[Area] R: R: L'onore e la dignità di quelli di Area

Perelli Simone simone.perelli a giustizia.it
Ven 20 Apr 2018 10:45:51 CEST


Credo che gli organi dirigenti di Area debbano farsi carico di prendere posizione (sollecitamente) sui fatti che raccontano Iacona e ad Esposito.
Non si può lasciare che i nostri candidati al CSM siano sulla graticola  e finiscano per  pagare, senza colpa,  il prezzo di questa campagna di delegittimazione delle correnti.

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di giudegregorio
Inviato: venerdì 20 aprile 2018 09:58
A: andreale <andreale a yahoo.com>; area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: L'onore e la dignità di quelli di Area

Interessa questo passaggio: "Ovviamente, io non so un tubo della verità o no dei fatti riferiti nel libro e nell’articolo."
Saluti Giuseppe De Gregorio



Inviato da smartphone Samsung Galaxy.

-------- Messaggio originale --------
Da: andreale <andreale a yahoo.com<mailto:andreale a yahoo.com>>
Data: 20/04/18 08:12 (GMT+01:00)
A: area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>
Oggetto: [Area] L'onore e la dignità di quelli di Area

Giro su questa lista una mail di Felice Lima inviata sulla mailing list ANM.
Spero possa interessare.
Andrea Reale

Inviato da smartphone Samsung Galaxy.


________________________________________
Da: mailinglist-anm-request a associazionemagistrati.com<mailto:mailinglist-anm-request a associazionemagistrati.com> [mailinglist-anm-request a associazionemagistrati.com] per conto di Felice Lima [felicelima a yahoo.it]
Inviato: giovedì 19 aprile 2018 15:43
A: Mailing list A.N.M.
Oggetto: [mailinglist-anm] L'onore e la dignità di quelli di Area

