione civile – Tribunale di Genova) 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: sabato 21 ottobre 2017 18:54
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] Ai M.O.T in lista

 

Il mio individualismo piccolo - borghese forse potrebbe essere solleticato
dall'idea di avanzare in carriera, con il paravento ideale dell'intenzione
di portare avanti un progetto diverso di lavoro nuovo, diverso. Però sempre
lo stesso individualismo, anzi la mia vera e propria asocialità, insieme con
la mia innata pigrizia, mi spingono a rifuggire dall'idea di sgomitare con i
colleghi per un posto direttivo o semidirettivo. Beninteso, non voglio fare
professione di qualunquismo a tutti i costi. A mio parere in chi intraprende
una carriera all'interno della magistratura coesistono motivazioni
egoistiche, di ambizione personale, di vanità, insieme con la sincera
volontà di fare qualcosa per gli altri, o per la giustizia in generale,
magari con un pizzico di sopravvalutazione delle proprie capacità. Del resto
lo stesso accade nella politica generale, a livello nazionale e locale,
perchènon credo che esista un politico che fa quel mestiere unicamente per
affarismo. Una spinta ideale è sempre presente, ed è propria di qualsiasi
essere umano la coesistenza di motivazioni e impulsi contraddittori. 

Tornando alle logiche interne all'ANM, magari anche l'attività di
proselitismo viene fatta da parte di alcuni direttivi e semidirettivi con le
migliori intenzioni, perchè si pensa veramente che il progetto portato
avanti dalla corrente di appartenenza è il migliore. Ora, non spetta a me
fare un processo sulle intenzioni. Io mi sono limitato a descrivere un dato
di fatto, senza finzioni. Alla fine, credo che questo sistema sia gradito
alla maggior parte dei magistrati, altrimenti non reggerebbe neppure per un
giorno. Osservo però che tutto ciò porta alla fine ad un obiettivo gradito a
molti, anche all'interno della magistratura : la gerarchizzazione. E io
questo obiettivo non riesco proprio a condividerlo.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 

Il 21/10/2017 12:06, Ferrari Roberto ha scritto:

Bellissima la sintesi di Lucia del buono e del non buono dell’ essere
magistrati. Piena di sapiente armonia e di saggio ottimismo.

Da conservare e inoltrare ai MOT che non sono in lista e alle altre liste.

 

Importantissimo l’ accento sulla scarsa importanza del cursus honorum in una
carriera che consente di scegliere tra funzioni giuridicamente equivalenti.

Dai suoi interventi ho acquisito una grande stima del collega mirandrew, ora
motore di polemiche che vengono da lontano. Per cui non credo che egli pensi
veramente ci siano funzioni “ultime tra le ultime”. Si potrebbe persino
dubitare che egli tenga tanto al ruolo direttivo, se non fosse che, avendo
forse lavorato efficientemente su soluzioni organizzative sezionali, può
aver riscontrato difficoltà di attuazione che richiedono l’ inserimento di
un progetto organizzativo parziale all’ interno di un progetto globale che
interessi tutto l’ ufficio. 

Tuttavia è vano pretendere che l’ assegnazione di funzioni direttive sia
fondata prevalentemente sul merito. Se siamo istintivamente portati a
percepire differenti gradi di importanza nella distinzione tra funzioni (e
così è, poichè non si può in grado di esser manager di realtà che ancora non
si conosce) il tendere verso quelle più importanti è naturale, poichè in
relazione con la contemplazione e la narrazione del sè.

E, poichè i posti in grado di soddisfare questa esigenza di autostima sono
pochi e il conflitto è elevato, è logico che chi ne dispone pretenda una
contropartita. Che nei sistemi democratici è costituita essenzialmente dall’
affectio societatis, dalla fattiva partecipazione del candidato alla
realizzazione dello scopo sociale, degli obiettivi del gruppo o corrente. In
relazione alle funzioni direttive è evidente come l’ affectio societatis, in
termini di provata fedeltà del candidato direttivo, sia decisiva, poichè in
questo caso l’ eletto acquisisce la facoltà di contribuire in misura
rilevante alla conservazione o all’ espansione del potere del gruppo.

