[Area] R: R: R: Intervista di Cassese

Mario Ardigò marioardigo a yahoo.com
Mer 1 Nov 2017 09:46:39 CET


La legislazione penale porta il PM a trattare procedure sociali di notevole complessità, ad esempio scontri tra strati sociali, gestione di grandi aziende, gestione sociale di sostanze potenzialmente pericolose. Si tratta complessivamente di gestione di sistemi complessi. Questo richiede un profilo culturale che sfugge al singolo. Dove si agisce da singoli si è insufficienti. Esempi eclatanti si sono avuti in materia sanitaria. Spesso l'opinione pubblica è attaccata all'immagine del giudice personalità intellettuale autosufficiente: non bisogna assecondarla. Mario Ardigò 

----- Messaggio originale -----
Da: "Perilli Luca" <luca.perilli a giustizia.it>
Inviato: ‎01/‎11/‎2017 08:27
A: "CENTINI MATTEO" <matteo.centini a giustizia.it>; "Imperato Marco" <marco.imperato a giustizia.it>
Cc: "area a areaperta.it" <area a areaperta.it>
Oggetto: Re: [Area] R:  R:  Intervista di Cassese

Fabio Regolo, nell'indicare le critiche „da cui c'è sempre da imparare“ cita i cenni fatti dal professor. Cassese alla presunta spartizione dei posti nella SSM”.
Il prof. Cassese scrive: „“persino lì ci sono le cordate dei magistrati, le scelte accurate dei docenti "vicini", mentre quella potrebbe diventare la palestra per avviare un dialogo tra interno ed esterno dell'ordine giudiziario““.
Questa accusa è rivolta al comitato direttivo della SSM di cui faccio parte da 21 mesi, ossia l'organismo che sceglie i docenti.
E' difficile replicare ad un'affermazione che non cita non dico la fonte ma nemmeno un esempio o un caso. 
Provo dunque a citare io due esempi di corsi recenti, che riguardano proprio i temi citati dal professore Cassese nell'articolo.
Il primo è il corso su „professione magistrato“ tenuto nell'ultima settima di settembre, che trae spunto dalla ricerca realizzata nel 2005 dalla SSM sulla “identità e immagine della magistratura nell’Italia di oggi” e intendeva interrogarsi proprio sulla funzione del magistrato nella società e rispetto alla politica (temi di Cassese). La ricerca è stata condotta da esperti sociologi attraverso interviste e questionari, uno diretto ai magistrati e compilato da 1100 giudici e pubblici ministeri ed un secondo che rappresenta il frutto di interviste ad un campione di 2025 cittadini. Il volume che dà conto dei risultati ed liberamente scaricabile da internet  (https://ojs.francoangeli.it/_omp/index.php/oa/catalog/book/210) suggerisce alcune risposte alle questioni „agitate dal prof. Cassese“. Il programma del corso, scaricabile liberamente (e quindi anche dagli esterni e dal prof. Cassese) dal sito della scuola evidenzia che le „cordate“ non avrebbero funzionato, perchè al corso hanno partecipato solo due magistrati: il Presidente della Corte di cassazione ed il Presidente della ANM. Per il resto la SSM ha cercato il „dialogo con l'esterno dell'ordine giudiziario“, auspicato da Cassese, invitando ricercatori, studiosi, accademici, avvocati. Per inciso il corso ha registrato un altissimo gradimento dei partecipanti.
Secondo esempio. Due settimane fa si è svolto il corso su „Ordinamenti giudiziari comparati“. L'idea del progetto scientifico era, come suggerisce il titolo, quella di riflettere su alcuni temi del nostro ordinamento giudiziario utilizzando la lente della comparazione. Tra i temi affrontati nel corso vi era, ad esempio, il ruolo del pubblico ministero tra autonomia e organizzazione gerarchica, tra obbligatorietà e discrezionalità nell'esercizio dell'azione penale (vedi Cassese). Si è discusso di etica e di valutazione di professionalità, per cercare di comprendere perchè i Paesi meridionali dell'Europa siano così concentrati su una valutazione dell'individuo (vedi l’individualismo di Cassese) quando i Paesi settentrionali si concentrano sulla valutazione del servizio e sull'accountability (il rendere conto) in un dialogo con la società. Anche in questo caso (programma scaricabile da internet), ci siamo rivolti a studiosi di  comparazione  degli ordinamenti giudiziari, a ricercatori che si occupano solo di comparazione di sistemi giudiziari (IRSIG-CNR) e  -confesso- sono stati anche invitati cinque  magistrati: due italiani  che hanno rivestito l'incarico di Presidenti del consiglio consultivo dei giudici europei e dei procuratori europei e tre magistrati di Portogallo, Regno Unito e Francia. Che siano questi ultimi cinque i docenti „vicini“? Ancora per inciso, anche questo corso ha registrato un alto gradimento dei partecipanti.
 
Perchè insisto sul gradimento? Non per dimostrare a chi legge che la SSM sta facendo bene ma per evidenziare la SSM ha appunto scelto la strada della „accountability“ ossia di dare conto dei risultati, pubblicando le valutazioni dei corsi. Ammetterà chi legge che, in un percorso di trasparenza sulla qualità, sarebbe suicida cooptare i vicini piuttosto che scegliere quelli che, a torto o a ragione, il comitato direttivo ritiene i migliori (e non escludo che queste scelte possano creare disappunto anche nell'Accademia, se è vero che non ho memoria di un accademico che abbia rifiutato una docenza alla SSM).
 
