[Area] R: Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi

Sorrentino Federico federico.sorrentino a giustizia.it
Sab 9 Dic 2017 13:21:07 CET


​Mi inserisco nell’interessantissima discussione tra i delicati temi dello “ius soli” e dello “ius culturae” solo per ricordare (quale contributo al dibattito su un piano meramente normativo) che, nei vari modi di acquisto della cittadinanza previsti dall’attuale legge (n. 91 del 1992), è previsto un possibile vaglio della “meritevolezza” del richiedente la cittadinanza (dopo due o tre anni di residenza in Italia, a seconda dei casi), solo per l’acquisto della cittadinanza a seguito di matrimonio (e, da quest’anno, a seguito di unione civile), con specifiche ipotesi di preclusione in caso di determinate gravi condanne penali, ovvero, con ampia clausola generale, in caso di “sussistenza, nel  caso  specifico,  di  comprovati  motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica” (art. 6, comma 1, lett. c, della legge n. 91 del 1992).
Quindi, si tratta di una (possibile) limitazione rispetto a criteri “automatici”. Limitazione che peraltro sembra derivare da un “pregiudizio” circa un uso strumentale del matrimonio (o dell’unione civile) nel caso singolo, ma che comunque è (o dovrebbe essere) ricollegata a fatti concreti posti in essere dal richiedente (e non sulla base di convinzioni personali più o meno esplicitate dell’interessato).
Potrebbe essere utile a tal proposito un’analisi dei casi in cui in questi ultimi anni il Ministro dell’interno ha respinto l’istanza di cittadinanza per la “sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica”.
Ma da una superficiale scorsa delle ultime sentenze del giudice amministrativo al riguardo (presenti sul sito della Giustizia amministrativa) – si tratta di questioni rimesse alla giurisdizione amministrativa sull’esercizio, da parte del Ministro, di un potere discrezionale, così Cass. SU n. 1000/1995 e n 7441/1993 – emerge ancor’oggi il problema se il giudice amministrativo, investito del ricorso dell’interessato che si sia visto negare l’acquisto della cittadinanza “iure communicatione” per motivi di sicurezza nazionale, possa o meno conoscere tali  ragioni (si vedano Tar Lazio n. 08962/2017 del 26/07/2017; n. 7925/2016 dell’11 luglio 2016; n. 154/2016 del 7 gennaio 2016 per la soluzione affermativa) ovvero debba arrestarsi, anche in giudizio, al diniego di accesso a tali ragioni opposto da parte dell’Amministrazione dell’interno per esigenze di salvaguardia dell’ordine pubblico e di repressione della criminalità e di sicurezza nazionale (Tar Lazio   N. 10254/2017 del 12/10/2017;  n. 1464/2017;  Tar Campania, Salerno,  n. 818/2007).
Come si vede, la giustiziabilità di valutazioni dotate di un ampio margine di discrezionalità (anche quando dovrebbero essere ancorate a fatti concreti) appare sempre complicata…
A mio modesto avviso, in una materia come quella dell’acquisto di cittadinanza sarebbe sempre preferibile, per un Paese civile, evitare preclusioni implicanti l’uso di discrezionalità da parte dell'Amministrazione ovvero ammetterla in casi limitatissimi ancorati a fatti oggettivi commessi dall'interessato, facilmente accertabili.
Un saluto a tutti

Federico Sorrentino

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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Carlo Brusco <c.brusco a alice.it>
Inviato: sabato 9 dicembre 2017 00:15
A: u.nannucci a alice.it; area a areaperta.it; 'thorgiov'
Oggetto: [Area] R: Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi

Caro Ubaldo,

tu non tieni conto del fatto che le comunità islamiche sono tra loro molto più differenziate, nel diritto della famiglia, di quanto lo siano alcune di queste rispetto alle discipline dei paesi liberali occidentali. E che molti dei principi tratti dal Corano sono stati  ampiamente superati dalle legislazioni di vari stati in cui la religione islamica è prevalente. Faccio alcuni esempi:

in Algeria, Marocco e Tunisia è stato abolito il matrimonio imposto

in Tunisia la tutela dei figli è ugualmente ripartita tra i genitori (negli altri due paesi spetta al marito)

in Turchia e Tunisia la poligamia è stata abolita. In altri paesi la moglie può stabilire nel contratto matrimoniale che non accetta altre mogli

il ripudio è stato abolito in Algeria, Marocco e Tunisia

l’età minima per il matrimonio è stata portata in Marocco a 18 anni ed esiste la tendenza anche in altri Stati ad elevare questa età.

Lo so: rispetto a legislazioni più avanzate si tratta di passi avanti che a noi sembrano modesti. E molti paesi islamici si trovano in situazioni molto più arretrate. Ma ci ricordiamo qual’era da noi la situazione delle differenze di genere nel secondo dopoguerra ? Che il diritto di voto (garantito alle donne in molti paesi islamici) è stato concesso alle donne nel 1946 ? E che, per ottenere il divorzio e, le donne, il diritto di abortire abbiamo dovuto affrontare due referendum ?

L’unico quesito che dobbiamo porci, a mio parere, è se la maggiore integrazione che deriverebbe dall’ampliamento delle possibilità di ottenere la cittadinanza (perché di questo si tratta) possa favorire questa evoluzione, comunque in atto, oppure no. E se la favorisce possiamo prenderci la responsabilità di ostacolarla ?

