[Area] R: 25 aprile

thorgiov thorgiov a libero.it
Mer 25 Apr 2018 17:47:10 CEST


Hai scritto : "/l'idea del padre dominante e autoritario, piuttosto 
diffusa in ambienti religiosi fondamentalisti cattolici, deriva 
direttamente dal fascismo/." Mario, mi sembra che stai andando fuori 
traccia. Questa idea è tipica delle società patriarcali, che erano 
preesistenti, e di molto, al fascismo. Pasolini diceva che alla fine 
solo la società consumistica era riuscita ad uccidere l'idea del padre, 
che era durata secoli, almeno nella civiltà occidentale. In altri Paesi 
può accadere che una ragazza che vuole scegliere da sè il proprio marito 
senza rispettare le decisioni dei propri genitori venga uccisa da 
questi. Ma questo non significa che i suoi genitori siano fascisti o che 
quelle società siano fasciste. Io ricordo il mio, di padre, ed anche le 
mie zie, le quali mi raccontavano quale era il loro rapporto con il 
proprio genitore, il quale era socialista, e tuttavia costituiva nella 
famiglia una autorità indiscussa e indiscutibile, anche quando loro 
erano ormai diventati adulti.  Il fascismo vero costituiva non tanto una 
ideologia autoritaria, quanto una ideologia totalitaria, che intendeva 
permeare di sè l'intera vita sociale e individuale degli italiani, 
perchè intendeva formare una coscienza nuova, un nuovo uomo. Non è un 
caso se entrò spesso in conflitto con la Chiesa cattolica, soprattutto 
nel campo della educazione dei giovani. Certo, ci furono anche i momenti 
di collaborazione, come avvenne con il Concordato. Ma in fondo fascismo 
e cattolicesimo erano incompabili e in concorrenza tra loro, perchè 
tendevano ad occupare gli stessi spazi, con una visione assolutistica. 
Non bisogna fare confusione : oggi esistono regimi autoritari, 
illiberali, che formalmente rispettano il principio democratico perchè 
la gente può votare, ma non conoscono il principio della divisione dei 
poteri, che è tipico del liberalismo. Ma il fascismo, quello vero, era 
tutt'altra cosa. Dovremmo saperlo bene, noi italiani, visto che ne siamo 
stati gli inventori. La tua idea di antifascismo è elementare ed errata 
: tutto ciò che non coincide con la mia idea di società e politica è 
fascismo, e quindi giungi alla conclusione che persino Trump è fascista, 
magari anche quando fa la pace con la Corea del Nord, che è un autentico 
regime totalitario. Se tu dici che tutto è fascismo, allora nulla è 
fascismo.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 25/04/2018 12:57, Incani Michele ha scritto:
> Grazie Mario, i tuoi interventi sono sempre puntuali, ricchi di 
> argomenti e ci 'costringono' a riflettere.
> Grazie davvero
> Michele Incani
>
> Inviato da iPhone
>
> Il giorno 25/apr/2018, alle ore 12:40, mario ardigo 
> <marioardigo a yahoo.com <mailto:marioardigo a yahoo.com>> ha scritto:
>
>>  Alla radio, stamattina, uno degli intervenuti ha sostenuto che è 
>> sbagliato collegare la festa del 25 Aprile alla sconfitta del 
>> fascismo, perché il fascismo non c'è più e alle ultime elezioni 
>> formazioni che ad esso dichiarano di ispirarsi o che comunque ne sono 
>> estimatrici hanno avuto pochi voti. Marco Damilano ha risposto, 
>> giustamente a mio avviso, che la persistenza del fascismo non si 
>> misura in termini elettorali.
>>  La sconfitta militare del regime fascista e dei suoi alleati non ha 
>> superato la questione del fascismo come orientamento culturale, 
>> sociale e politico. Questo in particolare in Italia, dove la cultura 
>> fascista ha permeato profondamente quella cattolica e attraverso la  
>> tradizione religiosa, molto efficiente, impronta ancora di sé diversi 
>> atteggiamenti diffusi tra la gente, anche se si è generalmente persa 
>> la capacità di individuarli. Così, persone e gruppi a volte agiscono 
>> secondo costumi fascisti, ma non ne sono consapevoli e pensano al 
>> fascismo come a un movimento storico superato, come lo sono le guerre 
>> Puniche.
>>  Ad esempio: l'idea del padre dominante e autoritario, piuttosto 
>> diffusa in ambienti religiosi fondamentalisti cattolici, deriva 
>> direttamente dal fascismo.