Seppur meno rilevante, una valutazione meritocratica è necessaria anche in
funzione di tale scopo, oltre che al fine di occultare i criteri di scelta
decisivi. Sicchè oggi è difficile attendersi un dirigente del tutto incapace
(il che –come il fatto di avere un esercito ben armato- non è sempre una
buona notizia).

 

Quindi è bene che i MOT imparino presto a considerare che in tema di
selezione di funzioni direttive nulla mai potrà cambiare. Che, ove disposti
a destinare parte del tempo libero o del tempo lavorativo ad attività
relazionali associative, hanno ottime chances di portare a compimento il
cursus honorum desiderato. 

Che continueranno ad assistere a conflitti tra chi aspira a funzioni
direttive per soddisfare la propria autostima in un contesto relazionale e
chi le invoca, come forse mirandrew o magari anche Felice, per portare a
compimento una ricerca ed un opera già avviata, non potendo egli esser
gratificato da altro che da questo.

 

RF -trib.AQ

 


  _____  


Da: Area  <mailto:area-bounces a areaperta.it> <area-bounces a areaperta.it> per
conto di thorgiov  <mailto:thorgiov a libero.it> <thorgiov a libero.it>
Inviato: venerdì 20 ottobre 2017 19:50
A: Vignale Lucia; area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it> 
Oggetto: Re: [Area] Ai M.O.T in lista 

 

Hai detto bene : la carriera diventa importante solo se noi la consideriamo
tale. Il problema è proprio questo. Quella targhetta sulla porta con su
scritto "Presidente" è diventato l'obiettivo di molti magistrati. Secondo me
della maggioranza. Non dovrebbe essere così, perchè della carriera potremmo
farne benissimo a meno, ma io mi sono limitato a prendere atto di una
realtà. E se si progredisce in carriera non lo si deve solo a se stessi.
Inutile illudere i colleghi, giovani o meno giovani. Gli appoggi ci
vogliono, eccome se ci vogliono. D'altronde non è un caso se il sistema
delle valutazioni di professionalità è stato accolto con grande favore
proprio all'interno della magistratura.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 

Il 20/10/2017 15:44, Lucia Vignale (Esterna) ha scritto:

Forse M.O.T. in lista non ce ne sono, perché sono troppo impegnati a
districarsi nelle difficoltà del nuovo lavoro per mettersi a leggere la
posta. 

Nondimeno, dopo aver letto il messaggio di Felice Pizzi , mi sento in dovere
di intervenire e presentarmi anche io. 

Di anni ne ho 58 (ma  mi piace dire quasi 60 perché così mi abituo
all’idea). Sono entrata in magistratura a trent’anni, in un’epoca in cui il
concorso lo si poteva fare appena laureati  (e spero proprio che presto
torni ad essere così),  perché avevo vinto un dottorato, avrei voluto
lavorare nell’università, ma , dopo alcuni anni di duro lavoro non
retribuito (o retribuito in maniera simbolica), ho deciso che non potevo
andare avanti così. Dunque anche io , come Felice Pizzi, sono entrata in
magistratura perché volevo uno stipendio. 

A differenza di Felice Pizzi, però, dopo essere entrata, ho scoperto un
mondo unico e diverso da quello nel quale avevo vissuto fino a quel momento:
un mondo in cui non si deve sgomitare e se si progredisce in carriera lo si
deve solo a se stessi (ai propri meriti o ai propri “non demeriti”); un
mondo in cui non vi è alcuna necessità di diventare dirigenti e “fare
carriera” perché lo stipendio non è determinato dalle funzioni svolte, ma
dall’anzianità di servizio, e  un presidente di sezione non guadagna di più
dei magistrati della sua sezione salvo che  non sia più anziano di loro; un
mondo in cui il  “capo”  non è il  datore di lavoro e non può dire a nessuno
dei magistrati dell’ufficio come devono decidere una causa o trattare un
fascicolo.

