[Area] Il senso e l'etica del mestiere del magistrato

thorgiov thorgiov a libero.it
Ven 12 Gen 2018 11:20:53 CET


Mi sembra una indignazione del tutto fuori luogo. La norma che abroga i 
limiti temporali per l'assunzione di incarichi dirigenziali e di fuori 
ruolo agli ex consiglieri chiude una stagione in cui vi è stata grande 
consonanza di intenti tra il potere politico attualmente al Governo ed 
una parte della magistratura. Le riforme in materia di pensionamento 
anticipato, di taglio delle ferie e di aggravamento della responsabilità 
civile dei giudici sono passate senza alcuna reazione da parte dell'ANM. 
Questa è stata la pax renziana, che trova una degna conclusione nella 
recente legge finanziaria. Nulla avviene per caso. Forse un simile 
modello di relazioni sindacali con il datore di lavoro potrebbe essere 
inserito nell'etica comune dei magistrati di cui parla il comunicato di MD.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 11/01/2018 12:14, md a magistraturademocratica.it ha scritto:
>
> *Due recenti casi richiamano la magistratura all'etica dei comportamenti*
>
> Io l’anima ce la metto in tutti i lavori. Per me, ogni lavoro che 
> incammino è come un primo amore», diceva Libertino Faussone, 
> protagonista de /La chiave a stella/ di Primo Levi. Il prototipo 
> dell’operaio che ritrova nel “lavoro ben fatto” il piacere e il senso 
> dell’esistenza: «/Il termine /“libertà”/ha notoriamente molti sensi, 
> ma forse il tipo di libertà più accessibile, più goduto 
> soggettivamente e più utile al consorzio umano, coincide con l’essere 
> competenti nel proprio lavoro, e quindi nel provare piacere a svolgerlo/».
>
> Ma in tutti i lavori si deve, o dovrebbe, condividere l’etica 
> dell’amore per ciò che si fa.
>
> E, per i magistrati, la consapevolezza che la professione deve basarsi 
> sul rispetto delle regole deontologiche, e che di tale etica fa parte 
> la dimensione “individuale” dell’indipendenza di ciascuno: l’essere e 
> il sentirsi – prima di apparire – magistrato /indipendente./
>
> È il valore dell’/indipendenza interna/ che richiama il codice 
> deontologico dell’Associazione nazionale magistrati fra i criteri 
> ispiratori della condotta dei magistrati «nello svolgimento delle 
> funzioni» e «nell'esercizio di attività di autogoverno».
>
> Un valore che si acquisisce e che cresce con la consapevolezza del 
> senso e dei limiti della funzione, e che si mantiene vivo con la 
> pratica dei comportamenti quotidiani, nei quali i magistrati 
> dimostrano /cura p/er il lavoro e /rispetto/ per la funzione 
> /indipendente/ rappresentata.
>
> La vicenda di cronaca riguardante una scuola di preparazione al 
> concorso deve indurre tutti a riflettere sui limiti e sui rischi 
> dell’attuale sistema di accesso alla professione.
>
> Un sistema di accesso finalizzato alla mera preparazione tecnica e che 
> non investe sulla crescita collettiva dei valori dell’etica che devono 
> sempre sostenere le aspettative individuali degli aspiranti magistrati.
>
> Un sistema nel quale, facendo leva proprio sulle aspirazioni ed 
> aspettative individuali, si possono proporre modelli di comportamento 
> che minano alla radice la formazione di un’etica comune e l’equilibrio 
> e la consapevolezza della complessità della funzione a cui si aspira.
>
> Grave è la vicenda relativa all’abrogazione della norma che poneva 
> limiti temporali all’assunzione di incarichi dirigenziali e di fuori 
> ruolo agli ex consiglieri, effettuata con l’inserimento nella recente 
> legge finanziaria approvata alla Camera, secondo quanto riportato 
> della stampa dopo una prima bocciatura al Senato. Una vicenda che 
> provoca un danno oggettivo all’immagine della magistratura, a 
> prescindere dall’opinione che si può avere in merito all’opportunità 
> di tali limiti.
>
> È difficile infatti per un cittadino intravedere una ragione di 
> interesse generale − che siano esigenze di funzionalità della 
> giurisdizione o di qualità del servizio che rendiamo alla collettività 
> − sufficiente a motivare una modifica intervenuta al di fuori di ogni 
> riflessione sull’opportunità o l’adeguatezza di disposizioni volte ad 
> evitare il sospetto che le decisioni dei consiglieri prossimi alla 
> fine del mandato siano influenzate da aspettative di carriera. È 
> invece sin troppo facile sospettare che una modifica con effetto 
> immediato, scivolata negli interstizi della legge finanziaria, sia 
> collegata ad aspettative di vantaggio per singoli consiglieri uscenti, 
> alimentando così l’immagine di una magistratura con il “cappello in 
> mano” di fronte alla politica.
>
> Una magistratura che non interloquisce come soggetto collettivo per 
> rivendicare, in un confronto aperto con la politica, gli interventi 
> necessari ad assicurare alla giustizia le necessarie risorse e ai 
> magistrati migliori condizioni di lavoro ma nella quale “ognuno” si 
> preoccupa di raccogliere vantaggi per sé e per la sua “categoria” di 
> appartenenza. Ed è per questo disponibile ad acquisire una 
> “contiguità” con il potere politico, incompatibile con l’etica della 
> nostra professione e con quell’ indipendenza soggettiva che ne è parte 
> essenziale.
>
> È compito della magistratura associata rivendicare per la 
> collettività, per i giovani che aspirano a diventare magistrati, e per 
> coloro che da poco hanno realizzato quest’aspirazione, un modello 
> diverso e positivo di magistrato, che sappia ritrovare nel “lavoro ben 
> fatto” il senso e l’etica del proprio “mestiere”.
>
> La voce di Magistratura democratica opererà in questa direzione.
>
> */L’esecutivo di Magistratura democratica,/**/11 gennaio 2018/*
>
> http://www.magistraturademocratica.it/mdem/articolo.php?id=2870&a=on
>
>
>
>
> -- 
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> www.magistraturademocratica.it <http://www.magistraturademocratica.it>
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