[Area] QUESTIONE GIUSTIZIA: Il ruolo politico del Csm, di Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo

testapensante a virgilio.it testapensante a virgilio.it
Ven 29 Dic 2017 22:00:16 CET


Caro Andrea,

a me pare che le cose stiano esattamente come scrivono Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo. Anzi, lo vado scrivendo da qualche tempo, su altre liste.

Insomma, l'analisi è lucida e, soprattutto, non pecca di quell'approssimazione che è insita nel predicare lo strapotere delle correnti. Se si analizzano bene alcune vicende consiliari, anche quelle più oggetto di critiche nelle liste, emerge una profonda debolezza delle correnti, intesa come debolezza politica. In molte decisioni dell'ultima consiliatura, poi, ha avuto un peso decisivo la posizione dei laici, schierati spesso compattamente a prescindere dalla provenienza politica. Per non parlare della realizzazione di una funzione "direttiva" del Comitato di Presidenza, opera politica non indifferente del Vice Presidente Legnini, a cui però ha contribuito parte della componente togata.

Insomma, anche se tu non sarai d'accordo, io auspico invece una forte riaffermazione delle correnti, intese come luogo di elaborazione ed espressione nell'autogoverno di idee e progetti, poiché questa sarebbe una netta controtendenza rispetto alle ultime due consiliature, e all'ultima in particolare. E alla realizzazione di un ritorno alla politica giudiziaria da parte della magistratura associata non è secondaria la scelta dei candidati tra quelli che, meglio di altri (quasi tutti ottimi, per carità), possa essere portatore di un'elaborazione collettiva e di un bagaglio valoriale solido.

Buone primarie, allora.


mario montanaro

 


> Il 29 dicembre 2017 alle 15.35 andreale <andreale a yahoo.com> ha scritto:
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>     A me non pare per niente un bellissimo articolo   e non ne condivido neanche  un periodo intero.
>     Riporto qui sotto soltanto un primo pezzo, sottolineando  i passaggi salienti, e mi chiedo con quanta buona fede si possano scrivere cose del genere. Mi fermo qui. 
>     Andrea Reale 
> 
> 
>     Nel medio periodo, però, la legge sembra aver raggiunto, almeno in parte, quell’obiettivo di privilegiare l’instaurazione di un rapporto di stima e conoscenza personale tra elettore e candidato che superi … la mediazione dei gruppi di organizzazione del consenso elettorale. Anche in ragione di alcune dinamiche già storicamente presenti nell’associazionismo giudiziario italiano, infatti, il sistema ha finito per privilegiare il singolo rispetto al gruppo, e per esaltare la organizzazione del consenso su base individuale, o territoriale, a scapito di quella basata su idee e programmi, che era (o almeno avrebbe dovuto essere) la ragion d’essere dei gruppi organizzati.
> 
>     E ciò ha consentito di realizzare quello che era il reale obiettivo della riforma: ridurre il peso delle correnti all’interno del Csm significava, infatti, ridurre il ruolo politico del Consiglio, ridimensionarne la natura di organo di rilevanza costituzionale, relegandolo al ruolo di un ufficio di gestione del personale di magistratura.
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>     Oggetto: Re: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA: Il ruolo politico del Csm, di Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo
> 
>     Ringrazio Rita Sanlorenzo e Giuseppe  Cascini  per il bellissimo articolo che senza ipocrisie fa una analisi chiara degli effetti delle riforme sul csm e sulla magistratura .
>     Bravi finalmente un pensiero politico alto. 
>     amelia torrice
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>     Da: Questione Giustizia <redazione a questionegiustizia.it>
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>     Oggetto: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA: Il ruolo politico del Csm,   di Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo
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>     Nell’ultimo decennio sono venuti a maturazione i frutti, in gran parte avvelenati, di due riforme introdotte all’inizio del secolo, la legge elettorale per il Csm e la riforma dell’ordinamento giudiziario.
> 
>     La riforma della legge per la elezione dei componenti togati del Csm …
> 
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