[Area] R: Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi
thorgiov
thorgiov a libero.it
Sab 9 Dic 2017 11:46:22 CET
E se invece l'ampliamento della possibilità di ampliare la cittadinanza
sfavorisse l'integrazione, possiamo prenderci la responsabilità di
introdurre lo ius soli ? La possibilità che si creino delle comunità
isolate, dei ghetti, al cui interno sono in vigore norme diverse da
quelle statuali, è qualcosa di più di un rischio. Si tratta di una
realtà consolidata, almeno in Francia, in Inghilterra, in Belgio, in
Germania, in Olanda. Le stesse banlieu, che a Parigi per l'appunto
attualmente sono dei ghetti, nacquero per creare degli alloggi per gli
stranieri che dall'ex impero francese si riversarono in quella città per
crearsi una vita nuova. Nacquero dall'idea che bisogna integrare. Ora, è
evidente che l'integrazione può riuscire o meno. Il risultato non è mai
scontato. La storia dell'umanità è una storia di migrazioni con
conseguenti integrazioni, che a volte sono riuscite, ma altre volte no.
Ecco, vorrei che si prendesse atto, laicamente, del fatto che una
riforma, solo perchè costituisce una novità, non è di per sè
necessariamente un fatto positivo. Che di buone intenzioni è lastricata
la via dell'inferno.
Ciò che dico dello ius soli ovviamente vale per qualsiasi riforma, che
può funzionare o meno. A me viene sempre in mente, forse per
deformazione professionale, il rito accusatorio nel processo penale
italiano. Il codice Vassalli ha costituito una passo importante, una
evoluzione del sistema processuale, tanto è vero che poi è stato
introdotto pure il principio del giusto processo nella Costituzione.
Ebbene, il codice Vassalli si è rivelato un disastro, al pari del
principio del giusto processo. Ha rovinato la giustizia in Italia.
Come ho già scritto, il mondo islamico non è un monolite. In Algeria c'è
stata una guerra civile interna che è durata venti anni. Accadde che i
militari, come è avvenuto più di recente anche in Egitto, presero il
potere spodestando, con la forza, gli integralisti islamici che avevano
vinto le elezioni democraticamente. Ancora più di recente, in Turchia i
militari hanno tentato di spodestare Erdogan con un colpo di Stato, che
non è riuscito. Pure Erdogan era stato eletto democraticamente, ma ora
ha instaurato a sua volta una dittatura di fatto mettendosi sotto i
piedi tutte le libertà. E l'Europa protesta. L'Europa avrebbe protestato
però anche se il golpe avesse avuto esito positivo, perchè noi pensiamo
sempre che tutto il mondo deve essere a nostra immagine e somiglianza.
Poichè la realtà è sempre diversa dalle nostre aspettative, da qui nasce
la nostra schizofrenia, per cui un giorno ci complimentiamo con Ergodan
per essere riuscito a sventare il colpo di Stato, il giorno successivo
gli diciamo che non faremo mai entrare la Turchia nell'Unione perchè il
suo governo non rispetta le libertà fondamentali, due giorni dopo gli
diamo i soldi per tenersi i profughi siriani dopo averli radunati in
veri e propri campi di concentramento.
Alla fine non sappiamo neppure noi ciò che vogliamo. La contraddizione è
la nostra vera regola. Desideriamo tutto e il contrario di tutto.
Secondo me si sta mettendo troppa carne al fuoco in questo momento sulla
lista, perchè accanto allo ius soli è stato introdotto anche il tema
della scuola italiana. Ora, di insegnanti ne conosco parecchi, e per la
verità non ho indagato quali sono le loro idee sullo ius soli. Leggo che
5.000 docenti hanno espresso pubblicamente la loro opinione a favore del
disegno di legge, ma 5.000 docenti, in Italia, sono una goccia del mare,
una minoranza, come del resto lo è anche MD all'interno della
magistratura. Una notazione però mi sento di farla. Il collega De Vito
ha elogiato la allegria e la non rassegnazione con la quale gli
insegnanti italiani continuerebbero ad immaginare il futuro. Può darsi
che alcuni di loro effettivamente siano molto contenti del proprio
stato. Quelli che conosco io, però, si lamentano di continuo, e non
tanto per questioni economiche. Si lamentano perchè gli alunni e
soprattutto i genitori di questi ultimi li trattano come pezze da piedi,
anzi, a dirla tutta, li disprezzano apertamente e pubblicamente.