Come noto, quelli di Area Democratica :-) per la Giustizia  :-) sono indignati per delle parole del tutto legittime del collega Mirenda e (altrove) chiedono sanzioni civili penali e amministrative per lui, in dolce corrispondenza di amorosi sensi con lo Zanettin.
La cosa, come ho già osservato in altra mail, appare decisamente vergognosa per molte ragioni, delle quali ieri ho trattato solo alcune.
Oggi, su Il Fatto Quotidiano, c’è un articolo di Antonio Esposito, ex Presidente di Sezione della Cassazione (per dire, non uno sciagurato qualunque come il turpe Mirenda o lo squilibrato Lima), che riporto testualmente qui sotto.
Esposito riassume quanto scritto da Iacona nel libro da cui è tratto l’intervento di Andrea Mirenda.
Il libro di Iacona e l’articolo di Esposito scrivono cose veramente terribili su Bruti Liberati, alcune delle quali dette da Robledo (ex Procuratore Aggiunto di Milano, quindi anche lui non uno sconclusionato come me).
Per intenderci il prode Bruti Liberati di MD, quello di cui ci hanno inflitto, quando è andato in pensione, inverosimili peana di adulazione.
Ovviamente, io non so un tubo della verità o no dei fatti riferiti nel libro e nell’articolo.
Ma, leggendo entrambi (e mi chiedo se i democraticoni di Area chiederanno sanzioni civili penali e amministrative anche per chi legge libri e articoli che loro non condividono), mi sono detto: posto che i democraticoni in questione hanno detto di sentirsi in dovere di aggredire Mirenda per una modesta opinione espressa, ora che faranno con Iacona, Robledo ed Esposito?
Perché una delle critiche che Alessandra Dal Moro ha mosso ad Andrea è di esprimere “giudizi sommari”. Ma Iacona, Robledo ed Esposito fanno accuse gravissime e circostanziate, facendo nomi e cognomi - nella specie, oggi, quello di Bruti Liberati – e muovendo accuse gravissime e circostanziate al CSM.
Dunque, se quelli di Area – “Democratici” e addirittura pure “per la Giustizia” – hanno un onore e una dignità, non potranno in alcun modo esimersi dal prendere posizione sulla vicenda.
Riconoscendo, se del caso, le responsabilità del Bruti Liberati, oppure attaccando con un vigore decisamente superiore a quanto fatto con Andrea (in relazione alla maggiore lesività delle affermazioni di costoro) Iacona, Robledo ed Esposito.
Io, in verità, mi sono molto stupito che a suo tempo Bruti Liberati non abbia querelato Robledo e non gli abbia chiesto i danni in sede civile.
Se io venissi accusato delle cose di cui è stato accusato il Bruti Liberati, avrei ritenuto un dovere assoluto difendere il mio onore.
Ma, comunque, qualunque siano state le ragioni del comportamento di Bruti Liberati, oggi c’è il “movimento”, oggi ci sono i Democraticoni, quelli che (a loro dire) non potevano non reagire alle parole di Andrea Mirenda.
Dunque, ancora di più non potranno non reagire a quelle di Iacona, Robledo ed Esposito.
E se questi non reagiranno (e tutto fa temere che non reagiranno), questo silenzio vergognoso tanto quanto l’attacco a Mirenda come dovrà essere interpretato?
Le ipotesi che ho immaginato io come astrattamente possibili sono le seguenti (e invito tutti, ma soprattutto i Democraticoni, ad aggiungerne molte altre, se ci sono, e, soprattutto, a indicare quella giusta).
1. I Democraticoni  non hanno un onore e una dignità. Questa eventualità, astrattamente ipotizzabile, va certamente esclusa in concreto, perché in nome di questo onore e questa dignità hanno armato il casino contro Andrea Mirenda.
2. I Democraticoni fanno fuoco e fiamme contro Mirenda, solo perché Mirenda è piccolo e solo e sarebbe giudicato dalla giustizia disciplinare gestita nel modo che dicono Iacona e Robledo. Mentre una eventuale causa civile e/o penale nei confronti di Iacona, Robledo ed Esposito si celebrerebbe dinanzi a una giustizia un po’ più indipendente :-)  :-)  :-) Anche questa ipotesi, astrattamente ipotizzabile, si deve escludere in concreto, perché i Democraticoni sono uomini d’onore e non farebbero mai nulla che possa apparire vigliacco (per evitare strepiti, ci tengo a lasciare espressamente chiaro che l’espressione “uomini d’onore” è usata qui da me nel suo significato più vero e nobile, senza alcun riferimento all’uso improprio fattone dai delinquenti).
3. I Democraticoni non fanno casino contro Iacona, Robledo ed Esposito perché non sono certi delle ragioni di Bruti Liberati e del CSM in quella vicenda. Anche questa ipotesi astrattamente ipotizzabile deve escludersi, perché se non fossero certi della santità in terra di Bruti Liberati non lo avrebbero beatificato al tempo del pensionamento e, soprattutto, da persone intrise di senso della giustizia quali sono, non esiterebbero ad attaccarlo oggi essi stessi, per ottenere che si faccia chiarezza sulle sue condotte. Peraltro, se fosse vera la frase attribuita da Robledo a Bruti Liberati secondo la quale lui avrebbe potuto impedire la nomina di Robledo dicendo a quelli di MD al CSM di “andare a pisciare” (mi scuso, ma riporto parole altrui), tutta MD si dovrebbe sentire in dovere di insorgere per escludere di essere così tanto “a disposizione” (e preciso che anche l’espressione “a disposizione” è usata qui nel senso più proprio e letterale e senza alcun riferimento a quanto si pratica nelle consorterie criminali).
Ma, escluse tutte queste ipotesi per le ragioni che ho esposto, l’aggressione a Mirenda e il silenzio su Bruti Liberati, Iacona, Robledo ed Esposito risultano del tutto inspiegabili.
Dunque, spero vivamente che questa mia mail giunga alla mailinglist dell’ANM, dalla quale io da giorni inspiegabilmente non ricevo posta, e ancor più vivamente spero che Alessandra Dal Moro e tutta Area Democratica per la Giustizia ci diano la loro versione autentica su quanto ho fin qui esposto, così da togliermi l’angoscia che mi causa questo terribile rompicapo logico.
D’altra parte se uno dice di lottare per la democrazia e la giustizia, quale occasione migliore di questa per combattere?
Felice Lima
P.S. – Lo so che sono brutto e cattivo, ma qualcuno una risposta ogni tanto me la potrebbe dare? Anche solo per confermare che benché io non riceva più posta dalla mailinglist almeno la lista riceve i miei deliri (ovviamente scherzo: sono consapevole di non essere degno di risposte e, dunque, scrivo solo per diletto senza alcuna speranza di essere trattato come un vero interlocutore).