 

Entrando in magistratura ho  scoperto un mondo in cui, per Costituzione,  si
è  indipendenti (art.101: i giudici sono soggetti soltanto alla legge) e,
per Costituzione,  si è  uguali (art. 107 : “i magistrati si distinguono tra
loro soltanto per diversità di funzioni”).  

Ho scoperto il sistema tabellare - un sistema che esiste anche (forse
soprattutto) perché  i magistrati  hanno contribuito ad elaborarlo - e ho
capito che quel sistema serviva a garantire, oltre all’indipendenza esterna,
anche l’ indipendenza interna, perché fissava regole predeterminate e
oggettive volte a distribuire il flusso degli affari.

Ho capito che ero io a dover garantire il funzionamento del sistema
tabellare vigilando affinché fosse rispettato; che se il mio “capo” voleva
assegnare a me un fascicolo in deroga alle regole tabellari e mi blandiva
dicendomi : “fallo tu che sei brava”, dovevo dirgli di no , perché il
rispetto del sistema tabellare è una garanzia di tutti.

Ho capito che la buona organizzazione dell’ufficio dipendeva anche da me;
che se i criteri organizzativi erano tali da impormi un superlavoro potevo
contestarli e chiedere su questo l’appoggio dei colleghi. Ho capito che
nessun “capo” può dirigere un ufficio contro i magistrati di quell’ufficio
se quei magistrati non glielo consentono e che ciascuno di noi ha diritto di
chiedere al proprio dirigente di farsi carico dei problemi che incidono sul
suo lavoro e sul servizio reso ai cittadini.

Ho scoperto un lavoro bellissimo che mi consentiva di dare un senso
all’interpretazione della legge applicandone i risultati al caso concreto;
di scegliere tra le diverse possibili interpretazioni quella più rispettosa
dei diritti; di fornire tutela a chi  non ha altri diritti che quelli che la
Legge gli riconosce.

 

Per questo vorrei dire ai MOT : 

di non farsi ingannare da chi dice che tutti i magistrati sono a caccia di
medagliette per diventare dirigenti (ce ne sono, certo, ma non sono poi così
tanti) ;

di ricordarsi sempre che diventare dirigenti, prima che un onore, è un
onere;

di lavorare con coscienza, attenzione e passione, cercando di assicurare una
risposta in tempi ragionevoli, ma anche di curare la qualità del lavoro,
perché si lavora molte ore al giorno e - se non ci si vuole intristire e
invecchiare prima del tempo - si deve trovare soddisfazione in ciò che si
fa;

di non stare chiusi  nelle proprie stanze e di occuparsi dell’
organizzazione degli uffici di cui fanno parte, perché da quella
organizzazione dipende la qualità della loro vita e del loro lavoro; 

di coinvolgere in questo i tanti colleghi di buona volontà chiedendo anche a
loro di sollevare la testa dalle carte;

di vigilare sul comportamento del proprio “capo” sostenendolo e aiutandolo
se occorre,  criticandolo se necessario.

 

Ma soprattutto vorrei dire ai MOT ( se ce ne sono in lista) ed anche ai non
MOT (e in lista ce ne sono tanti) di non dare ascolto a chi parla solo di
carriera, perché la carriera  non cambia la nostra vita, non cambia la
qualità del nostro lavoro, non cambia i nostri stipendi e diventa importante
solo se noi la consideriamo tale.

 

Cordiali saluti a tutti 

Lucia Vignale

 

 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: giovedì 19 ottobre 2017 19:42
A: area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it> 
Oggetto: Re: [Area] Ai M.O.T in lista

 

Se permetti, mi presento anche io ai giovani colleghi, ovviamente in modo
molto diverso.