Diciamoci la verità. Gli insegnanti hanno sempre guadagnato pochissimo.
Ma un tempo, ormai lontano, erano rispettati. Questo rispetto lo hanno
perso completamente. Ogni tanto il collega De Vito dovrebbe parlare
anche con i genitori degli studenti. Personalmente ho sentito discorsi
che fanno rabbrividire. Ho sentito genitori affermare che l'insegnante
del loro figliuolo ( quest'ultimo ovviamente considerato un portento
della natura, portatore di un talento ineguagliabile ) è solo un morto
di fame che è entrato nella scuola perchè altrimenti non avrebbe mai
trovato posto altrove, un morto di fame che si è permesso di fare delle
valutazioni negative sul loro bimbo.
Mia madre era insegnante, e mi diceva che la situazione era cambiata in
peggio proprio a partire dai favolosi anni sessanta del secolo scorso,
allorquando si iniziò ad immettere in ruolo i docenti senza concorso. La
scuola diventò un ammortizzatore sociale, come del resto la giustizia.
Voglio raccontare un episodio che secondo me è molto significativo. Un
mio cugino aveva studiato inglese, e si era preparato per insegnare
questa lingua. Negli anni sessanta si entrava nella scuola con i corsi
di formazione, e in concreto bastava presentare la domanda per avere il
posto assicurato. Ottenuto il posto, presentò domanda per ottenere una
cattedra, ed incaricò di tale incombente un suo amico, il quale però per
sbaglio presentò domanda per una cattedra di francese. Bene, mio cugino
si ritrovò ad insegnare francese pur non conoscendo nulla di quella
lingua, e continuò così per tutto il resto della sua carriera. In fin
dei conti anche Mike Bongiorno iniziava così i suoi quiz, declamando
sempre "allegria".
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 09/12/2017 10:32, De Vito Riccardo ha scritto:
>
> Cari tutti,
>
>
> credo ci sia una frase che riassume il senso vero di questo disegno di
> legge (che neppure in questa legislatura forse vedrà luce): ognuno è
> figlio della cultura dei suoi genitori, ma soprattutto del Paese in
> cui ha frequentato la scuola.
>
> Questa legge riguarda, prima di ogni altra cosa, migliaia di giovani
> scolari e studenti nati in Italia e che si sono formati e si stanno
> formando nella nostra scuola pubblica. Quella scuola che è sempre
> stato un baluardo della democrazia, anche nei periodi bui e tristi
> della Repubblica. Quella stessa scuola che, soprattutto dopo gli anni
> Sessanta, ha grantito e promosso in maniera laica il binomio tra
> relativismo delle culture e intangibilità dei diritti e dei valori
> costituzionali, mettendo assieme nei banchi figli di mentalità
> diverse, di ceti e classi e diverse; orfani di "delitti d'onore"
> (siamo arrivati al 1981 per avere la legge abrogratrice di
> quell'obbrobrio...) e figli naturali non riconosciuti, soggetti
> svantaggiati e superdotati.
>
> La democrazia è cresciuta così; è anche e soprattutto così che le
> "diversità" hanno convissuto senza trasformarsi in "differenze"
> esplosive e minaccianti. Non è un caso che la spinta maggiore alla
> mobilitazione, anche oggi, provenga da insegnanti e studenti; continuo
> a credere che sia la parte migliore di questo Paese, anche per
> l'allegria e la non rassegnazione con le quali continuano a immaginare
> il futuro. Digiunando, manifestando e comunque scegliendo la propria
> forma di lotta.
>
> Come Magistratura demcoratica ci sentiamo vicini a questo mondo e non
> scegliamo di abbandonare la sobrietà. Semmai un tantino di asetticità.