>>  Il bullismo scolastico è talvolta una manifestazione dello squadrismo.
>>  Certi metodi usati dai mafiosi e da appartenenti ad organizzazioni 
>> simili quando escono dalla clandestinità e pretendono di  controllare 
>> platealmente il territorio appaiono di tipo fascista.
>>  L'ideologia della rottamazione politica richiama temi fascisti, così 
>> come quel tipo di nazionalismo che oggi chiamiamo sovranismo.
>>  Molti tipi di "nuovismo", l'idea che occorra fare "piazza pulita" 
>> per ricominciare da capo deriva dal fascismo storico. Così come la 
>> convinzione che il Parlamento non serva a nulla e che sia meglio 
>> affidarsi a pochi tipi decisi. O che la politica del passato sia 
>> contaminata irrimediabilmente da corruzione e affarismo.
>>  L'affidamento a un capo indiscutibile o poco discutibile e la voglia 
>> di menare le mani e tagliare corto in ogni tipo di sede collegiale, 
>> assemblea, consiglio e via dicendo, è un atteggiamento fascista. Così 
>> come quando si pensa di forzare la mano in politica convocando piazze 
>> minacciose, marce o "passeggiate" e simili.
>>  L'avversione per chi appaia diverso o debole ha la stessa origine, 
>> così come l'irritazione verso i dissenzienti.
>>  Marcatamente fascista è il suprematismo nazionalista, anche nella 
>> sua versione "soft" che adotta lo slogan "prima gli italiani".
>>  Sono cadute molte remore ad imprese di guerra: in occasione di 
>> quelle recentemente iniziate o progettate le proteste collettive sono 
>> state piuttosto flebili o addirittura inesistenti. Si arriva a 
>> pensare come ordinaria amministrazione l'invio di contingenti 
>> militari all'estero per fare guerra, addirittura come affare 
>> rientrante anche nelle competenze di governi in crisi o addirittura 
>> dimissionari. Questo significa che la pace, il grandioso risultato 
>> del processo di unificazione europea degli ultimi settant'anni, non è 
>> più sentita come un valore.
>>  Ancora non si arriva, mi pare,  a concepire la guerra come /"igiene" 
>> / della nazione, per compattare e migliorare la gente  e risolvere i 
>> problemi economici dello stato a spese di altri popoli. Questa idea è 
>> chiaramente percepibile nelle politiche statunitensi trumpiane. Di 
>> solito ciò che accade oltre oceano arriva da noi in qualche anno.
>>  L'antifascismo è, per gli italiani, innanzi tutto autocritica. Lo 
>> osservarono tra i  primi, se non sbaglio, Gobetti e Gramsci. In che 
>> cosa siamo ancora fascisti? La pace, in Italia e in Europa, è 
>> conseguita a questa costante autocritica, che ha generato politiche 
>> virtuose, a correzione di ciò che di fascista emergeva. Oggi, ad 
>> esempio, c'è chi guarda alla Polonia e all'Ungheria un po' come, in 
>> casa clerico-fascista, si guardava al falangismo franchista spagnolo 
>> all'inizio degli anni '70. Certi anticorpi sociali sembrano essersi 
>> affievoliti. Questi anticorpi vanno riattivati di generazione in 
>> generazione. E' questo il lavoro che spetta a noi più anziani. Noi 
>> sessantenni, che ancora abbiamo ricevuto memoria viva del fascismo da 
>> coloro che lo avevano vissuto, siamo oggi in prima linea, perché i 
>> più anziani o sono "troppo" anziani o non sono più.
>>  La crisi europea di oggi è in gran parte dovuta al riemergere di 
>> vari tipi di fascismi. Resiste in Europa, mi pare, la sola Germania, 
>> dove la critica antifascista è stata maggiormente incisiva e unisce 
>> cristiano democratici e socialisti. Gli altri protagonisti del 
>> processo di unificazione, Francia e Italia, stanno invece deludendo.
