[Area] R: R: Le correnti 'uccidono' l'ANM

Carlo Brusco c.brusco a alice.it
Dom 25 Mar 2018 18:46:21 CEST


Caro Francesco,

 

apprezzo spesso gli interventi di Mario Ardigò anche se non sempre, come è
ovvio, sono in totale accordo con lui. Questa volta sono d’accordo con le
tue considerazioni. Su un punto vorrei  però un chiarimento: in che senso il
renzismo è stato meno aspro del berlusconismo nei confronti della
magistratura ? Nei toni ciò è avvenuto in generale ma Renzi non ha detto che
venivamo da “25 anni di barbarie giustizialista” ? Berlusconi ha detto
qualche cosa di più pesante ? E non mi sembra che il ministro Orlando abbia
mai preso le distanze da Renzi.

 

Un caro saluto.

 

Carlo Brusco

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Francesco
Mazzagalanti
Inviato: sabato 24 marzo 2018 18:51
A: 'Ardigo' Mario'; 'AREA Mailing List'
Oggetto: [Area] R: Le correnti 'uccidono' l'ANM

 

Devo dire che, per una volta, le pacate (e ottimistiche) riflessioni di
Mario Ardigò (che non conosco personalmente), tanto apprezzate in questa
lista anche per lo spessore culturale e l’attenzione sottesa ad ogni suo
meditato intervento, non mi paiono per niente condivisibili, né tanto meno
convincenti.

Va premesso che, a mio avviso, dal punto di vista politico, l’intesa tra
Renzi e Berlusconi è stata una delle cause del progressivo sgretolamento del
PD, che Renzi (come il vecchio Scalfari aveva saggiamente previsto
anzitempo) ha contribuito a distruggere. 

Certo Il PD è imploso per una sequela di variegati motivi (che non sto qui a
ricordare), una buona parte dei quali, peraltro, sono riconducibili alle
dissennate modalità di azione con cui il “segretario” del partito (e, a
lungo, anche premier) si è mosso nel corso del suo (sventurato) percorso
politico.

Certo, venendo a noi, il “renzismo” nel suo complesso è stato meno “aspro”
nei confronti della magistratura rispetto al “berlusconismo” (e ci sarebbe
mancato altro …, pur se, a mio avviso, una buona parte del merito va dato al
ministro Orlando). Tuttavia, non credo possiamo dimenticare il modo in cui
Renzi si è attivato sul versante della responsabilità civile dei giudici,
delle ferie e del pensionamento “anticipato”  dei magistrati (e parlo del
“metodo” perché, quanto al merito ci sarebbero troppi distinguo da fare).

Anche sul versante ANM la (invero singolare) rotazione del Presidente, più
che espressione di una sensibilità (condivisa), mi è parso il frutto di una
necessità (condivisa), sintomo di una debolezza che non credo ci abbia
giovato, come l’attualità mi pare dimostri

Mi pare, inoltre che Mario si sia “perso” l’ottimo recente intervento in
lista di Domenico Pellegrini (che pure ha avuto un certo numero di riscontri
positivi), con riferimento a quanto accaduto in CDC sui temi (di grande
rilievo anche mediatico) del codice etico in materia di social media e di
ordinamento penitenziario. Mi riferisco al “respingimento” da parte del CDC
delle conclusioni condivise cui i gruppi di lavoro erano pervenuti. Mi
fermo qui, sembrandomi inutile riprendere il contenuto della mail di
Domenico del 10.3 u.s. 

Insomma, siamo onesti: stiamo messi piuttosto male; in tempi di elezioni,
speriamo che qualcuno (della nostra Area) sappia assumere, con le modalità
più opportune, le iniziative che la delicatezza della situazione (anche
politica generale) richiede.

 

 
Francesco Mazza Galanti  -  Genova

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Ardigo' Mario
Inviato: sabato 24 marzo 2018 17:14
A: AREA Mailing List <area a areaperta.it>
Oggetto: Re: [Area] Le correnti 'uccidono' l'ANM

 

  In politica c'è il ring dei "capi politici". Ma poi, che cambia? 

  Tra noi c'è un ordinato ricambio al vertice. Segno di una sensibilità
condivisa. Non si tratta di intrallazzi al vertice: è la base ad essere
così. Le divisioni tra noi sono molto meno importanti che nella società
intorno.

  L'era del berlusconismo non è neanche lontanamente paragonabile alla breve
parabola del renzismo. Quest'ultimo, in alcuni suoi tratti, dipende dal
primo, ne è in parte una conseguenza e in parte una continuazione, con
qualcosa di diverso. L'inizio del renzismo iniziò con un'intesa tra i due
leader. 