Carlo Brusco

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di u.nannucci a alice.it
Inviato: venerdì 8 dicembre 2017 07:44
A: area a areaperta.it; thorgiov
Oggetto: Re: [Area] Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi

sono del tutto contrario all’approvazione di questa legge. nella costituzione sta scritto che tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi. e l’art 3, cardine dell’intera struttura costituzionale, afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali dinanzi alla legge senza distinzione di sesso....Ora nell’islam la parità di diritti tra uomini e donne non esiste. vedasi Corano, Sura IV, 34 che recita:
“gli uomini sono preposti alle donne a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perchè spendono [per esse] i propri beni....ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse.
sura IV, 20 – se volete cambiare una sposa con un’altra, non riprendetevi nulla anche se avete dato ad una un quintar

evito di pubblicizzare il contenuto della Sura IV, 23. questi brani potete controllarli in qualsiasi testo del Corano in comune commercio; io ne ho uno con prefazione di Stefano Cardini, approvato dall’UCOIL.

Ciò premesso, si può decidere di non vedere e di non sapere. ma un ragazzo che cresce in una famiglia di religione islamica, e viene educato in quella ideologia che trae fondamento direttamente nelle parole del Profeta, e dunque è incontestabile e indiscutibile, come potrà rispettare, nella famiglia e nella vita, il principio di assoluta parità di diritti e di dignità della donna rispetto al genere maschile, suo signore e padrone?. ritengo quindi corretto che la cittadinanza sia concessa allo scadere dei 18 anni, quando in piena maturità il giovane potrà valutare se obbligarsi o no al rispetto delle leggi che la cittadinanza impone; trA l’altro prevedendo sanzioni penali per chi usa violenze in seno alla famiglia
nannucci
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From: thorgiov<mailto:thorgiov a libero.it>
Sent: Thursday, December 07, 2017 6:12 PM
To: area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>
Subject: Re: [Area] Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi


Ma siete proprio sicuri che sia necessario o conveniente digiunare ? Pannella  fece da apripista di questa usanza in Italia, ma si parla di più di quarant'anni fa. Anzi, se vogliamo dirla tutta, il digiuno è una usanza ancora più antica che la Chiesa cattolica inventò per fare penitenza, ma in un'epoca in cui si doveva digiunare per forza, volenti o nolenti, perchè di cibo ce n'era veramente poco. Del resto gli alfaniani sono stati chiari su come voteranno, ed anche Scelta Civica credo che seguirà lo stesso orientamento, visto che alle prossime ( anzi vicinissime ) elezioni si schiererà con il Centro-Destra. Mi sa che MD, al pari dei altri convintissimi sostenitori del disegno di legge, è fuori tempo massimo, e anche questa non mi sembra una novità. Capisco l'ansia di fare opera di testimonianza ad ogni costo, anche per i posteri, ma un poco di sobrietà, ogni tanto, non guasterebbe. Anche perchè, tutto sommato, non è che un magistrato, in quanto tale, debba per forza essere a favore di questo particolare disegno di legge.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )



Il 07/12/2017 14:31, md a magistraturademocratica.it<mailto:md a magistraturademocratica.it> ha scritto:

Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi

 Magistratura Democratica auspica che si arrivi finalmente all'approvazione della legge sulla riforma della cittadinanza e aderisce pertanto alla campagna "Non è mai troppo tardi".

Come magistrati e cittadini, a partire dal 20 novembre, Giornata  Internazionale delle Nazioni Unite per i diritti dell'Infanzia, saremo impegnati in tutte le sedi e in tutte le iniziative di mobilitazione, promozione e sensibilizzazione necessarie per sostenere il passaggio parlamentare del disegno di legge.

Crediamo sia ormai improcrastinabile l'introduzione nell'ordinamento italiano dello ius soli e dello ius culturae, per arrivare a una cittadinanza basata sull'appartenenza e sull'inserimento sociale e culturale.

Soltanto attraverso la valorizzazione della nascita sul territorio e dell'inserimento socio-culturale potremo rafforzare un processo di integrazione realmente inclusivo e ampliare le potenzialità di una democrazia basata sui principi del primato della persona umana, sicurezza sociale, parità di diritti e doveri, pari dignità sociale e uguaglianza sostanziale.

17 novembre 2017

http://www.magistraturademocratica.it/mdem/articolo.php?id=2859&a=on

Rilanciamo, per l’adesione alle iniziative in corso, l’appello del Sen Manconi e dell’associazione “A buon diritto”

……A partire dalla settimana del 4 dicembre prossimo la normativa sullo ius soli e culturae dovrebbe arrivare nell'aula del Senato, dove sarà o definitivamente approvata o definitivamente affossata.

Si tratta di una legge fondamentale per la società italiana per molte ragioni.

È necessario, pertanto, sostenere con ogni mezzo la mobilitazione, a partire da un nuovo digiuno a staffetta, da attuare in coincidenza con la discussione parlamentare della legge:5, 6 e 7 dicembre.

Comunicate la vostra adesione, la data e la durata del digiuno (uno o due giorni), compilando https://docs.google.com/forms/d/1I2n0v5VybbMowNo8APpE6GbYVedbZxunfjgvFZr_ywg/viewform?edit_requested=true

E fate conoscere al numero più ampio possibile di colleghi, interlocutori e amici, e agli organismi e associazioni locali, questo messaggio e questa iniziativa.

--
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www.magistraturademocratica.it<http://www.magistraturademocratica.it>
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