>
> Un abbraccio a tutti
>
>
> Riccardo De Vito
>
>
>
>
>
> Se abbiamo
>
> ------------------------------------------------------------------------
> *Da:* Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Carlo Brusco
> <c.brusco a alice.it>
> *Inviato:* sabato 9 dicembre 2017 00:15
> *A:* u.nannucci a alice.it; area a areaperta.it; 'thorgiov'
> *Oggetto:* [Area] R: Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi
>
> Caro Ubaldo,
>
> tu non tieni conto del fatto che le comunità islamiche sono tra loro
> molto più differenziate, nel diritto della famiglia, di quanto lo
> siano alcune di queste rispetto alle discipline dei paesi liberali
> occidentali. E che molti dei principi tratti dal Corano sono stati
> ampiamente superati dalle legislazioni di vari stati in cui la
> religione islamica è prevalente. Faccio alcuni esempi*/:/*
>
> *//*
>
> in Algeria, Marocco e Tunisia è stato abolito il matrimonio imposto
>
> in Tunisia la tutela dei figli è ugualmente ripartita tra i genitori
> (negli altri due paesi spetta al marito)
>
> in Turchia e Tunisia la poligamia è stata abolita. In altri paesi la
> moglie può stabilire nel contratto matrimoniale che non accetta altre
> mogli
>
> il ripudio è stato abolito in Algeria, Marocco e Tunisia
>
> l’età minima per il matrimonio è stata portata in Marocco a 18 anni ed
> esiste la tendenza anche in altri Stati ad elevare questa età.
>
> Lo so: rispetto a legislazioni più avanzate si tratta di passi avanti
> che a noi sembrano modesti. E molti paesi islamici si trovano in
> situazioni molto più arretrate. Ma ci ricordiamo qual’era da noi la
> situazione delle differenze di genere nel secondo dopoguerra ? Che il
> diritto di voto (garantito alle donne in molti paesi islamici) è stato
> concesso alle donne nel 1946 ? E che, per ottenere il divorzio e, le
> donne, il diritto di abortire abbiamo dovuto affrontare due referendum ?
>
> L’unico quesito che dobbiamo porci, a mio parere, è se la maggiore
> integrazione che deriverebbe dall’ampliamento delle possibilità di
> ottenere la cittadinanza (perché di questo si tratta) possa favorire
> questa evoluzione, comunque in atto, oppure no. E se la favorisce
> possiamo prenderci la responsabilità di ostacolarla ?
>
> Carlo Brusco
>
> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di
> *u.nannucci a alice.it
> *Inviato:* venerdì 8 dicembre 2017 07:44
> *A:* area a areaperta.it; thorgiov
> *Oggetto:* Re: [Area] Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi
>
> sono del tutto contrario all’approvazione di questa legge. nella
> costituzione sta scritto che tutti i cittadini hanno il dovere di
> essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le
> leggi. e l’art 3, cardine dell’intera struttura costituzionale,
> afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali
> dinanzi alla legge senza distinzione di sesso....Ora nell’islam la
> parità di diritti tra uomini e donne non esiste. vedasi Corano, Sura
> IV, 34 che recita:
>
> “gli uomini sono preposti alle donne a causa della preferenza che
> Allah concede agli uni rispetto alle altre e perchè spendono [per
> esse] i propri beni....ammonite quelle di cui temete
> l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. se poi
> vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse.
>
> sura IV, 20 – se volete cambiare una sposa con un’altra, non
> riprendetevi nulla anche se avete dato ad una un quintar
>
> evito di pubblicizzare il contenuto della Sura IV, 23. questi brani
> potete controllarli in qualsiasi testo del Corano in comune commercio;
> io ne ho uno con prefazione di Stefano Cardini, approvato dall’UCOIL.
>
> Ciò premesso, si può decidere di non vedere e di non sapere. ma un
> ragazzo che cresce in una famiglia di religione islamica, e viene
> educato in quella ideologia che trae fondamento direttamente nelle
> parole del Profeta, e dunque è incontestabile e indiscutibile, come
> potrà rispettare, nella famiglia e nella vita, il principio di
> assoluta parità di diritti e di dignità della donna rispetto al genere
> maschile, suo signore e padrone?. ritengo quindi corretto che la
> cittadinanza sia concessa allo scadere dei 18 anni, quando in piena
> maturità il giovane potrà valutare se obbligarsi o no al rispetto
> delle leggi che la cittadinanza impone; trA l’altro prevedendo
> sanzioni penali per chi usa violenze in seno alla famiglia
>
> nannucci
>
> ------------------------------------------------------------------------
>
> *From:*thorgiov <mailto:thorgiov a libero.it>
>
> *Sent:*Thursday, December 07, 2017 6:12 PM
>
> *To:*area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it>
>
> *Subject:*Re: [Area] Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi
>
> Ma siete proprio sicuri che sia necessario o conveniente digiunare ?