>>  Il 25 Aprile non è solo e principalmente una festa della memoria, ma 
>> la festa dell'impegno nell'attualità, e innanzi tutto del 
>> rinnovamento dell'impegno in un patto tra generazioni. Ora e sempre, 
>> si dice. E chi non ci sta? La democrazia, con i suoi grandi valori 
>> umanitari, gli consente di conservare vita, libertà e benessere, e 
>> ciò a differenza di ogni fascismo. Ma questo non esclude che 
>> l'impegno democratico comprenda anche il coraggio della 
>> contrapposizione frontale e della lotta, nella dialettica politica, 
>> sociale, religiosa, culturale, il coraggio di chiamare le cose con il 
>> proprio nome e di prendere chiaramente posizione. Fascisti dichiarati 
>> o di fatto ci sono sempre stati e il fascismo è la tentazione che 
>> ognuno può subire nella sua vita, in cui ognuno può cadere. Quell' 
>> "anti-", di antifascismo, ha quindi ancora un senso. Significa 
>> innanzi tutto vigilanza interiore e costanza nel tirocinio 
>> democratico. Certe cose non basta proclamarle, bisogna vivere e agire 
>> in conformità ad esse.
>> Mario Ardigò
>>
>>
>> Il Mercoledì 25 Aprile 2018 9:33, Roberta Marchiori 
>> <roberta.marchiori a tin.it <mailto:roberta.marchiori a tin.it>> ha scritto:
>>
>>
>>
>>
>> Ringrazio il Presidente Brusco che ci ha rinnovato il ricordo di 
>> tanti colleghi di grande valore , coraggio spessore culturale 
>> ricordandoci quel 25 aprile che ha segnato il ritorno alla democrazia
>> Roberta Marchiori
>> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *barcosta
>> *Inviato:* mercoledì 25 aprile 2018 07:46
>> *A:* Carlo Brusco <c.brusco a alice.it <mailto:c.brusco a alice.it>>; 
>> 'AREA Mailing List' <area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it>>; 
>> md a magistraturademocratica.it <mailto:md a magistraturademocratica.it>
>> *Oggetto:* Re: [Area] 25 aprile
>> Grazie al presidente Brusco per il bellissimo ricordo. Mi permetto 
>> aggiungere che per l'uccisione del collega Mariano (e di altre decine 
>> di cittadini inermi del bellunese) fu celebrato processo negli anni 
>> 70 avanti al tribunale militare di Verona contro un maggiore delle 
>> SS. Condannato all'ergastolo, costui morì per vecchiaia nella sua 
>> Austria. Bartolomeo Costantini
>> Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
>> -------- Messaggio originale --------
>> Da: Carlo Brusco <c.brusco a alice.it <mailto:c.brusco a alice.it>>
>> Data: 24/04/18 19:00 (GMT+01:00)
>> A: 'AREA Mailing List' <area a areaperta.it 
>> <mailto:area a areaperta.it>>, md a magistraturademocratica.it 
>> <mailto:md a magistraturademocratica.it>
>> Oggetto: [Area] 25 aprile
>> Domani è il 25 aprile. In questi tempi nei quali il dibattito 
>> all’interno della magistratura sembra occuparsi più delle nostre 
>> miserie (rientri in ruolo agevolati, lotte feroci per l’attribuzione 
>> di un incarichi vari, attribuzioni di incarichi esterni non proprio 
>> necessari, magistrati ai quali l’ultima cosa che sembra interessare è 
>> di svolgere le funzioni per le quali sono stati assunti) che dei 
>> problemi riguardanti l’esercizio indipendente della giurisdizione 
>> credo che questa ricorrenza possa costituire l’occasione per 
>> ricordare i nostri colleghi che, per consentire il ritorno alla 
>> democrazia, hanno rinunziato non ad un incarico di prestigio ma alla 
>> vita.
>> Poiché la conoscenza di queste persone è per tutti noi quasi 
>> inesistente credo che la ricorrenza possa costituire un utile ricordo 
>> del loro sacrificio. Con la precisazione che analogo ricordo andrebbe 
>> fatto ai magistrati epurati dal regime fascista e a quelli espulsi in 
>> base alle leggi razziali.
>> Preciso che le notizie non sono frutto di una mia ricerca ma le 
>> traggo da un fascicolo pubblicato dal CSM nell’ottobre 1976 che, 
>> forse, sarebbe opportuno ristampare e distribuire a tutti i 
>> magistrati. E forse altri tribunali potrebbero seguire l’esempio di 
>> quello genovese che, poco tempo fa, ha ricordato i quattro magistrati 
>> operanti in Liguria che sacrificarono la loro vita per la libertà, 
>> dedicando loro una lapide all’ingresso del palazzo di giustizia con 
>> una cerimonia pubblica alla quale ha partecipato il Ministro della 
>> giustizia.
