[Area] Le correnti 'uccidono' l'ANM

Andrea Reale andreale a yahoo.com
Sab 24 Mar 2018 09:35:42 CET


Liana Milellasu Repubblica (qui sotto il suo commento sul suo blog) si è  finalmenteaccorta di una realtà evidente ai più.  

Non servivanocerto il tema delle intercettazioni (e  l'iniziativa assunta da seiprocuratori capo ) o i ‘casi’ Zucca e Ferranti  per disvelare il bavaglioche le correnti hanno messo all'associazionismo giudiziario da anni ed il‘manuale Cencelli’ che  esse hanno imposto (anche )  all’associazione.

Le giunteunitarie e gli accordi ‘estesi’ tra i gruppi (rappresentanti  leassertivamente  diverse  sensibilità  culturali dellamagistratura) , piuttosto che dare forza, ingessano l’attività associativa,perché conducono sempre a compromessi al ribasso e, alla fin fine , al silenziosu tematiche di vitale importanza.

Pur di non scontentare una  delle correnti maggioritarie in causa – quasisempre coinvolta  nelle vicende più scottanti, se non in casi eccezionali-si preferisce, infatti, soprassedere e non ufficializzare alcuna posizione.

Siamo oggi inattesa della prossima , vista e rivista, giunta esecutiva di largheintese......

Saluti,

AndreaReale 

 

 

 


Quattro anni. Quattro presidenti per l’Anm. Il primo, due anni fa, fuDavigo, perché era il più votato, nonostante la sua corrente, Autonomia e
indipendenza, fosse all’esordio. Per la suapregressa notorietà, di ex pm di Mani pulite efustigatore dei corrotti, ha dominato mediaticamente. C’era la fila per intervistarlo, e
bisognava mettersi in coda. Il secondo, l’anno scorso, è stato Albamonte, di Area. Il terzo – lo
eleggeranno oggi, 24 marzo – è Minisci, di Unicost. Il quarto lo nomineranno l’anno prossimo.
Sarà di Magistratura indipendente. Nessuna suspense. Nessuna sorpresa. Un manuale
Cencelli che toglie peso all’Anm e riduce l’autorevolezza del presidente.
Succede così – e poi l’Anm se ne lamenta pure – che altre figure prendano peso e diventino
interlocutori privilegiati dei palazzi. È successo con i procuratori, i sei potenti procuratori di
Milano Greco, di Torino Spataro, di Roma Pignatone, di Firenze Creazzo, di Napoli Melillo, di
Palermo Lo Voi, divenuti interlocutori del Guardasigilli Orlando e delle commissioni Giustizia
di Camera e Senato, nonché dello stesso Csm. Con i limiti, ovviamente, che una figura come
un procuratore può avere, visto che il sindacato delle toghe può ipotizzare una protesta,
un’agitazione, uno sciopero, ma non può certo farlo il capo di un ufficio.
Accade così, come sulle intercettazioni, che si scopra con tre mesi di ritardo, che la riforma fa
gravi danni alla giustizia, oltre essere un bavaglio per la stampa. Danni agli imputati, danni
alle indagini, danni alla trasparenza delle inchieste stesse. I giornalisti, anche se non tutti, lo
hanno scritto. L’Anm non ha gridato come avrebbe dovuto. I procuratori si sono persi nei
dettagli e alcuni, come Spataro, hanno anche promosso la legge. Ma proprio sulle
intercettazioni si è avvertito lo scarso peso di quell’Anm che un tempo, battagliera e pronta
allo sciopero con Berlusconi, ha avuto le unghie spuntate con Renzi e con il Pd.

 

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