Ingiustizie a palazzo: il racconto di Iacona
di Antonio Esposito | 19 aprile 2018

Da qualche giorno è in libreria, edito da “Marsilio”, il bel volume di Riccardo Iacona dal titolo Palazzo d’ingiustizia. Il libro racconta la storia di Alfredo Robledo, pm presso il Tribunale di Milano che, dopo avere per anni indagato, con coraggio e determinazione, su gravissimi casi di corruzione politica e di criminalità economica, si trova a dover lavorare con il nuovo “capo” della Procura della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, magistrato “famoso”, non per essersi “mai distinto per indagini che avessero avuto un particolare rilievo mediatico”, bensì “per aver fatto soprattutto, ‘politica’ nelle correnti, nell’Anm” – ove aveva ricoperto incarichi quasi ininterrottamente dal 1986 al 2006, più volte segretario nazionale e, infine, presidente – e, naturalmente, nel Csm. Il libro narra la storia di un magistrato che si era “permesso di opporsi allo strapotere del Procuratore capo” in ordine alla gestione di delicate inchieste finite sulle prime pagine dei giornali: le indagini sul dissesto dell’ospedale San Raffaele; su Formigoni; su Gamberale e la gara d’appalto per la cessione delle quote che il Comune di Milano possedeva nella Sea; l’inchiesta sulle firme false nelle liste di FI alle regionali del 2010 e quelle su Expo 2015. “Robledo punta il dito contro Bruti Liberati, a suo dire responsabile di aver tentato di rallentare o influenzare le indagini per motivi che nulla avevano a che vedere con l’esercizio autonomo dell’attività investigativa”, motivi che tendevano a “privilegiare ‘la sensibilità istituzionale’ all’applicazione della legge”.
L’autore racconta lo scontro richiamando documenti inediti tra i quali i provvedimenti con i quali l’A.G. di Brescia (Procura e Gip) – pur archiviando le accuse contro Bruti Liberati (seppur con motivazioni non sempre molto convincenti) – censurano duramente le iniziative dello stesso (sicuramente suscettibili di accertamenti disciplinari che non saranno mai espletati). Significativo è il decreto di archiviazione del Gip ove – in relazione alla circostanza che Bruti Liberati aveva “dimenticato” in cassaforte il fascicolo dell’inchiesta sulla vicenda Sea Gamberale e non lo aveva passato per tempo a Robledo affinché potesse subito indagare – si legge che tale dimenticanza “ha fatto sì che Gamberale partecipasse indisturbato alla gara, quale unico concorrente, aggiudicandosela con un euro solo in più. Tale evento rappresenta certamente un vantaggio patrimoniale per la società di Gamberale e allo stesso tempo un danno per il Comune di Milano”. E così, ancora, il Tribunale di Brescia archivia la posizione di Bruti Liberati in relazione alle indagini sulla falsità delle firme dei candidati di FI anche se “alcune remore del Procuratore appaiono caratterizzate da valutazioni di natura squisitamente politica”. Il libro ricorda anche il provvedimento con il quale Bruti Liberati riserva a se stesso il coordinamento di tutte le indagini “Expo” esautorando l’aggiunto Robledo dalle relative indagini, provvedimento duramente censurato dal Procuratore Generale che accusa Bruti Liberati di aver “bypassato ingiustificatamente il sistema dei criteri obiettivi e automatici di assegnazione dei procedimenti all’interno di ciascun dipartimento con indubbio vulnus alla trasparenza”. E quando Robledo si rivolge al Csm – l’organo più politicizzato di tutti – non può immaginare che la vicenda si sarebbe conclusa con la sua sconfitta, con “esito per lui infausto”; non avrebbe mai immaginato che sulla vicenda vi sarebbe stato un irrituale, intervento del capo dello Stato (“Re Giorgio”) – che non sarebbe mai dovuto intervenire su un caso specifico, sul conflitto tra un Procuratore capo e un Procuratore aggiunto – il quale, con il suo “monito”, il suo “diktat” – cui obbediscono i silenti consiglieri – fa pendere la bilancia in favore di Bruti Liberati che uscirà indenne dalla vicenda. Ed è a questo punto che l’autore affronta la questione, anche con inedite interviste a vari magistrati, del “sistema delle correnti”, ritenute dal giudice Andrea Mirenda “associazioni di diritto privato che si sono impadronite di un organo di rilevanza costituzionale come il Csm distribuendo incarichi e trasformandolo in un mezzo di asservimento dei magistrati… Il Csm non è più l’organo di autotutela, non è più garanzia dell’indipendenza, ma è diventato una minaccia, perché non vi siedono soggetti distaccati ma faziosi che promuovono i sodali e abbattono i nemici”. Per comprendere a quale punto di non ritorno sia giunta la degenerazione correntizia basterà rifarsi alla frase rivolta a Robledo da Bruti Liberati – mai dallo stesso smentita e ritenuta una “battuta di spirito” – “ricordati che al Plenum sei stato nominato aggiunto per un solo voto di scarto, un voto di Magistratura democratica. Avrei potuto dire a uno dei miei colleghi al consiglio che Robledo mi rompeva i c. e di andare a fare la pipì al momento del voto, così sarebbe stata nominata la Gatto che poi avremmo sbattuto all’esecuzione”. A quando, allora, lo scioglimento delle correnti?
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20180420/5a7f9429/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area