Premetto che non ho un profilo su Facebook, perchè non sono molto
comunicativo. In compenso mi sono sbizzarrito più volte su questa mailing
list, fino a creare veri e propri fenomeni di rigetto un po' da parte tutti
gli iscritti. Ho cinquanta anni, portati benissimo, e sono entrato in
magistratura nel 1996. Preciso che sono entrato in magistratura con una
fortissima motivazione : i soldi dello stipendio. Ebbene sì !  Questo è
stato il nobile ideale che mi ha spinto a studiare ed a superare il
concorso. Senza questa spinta emotiva non ce l'avrei mai fatta. Vedete,
subito dopo la laurea in legge, mi resi conto da subito che la strada
dell'avvocatura era troppo intasata, già da allora. Nella facoltà di legge
non esiste, purtroppo, il numero chiuso, e neppure per l'ingresso
nell'avvocatura. Questo ha creato una moltitudine di professionisti che
sgomitano di continuo tra di loro alla ricerca delle sempre meno numerose
occasioni di lavoro. Credetemi, la posizione del magistrato è di privilegio,
perchè noi alla fine del mese lo stipendio lo prendiamo comunque ( e qui
ritorno alla spinta ideale che mi ha portato in magistratura ). I vantaggi
non si fermano qui, perchè l'indipendenza esterna è garantita addirittura
dalla Costituzione. Per l'indipendenza interna il discorso purtroppo è
diverso. L'avanzamento non è più automatico, ma richiede il superamento di
valutazioni di professionalità periodiche, e queste valutazioni le fa il
Consiglio Superiore della Magistratura dopo aver acquisito il parere del
capo dell'ufficio, il quale a sua volta si rifà al parere del presidente di
sezione. Ma non finisce qui, perchè la vera sintesi è operata dai consigli
giudiziari a livello locale. Questo sistema è stato voluto dal potere
politico per mettere i magistrati sotto pressione, ma è stato subito
apprezzato dalle varie correnti organizzate in magistratura, e non a caso.
Piccolo particolare che vi deve preoccupare fin d'ora : per avanzare in
carriera, e quindi per diventare semidirettivi e direttivi, è indispensabile
l'appoggio di una delle correnti organizzate all'interno della magistratura,
perchè oggi si fa carriera per merito, e non per anzianità . Anche per fare
parte dei consigli giudiziari, i cui componenti sono elettivi, è
indispensabile questo appoggio. Per proprietà transitiva, ne deriva che
pure per superare la valutazione di professionalità l'appoggio di una
corrente è, se non indispensabile, sicuramente utile, perchè qualche
incidente di percorso può capitare a chiunque. Nessuno è perfetto e tutti
possiamo sbagliare. Il che è lo stesso che dire che tutti hanno bisogno di
tutti, e questa è la prima cosa che scoprirete . La seconda cosa che
scoprirete è che la carriera si costruisce fin dall'inizio. Presto
incomincerete a vedere il collega vicino di stanza come un pericoloso
concorrente per un incarico di vertice, e allora vi darete da fare a più non
posso non solo per assicurarvi l'appoggio di una corrente ma anche per
procurarvi più titoli possibili. Lo dovrete fare per forza, volenti o
nolenti. Innanzitutto cercherete di farvi assegnare un tirocinante per la
sua formazione. Conviene a tutti e due : il tirocinante, se il reddito
familiare è inferiore a 50.000 euro, si becca una borsa di studio di 400
euro mensili per un anno e mezzo e comunque si risparmia il costo di una
scuola di specializzazione universitaria. Il magistrato si procura un titolo
che per legge deve essere valutato ai fini della progressione in carriera.
Beninteso, non si tratta tanto di avere un titolo in più, ma di non avere un
titolo in meno rispetto al collega della stanza accanto, perchè state
tranquilli che lui avrà fatto la stessa cosa prima di voi. Poi cercherete di
pubblicare il più possibile relazioni o provvedimenti, perchè anche quelli
servono, e in questo la collaborazione degli avvocati potrà servire. Si
tratta della famosa società civile, con la quale pure vi converrà tenere
buoni rapporti, se non altro per limitare gli esposti disciplinari, che ai
fini della carriera non fanno mai bene. Questa è la vera, autentica comunità
degli operatori giudiziari.