Ma voglio aggiungere altro, non tanto o non solo per tutelare la reputazione della SSM, che essendo un istituzione molto giovane ha bisogno di rafforzarsi con il sostegno di tutti, ma per difendere la reputazione della magistratura intera. In 18 anni mesi di comitato direttivo non solo non  mi sono mai accorto della „scelta accurata dei magistrati vicini“ ma non ho nemmeno ricevuto una sola telefonata, dico una sola, di candidati alla docenza o ad altri incarichi che la SSM è in condizione di attribuire (e alzi la mano qui ed ora chi conosce una verità diversa). Io appartengo ad un gruppo associato, ad Area, ma nessuno nè della mia associazione nè di altra ha pensato che potessi, quale componente del comitato direttivo SSM, diventare uno strumento del “correntismo” o della costruzione di carriere.
Ed a proposito di carriera, abbiamo molto discusso la scorsa settimana con i MOT europei che si trovavano in scambio internazionale a Scandicci se esista una carriera del magistrato. I nostri giovani colleghi dimostravano piuttosto interesse per l'etica e l'imparzialità: sì l'imparzialità e non l'indipendenza che, per citare Cappelletti, è data ai giudici per garantirne l'imparzialità. Ma abbiamo dovuto parlare anche di indipendenza in questa Europa che cede sui principi fondamentali. I giovani colleghi polacchi ci mostravano le immagini di cartelloni luminosi proiettati dal Governo nelle principali città della Polonia per attaccare in modo subdolo la magistratura, citando con malevolenza pretesi casi di malagiustizia. Ed abbiamo assistito con sgomento alle conseguenze dello sgretolamento dell’ indipendenza magistratura, quando l'ex giudice turco Yavuz Aydin, che oggi, dopo avere affidato la sua famiglia e se stesso ai trafficanti di essere umani,  è un rifugiato politico in Romania con passaporto europeo, ha raccontato, su invito della SSM, a  MOT molto „presenti“  cosa succede quando si rompono gli argini dello stato dei diritto.
Ed allora caro Marco (Imperato) e caro Fabio (Regolo), vi dico va bene, non chiudiamoci di fronte alle critiche ma pretendiamo che queste siano documentate o quantomeno argomentate, altrimenti non sono critiche ma attacchi gratuiti e gli attacchi gratuiti che provengono da voci autorevoli non solo  indeboliscono le istituzioni ma possono trasformarsi in un pretesto di azione per i nemici –e non sono pochi- dell'indipendenza della magistratura.
Cari saluti
Luca Perilli
Comitato Direttivo ​






Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di CENTINI MATTEO <matteo.centini a giustizia.it>
Inviato: martedì 31 ottobre 2017 21:30
A: Imperato Marco
Cc: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: R: Intervista di Cassese 
 
Detta così caro caro Marco credo che tu abbia condiviso l’intervista di Cassese perché era di Cassese. Altrimenti quelle quattro amenità che dice le leggiamo sulla bocca di politici d giornalisti tutti giorni. Uguali uguali, senza motivazioni nè esemplificazioni. Abbiamo tanti difetti e certamente dobbiamo farci carico del fatto che la gente crede sempre meno in noi, ma questo non è dovuto alle sciocchezze che scrive il professore. Ben altri sono i motivi.


Inviato da iPhone

Il giorno 31 ott 2017, alle ore 20:08, Imperato Marco <marco.imperato a giustizia.it> ha scritto:


Ringrazio Fabio per le sue parole.
 
Io credo che sia un importante (per quanto a volte fastidioso) esercizio ascoltare le critiche e le opinioni diverse, soprattutto se significative (non uso nemmeno il termine autorevoli, perché non è solo quello il punto)
 
Non sono un collega esperto, caro Fabio… cerco solo di ascoltare quello che avviene al di fuori e di farmi carico anche di punti di vista lontani dai miei perché ritengo che l’autoreferenzialità resti uno dei nostri rischi più grandi e proprio Area è il gruppo che più di tutti può provare a mantenere il dialogo verso l’esterno anche con spirito di costruttiva autocritica.
 
Condividere un contenuto vuol dire semplicemente voler far conoscere un contenuto che si ritiene comunque rilevante… e non necessariamente condividerne il contenuto.
 
Buona sera a tutti
Marco Imperato
 
 
Da: REGOLO FABIO 
Inviato: martedì 31 ottobre 2017 19:16
A: CENTINI MATTEO <matteo.centini a giustizia.it>; Imperato Marco <marco.imperato a giustizia.it>; area a areaperta.it
Oggetto: R: [Area] R: Intervista di Cassese
 
Capisco l’amarezza di Matteo, perché quando non si lavora per “farsi vedere”, né si agisce “come giustizieri”, né, soprattutto, si ha voglia di “correre verso la politica”, ma si vuole fare solo il proprio dovere, essere descritti in questo modo (vogliamo dire un po’ semplicistico?) da proprio fastidio.
 
Nel suo condividere l’intervista, ritenendola meritevole della nostra attenzione, immagino che Marco da esperto collega avrà percepito qualche spunto di riflessione. Io nel mio piccolo, volendo carpire spunti, perché in fondo dalle critiche anche quelle più aspre e anche quelle meno fondate c’è sempre da imparare, vedo i cenni fatti dal prof. Cassese alla presunta spartizione dei posti nella SSM o al fatto che nei sondaggi sembra che la gente abbia sem

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