> Pannella fece da apripista di questa usanza in Italia, ma si parla di
> più di quarant'anni fa. Anzi, se vogliamo dirla tutta, il digiuno è
> una usanza ancora più antica che la Chiesa cattolica inventò per fare
> penitenza, ma in un'epoca in cui si doveva digiunare per forza,
> volenti o nolenti, perchè di cibo ce n'era veramente poco. Del resto
> gli alfaniani sono stati chiari su come voteranno, ed anche Scelta
> Civica credo che seguirà lo stesso orientamento, visto che alle
> prossime ( anzi vicinissime ) elezioni si schiererà con il
> Centro-Destra. Mi sa che MD, al pari dei altri convintissimi
> sostenitori del disegno di legge, è fuori tempo massimo, e anche
> questa non mi sembra una novità. Capisco l'ansia di fare opera di
> testimonianza ad ogni costo, anche per i posteri, ma un poco di
> sobrietà, ogni tanto, non guasterebbe. Anche perchè, tutto sommato,
> non è che un magistrato, in quanto tale, debba per forza essere a
> favore di questo particolare disegno di legge.
>
> FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
> Il 07/12/2017 14:31, md a magistraturademocratica.it
> <mailto:md a magistraturademocratica.it> ha scritto:
>
> *Ius soli, ius culturae. Non è mai troppo tardi*
>
> Magistratura Democratica auspica che si arrivi finalmente
> all'approvazione della legge sulla riforma della cittadinanza e
> aderisce pertanto alla campagna "Non è mai troppo tardi".
>
> Come magistrati e cittadini, a partire dal 20 novembre, Giornata
> Internazionale delle Nazioni Unite per i diritti dell'Infanzia,
> saremo impegnati in tutte le sedi e in tutte le iniziative di
> mobilitazione, promozione e sensibilizzazione necessarie per
> sostenere il passaggio parlamentare del disegno di legge.
>
> Crediamo sia ormai improcrastinabile l'introduzione
> nell'ordinamento italiano dello /ius soli/ e dello /ius culturae/,
> per arrivare a una cittadinanza basata sull'appartenenza e
> sull'inserimento sociale e culturale.
>
> Soltanto attraverso la valorizzazione della nascita sul territorio
> e dell'inserimento socio-culturale potremo rafforzare un processo
> di integrazione realmente inclusivo e ampliare le potenzialità di
> una democrazia basata sui principi del primato della persona
> umana, sicurezza sociale, parità di diritti e doveri, pari dignità
> sociale e uguaglianza sostanziale.
>
> 17 novembre 2017
>
> http://www.magistraturademocratica.it/mdem/articolo.php?id=2859&a=on
>
> *Rilanciamo, per l’adesione alle iniziative in corso, l’appello
> del Sen Manconi e dell’associazione “A buon diritto”*
>
> *……*A partire dalla settimana del 4 dicembre prossimo la normativa
> sullo /ius soli/ e /culturae/ dovrebbe arrivare nell'aula del
> Senato, dove sarà o definitivamente approvata o definitivamente
> affossata.
>
> Si tratta di una legge fondamentale per la società italiana per
> molte ragioni.
>
> È necessario, pertanto, sostenere con ogni mezzo la mobilitazione,
> a partire da un nuovo digiuno a staffetta, da attuare in
> coincidenza con la discussione parlamentare della legge:*5, 6 e 7
> dicembre*.
>
> Comunicate la vostra adesione, la data e la durata del digiuno
> (uno o due giorni), compilando
> https://docs.google.com/forms/d/1I2n0v5VybbMowNo8APpE6GbYVedbZxunfjgvFZr_ywg/viewform?edit_requested=true
>
> E fate conoscere al numero più ampio possibile di colleghi,
> interlocutori e amici, e agli organismi e associazioni locali,
> questo messaggio e questa iniziativa.
>
> --
>
> Magistratura democratica
> www.magistraturademocratica.it <http://www.magistraturademocratica.it>
> md a magistraturademocratica.it <mailto:md a magistraturademocratica.it>
>
> +39.349.78.05.555
>
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