Sia però chiaro : la vera marcia in più per la carriera rimane l'attività
correntizia all'interno dell'ANM. Datevi da fare fin da subito. Partecipate
a tutti gli incontri organizzati a livello associativo. Alcuni direttivi e
semidirettivi vi indicheranno la strada giusta da percorrere, perchè il
proselitismo è la vera forza di ogni corrente. Ognuna di esse è solita
scannarsi con le altre all'interno della stessa associazione per procurarsi
più adepti possibile. Come diceva quel tale : il numero è potenza !

Però è un peccato che accada tutto questo. Tutto sommato, rispetto agli
altri dipendenti pubblici, la parte più interessante del nostro lavoro, vale
a dire lo stipendio, non dipende dall'avanzamento in carriera, ma
dall'anzianità, ferma restando la necessità di superare le forche caudine
periodiche delle valutazioni di professionalità. Ogni tanto pensateci un po'
: forse non vale la pena affannarsi e scannarsi reciprocamente tra colleghi,
visto che almeno per la Costituzione i magistrati si distingono solo per le
funzioni e non esiste una gerarchia. Concludo anche io segnalandovi una
vecchia canzone, ma senza il link di riferimento. Si tratta di Senza
Cornice, di Alice Visconti. 

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 

 

Il 19/10/2017 10:07, Patrizia Bellucci ha scritto:

Care Ragazze e cari Ragazzi (permettemi di chiamarvi così dall'alto dei miei
71 anni: praticamente avete l'età di mio figlio e non molto di più dei miei
Studenti di un tempo),

mi rivolgo a voi, che probabilmente ancora non mi conoscete: molti dei meno
giovani mi sono 'compagni di viaggio' già da tempo.

 

Come prima cosa vi dedico una canzone: Edoardo Bennato "Sono solo
canzonette" (https://youtu.be/JBS48R2i6Pw) :-)

I motivi TEORICI per cui vi invito 'a studiare ANCHE su youtube', magari
quando ho tempo - se mi riinvitano - vengo a spiegarvelo A PORTE CHIUSE alla
Scuola Superiore della Magistratura.

Se poi qualcuno - per conoscermi meglio - ha voglia di sapere cosa dico
invece, da libera cittadina, coram populo può accedere alla mia pagina
facebook (https://www.facebook.com/patrizia.bellucci.7).

In proposito, a voi 'nativi digitali' che su facebook ci siete praticamente
tutte e tutti allego - per chi abbia tempo e voglia - un articolino su
facebook decisamente 'leggero', che avevo scritto ormai diversi anni fa:
naturalmente dovete riflettere sul fatto che quel "comunicar se stessi" da
parte di un Magistrato deve saper declinarsi IN MODO SPECIFICO: i nostri
media sono di tal livello che stanno a guardare perfino di che colore
portate i calzini!

 

Doverosamente mi presento - non c'è un motivo al mondo perché mi conosciate
già - per la parte che più direttamente vi riguarda, per esplicitarvi a che
titolo e CON QUALI LIMITI sono presente in lista. 

Trovate il mio cv sul mio sito (http://www.patriziabellucci.it/), dove
potete anche scaricare il pdf di stampa del mio libro A onor del vero.
Fondamenti, che potete benissimo anche non leggere, mentre vi invito
caldamente a leggere l'Introduzione di Tullio De Mauro (che vi allego, in
modo da non farvi perdere tempo). 

Si può e si deve apprendere in molti luoghi, ma di sicuro la carta stampata
non si salta!!!

