[Area] tre proposte

Giordano Bruno bruno.giordano a giustizia.it
Mer 31 Gen 2018 09:16:58 CET



Ci sono cose semplici che potrebbero migliorare il nostro lavoro e di cui il CSM dovrebbe occuparsi coniugando i poteri di normazione secondaria con quelli di proposta legislativa (senza attendere l'inutile richiesta di parere su decreti legge che passano con la fiducia).



Ho atteso - prima di inviare alcune mie proposte in questa lista - di riscontrare l'opinione dei colleghi negli incontri di queste settimane per le primarie di Area cui partecipo, da Gela a Trieste, in (quasi) tutti i distretti.



Provo a sottoporvele:



1) APPELLO PENALE:



La recente riforma delle impugnazioni penali non ha modificato le competenze in relazione alla composizione del giudice di appello penale. Attese le condizioni agonizzanti delle corti di appello si potrebbe pensare ad un giudice di appello monocratico che giudichi sui reati a citazione diretta.

Mediamente  in un collegio di appello ci sono colleghi che insieme arrivano almeno a 90 anni di magistratura che non penso siano necessari per giudicare in secondo grado un furto di bicicletta, la ricettazione di un motorino o l'omissione di contributi previdenziali.



2) CORTE DI APPELLO:



L'esperienza dei giudici di cassazione c.d. juniores, per particolari meriti, risulta positiva per la giurisdizione di legittimità. Si potrebbe quindi estendere alla selezione dei giudici di appello consentendo a colleghi con specifici titoli il trasferimento in appello. Ciò potrebbe suscitare particolare interesse nei giudici di primo grado stimolandoli a un impegno straordinario (anche sul piano scientifico) e ad arginare la deriva burocratica in attesa di maturare l'anzianità richiesta.



3) COMPETENZE DISTRETTUALI



Il legislatore si (e ci) sta abituando a rispondere a situazioni apparentemente emergenziali "distrettualizzando" le competenze sia in civile sia in penale (immigrazione, imprese, misure di prevenzione, antimafia, reati informatici, prostituzione minorile etc etc) senza alcuna considerazione sulle conseguenze nell'organizzazione giudiziaria e nella (dis)articolazione del lavoro tra sedi distrettuali e circondariali. Non ho nulla in contrario - si badi - alle competenze in sede distrettuale ma non possiamo più sostenere  un'irrazionale distribuzione delle risorse tra sedi distrettuali e non, con fascicoli viaggianti, applicazioni, processi istruiti in una sede e dibattuti in altra, pubblici ministeri itineranti nel distretto etc.

Ratio loci e organizzazione devono essere inscindibili.



Che ne pensate?





Bruno Giordano
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