  La critica alla magistratura fu meno aspra durante il renzismo.
Prevalsero, mi pare, gli intenti di riforme condivise, mettendo a frutto
anche l'esperienza giudiziaria. E' questione che non è stata al centro della
recente campagna elettorale, ma riforme vi sono state, e importanti,
impegnando pratici e studiosi in una continua opera di aggiornamento. Quella
delle intercettazioni era necessaria: il differimento della sua entrata in
vigore è stato saggio, per dare spazio, in una materia così calda,
all'ulteriore riflessione dei pratici. E' comprensibile che siano stati i
capi dei più importanti uffici del pubblico ministero a intervenire,
manifestando, ancora una volta, una sensibilità comune. 

 Mario Ardigò - Roma

 

  _____  

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Andrea Reale
<andreale a yahoo.com>
Inviato: sabato 24 marzo 2018 09:35
A: AREA Mailing List
Oggetto: [Area] Le correnti 'uccidono' l'ANM 

 

Liana Milella su Repubblica (qui sotto il suo commento sul suo blog) si è
finalmente accorta di una realtà evidente ai più.  

Non servivano certo il tema delle intercettazioni (e  l'iniziativa assunta
da sei procuratori capo ) o i ‘casi’ Zucca e Ferranti  per disvelare il
bavaglio che le correnti hanno messo all'associazionismo giudiziario da anni
ed il ‘manuale Cencelli’ che  esse hanno imposto (anche )  all’associazione.

Le giunte unitarie e gli accordi ‘estesi’ tra i gruppi (rappresentanti  le
assertivamente  diverse  sensibilità  culturali della magistratura) ,
piuttosto che dare forza, ingessano l’attività associativa, perché conducono
sempre a compromessi al ribasso e, alla fin fine , al silenzio su tematiche
di vitale importanza.

Pur di  non scontentare una  delle correnti maggioritarie in causa – quasi
sempre coinvolta  nelle vicende più scottanti, se non in casi eccezionali-
si preferisce, infatti, soprassedere e non ufficializzare alcuna posizione.

Siamo oggi in attesa della prossima , vista e rivista, giunta esecutiva di
larghe intese......

Saluti,

Andrea Reale 

 

 

 


Quattro anni. Quattro presidenti per l’Anm. Il primo, due anni fa, fu
Davigo, perché era il più votato, nonostante la sua corrente, Autonomia e
indipendenza, fosse all’esordio. Per la sua pregressa notorietà, di ex pm di
Mani pulite e fustigatore dei corrotti, ha dominato mediaticamente. C’era la
fila per intervistarlo, e
bisognava mettersi in coda. Il secondo, l’anno scorso, è stato Albamonte, di
Area. Il terzo – lo
eleggeranno oggi, 24 marzo – è Minisci, di Unicost. Il quarto lo nomineranno
l’anno prossimo.
Sarà di Magistratura indipendente. Nessuna suspense. Nessuna sorpresa. Un
manuale
Cencelli che toglie peso all’Anm e riduce l’autorevolezza del presidente.
Succede così – e poi l’Anm se ne lamenta pure – che altre figure prendano
peso e diventino
interlocutori privilegiati dei palazzi. È successo con i procuratori, i sei
potenti procuratori di
Milano Greco, di Torino Spataro, di Roma Pignatone, di Firenze Creazzo, di
Napoli Melillo, di
Palermo Lo Voi, divenuti interlocutori del Guardasigilli Orlando e delle
commissioni Giustizia
di Camera e Senato, nonché dello stesso Csm. Con i limiti, ovviamente, che
una figura come
un procuratore può avere, visto che il sindacato delle toghe può ipotizzare
una protesta,
un’agitazione, uno sciopero, ma non può certo farlo il capo di un ufficio.
Accade così, come sulle intercettazioni, che si scopra con tre mesi di
ritardo, che la riforma fa
gravi danni alla giustizia, oltre essere un bavaglio per la stampa. Danni
agli imputati, danni
alle indagini, danni alla trasparenza delle inchieste stesse. I giornalisti,
anche se non tutti, lo
hanno scritto. L’Anm non ha gridato come avrebbe dovuto. I procuratori si
sono persi nei
dettagli e alcuni, come Spataro, hanno anche promosso la legge. Ma proprio
sulle
intercettazioni si è avvertito lo scarso peso di quell’Anm che un tempo,
battagliera e pronta
allo sciopero con Berlusconi, ha avuto le unghie spuntate con Renzi e con il
Pd.

 

 



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