A questo link http://www.patriziabellucci.it/laligi/contributi.htm trovate i
Collaboratori giuridici e quindi vedete i nomi di chi aveva capito da subito
la pertinenza della componente linguistica nella vostra formazione.

Quel progetto e quel sito si son fermati anni fa, perché sono bravina nel
pensare - non è un particolare merito, sono semplicemente allieva di grandi
Maestri - ma non nel trovare finanziamenti: fra me e i soldi c'è una vera
incompatibilità...

Vi informo, peraltro, che con l'ultima riformina non solo si è tolto il
PUBBLICA dal Ministero dell'Istruzione, ma - udite, udite - adesso i
Professori non si valutano più tanto sulla ricerca prodotta e sul numero e
la qualità degli Studenti che formano, ma SULLA QUANTITA' DEI FINANZIAMENTI
CHE SONO CAPACI DI ATTRARRE! 

Scusatemi se faccio un esempio personale, perché gli 'esempi concreti'
facilitano sempre la COMPRENSIONE DELLA TEORIA: ho formato 300 Studenti
all'anno per 40 anni e sono stata capace di attrarre dall'Europa e dai vari
Continenti una marea di Studenti Erasmus, ma adesso con i loro parametri
probabilmente avrei una valutazione bassina...

Insomma, le vie per SQUALIFICARE Scuola e Università sono tante e spesso
abbastanza 'occulte': si sa, i decreti di attuazione sono importanti quanto
le leggi!

Altro che chiudere gli accessi a Giurisprudenza: in Italia vanno alzati
tasso e qualità dell'Istruzione, che generano LIVELLO E INNOVAZIONE!!! 

Altrimenti il Paese non avrà nemmeno la ripresa economica, che di sicuro non
si fa con il Jobs act  e da linguista lasciatemi sottolineare che quelli che
il popolo NON ha eletto parlano a un Paese che domina poco e male perfino
l'italiano gli si spara dai media quell'inutile anglismo incomprensibile ai
più: da quaedam de populo lasciatemi dire che invece si dovrebbe tornasse a
parlare - e fare - di 'Riforma del lavoro'!  Come sempre, le scelte
linguistiche SVELANO TANTO: 'dimmi come parli e ti dirò chi sei' e teniamoci
carissima la Suprema Corte.   

In particolare, se non erro, le mie relazioni alla Scuola Superiore della
Magistratura dovreste trovarle sul suo sito a cui voi tutti accedete.

Scusate se approfitto del discorso: mi pare GIUSTISSIMO che le relazioni
alla SSM restino 'a porte chiuse' e quindi che vi accediate SOLO VOI, ma
come potrei fare io per avere le relazioni su quel bellissimo corso sulla
rappresentazione massmediatica della Giustizia su cui sono intervenuti Luigi
Lanza, Bruti Liberati, l'eccezionalmente bravo Antoine Garapon, ecc.

Sulla rappresentazione massmediatica della Giustizia PENALE mi sono già
espressa in varie occasioni e scritti vari, ma adesso - quando ne avrò il
tempo - vorrei dire qualcosina sulla rappresentazione massmediatica della
Giustizia CIVILE e quelle relazioni mi sarebbero di grandissimo aiuto:
potreste darmi una mano, visto che anch'io, come voi, di tempo ne ho proprio
poco?

Adesso devo mettermi a fare altro, ma appena avrò un po' di tempo torno ad
argomentare 'dal mio punto di vista' somiglianze e differenze - che
ovviamente riguardano anche la parte che può essere comune e la parte che
deve restar diversa nelle due Scuole Superiori, perché altrimenti va
cambiato il C.p.p. e sarebbe un errore enorme! - nella seconda parte del
sintagma del Dott. Bruti Liberati "COMUNITA' DEGLI OPERATORI GIUDIZIARI".

Grazie per lo spazio e l'eventuale attenzione e buona giornata e buon lavoro
ai Magistrati e alle Magistrate di ogni età,

Pat  

 

 





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