>> Ma ecco i nomi di questi magistrati:
>> Pasquale Colagrande, sostituto presso il Tribunale di Ferrara, 
>> arrestato per antifascismo, fu fucilato per rappresaglia il 15.11.43 
>> dopo l’uccisione del segretario federale della rsi.
>> Dino Col, pretore di Genova-Sampierdarena, arrestato e torturato per 
>> l’appartenenza ai movimenti clandestini antifascisti, fu poi 
>> deportato a Flossemburg dove morì per il trattamento cui era stato 
>> sottoposto.
>> Francesco Drago, di origine messinese e sostituto procuratore a 
>> Savona, fu arrestato da militi della rsi per aver inneggiato alla 
>> riacquistata libertà dopo l’8 settembre; riuscì ad evadere e, passato 
>> in clandestinità nelle file di Giustizia e Libertà, perse la vita in 
>> uno scontro a fuoco con appartenenti alla rsi.
>> Carlo Ferrero, consigliere della Corte d’Appello di Torino, per i 
>> suoi sentimenti antifascisti fu arrestato e fucilato a Chiusa Pesio, 
>> il 19 dicembre 1944, da un reparto militare tedesco.
>> Mario Fioretti, giudice del Tribunale di Firenze, partecipò alla 
>> resistenza romana organizzandola e svolgendo le funzioni di redattore 
>> de /L’Avanti /clandestino; fu ucciso in piazza di Spagna il 4 
>> dicembre 1944 da un appartenente alla guardia nazionale repubblicana.
>> Vincenzo Giusto, giudice del Tribunale di Cuneo, aderì alla 
>> Resistenza fin dalla costituzione delle prime brigate partigiane 
>> (Volontari della libertà) e trovò la morte in uno scontro a fuoco 
>> avvenuto il 13 aprile 1945.
>> Giuseppe Garribba, pretore di Soave dove costituì un comitato di 
>> liberazione dopo l’8 settembre partecipando attivamente alla lotta di 
>> liberazione. Fu oggetto di un attentato e successivamente arrestato, 
>> dalle brigate nere e dalle SS, e tradotto a Dakau dove trovò la morte 
>> il 25 marzo 1945. E’ forse l’unico in questo elenco il cui figlio 
>> (Tito) sia entrato in magistratura finendo la carriera come 
>> apprezzatissimo magistrato della Cassazione (presso la quale ho avuto 
>> la fortuna di conoscerlo).
>> Cosimo Mariano, giudice del Tribunale di Belluno, di fede 
>> antifascista, fu ucciso dai soldati tedeschi, il 20 agosto 1944, nel 
>> corso di un rastrellamento durante uno scontro a fuoco tra partigiani 
>> e nazifascisti.
>> Cosimo Orrù, pubblico ministero presso il Tribunale di Bergamo; 
>> sospeso dalle funzioni per richieste non gradite agli organi locali 
>> della rsi e riammesso in servizio aderì alla lotta clandestina. 
>> Arrestato nel giugno 1944 fu deportato a Flossemburg dove trovò la 
>> morte nel dicembre del medesimo anno.
>> Nicola Panevino, giudice del Tribunale di Savona dopo l’8 settembre 
>> si iscrisse al partito d’Azione clandestino e divenne presidente del 
>> locale comitato di liberazione. Arrestato dalla divisione S. Marco fu 
>> torturato e poi fucilato, il 23 marzo 1945, insieme ad altri detenuti 
>> politici, per rappresaglia contro un’azione di guerra che aveva 
>> provocato la morte di alcuni soldati tedeschi. Dai documenti risulta 
>> che aveva praticamente trasformato il Tribunale di Savona in una sede 
>> di cospirazione della Resistenza.
>> Pasquale Saraceno, giudice della Corte d’Appello di Firenze, era il 
>> magistrato più elevato in grado presente in Città al momento della 
>> sua liberazione e avrebbe dovuto incontrarsi con una delegazione 
>> inglese il 16 agosto 1944; ma la sera prima fu colpito, davanti alla 
>> sede della Corte, da un colpo di fucile mortale sparato da un cecchino.
>> Vittorio Scala, giudice del Tribunale di La Spezia, fu arrestato 
>> dalle SS, perché sospettato di aderire ai movimenti di liberazione, e 
>> condotto nella caserma della 10a Mas dove fu sottoposto a torture. 
>> Deportato nel lager di Mathausen vi morì il 15 marzo 1945.
>> Mario Tradardi, pubblico ministero presso il tribunale de L’Aquila 
>> verso la fine del 1943 si univa alle forze della resistenza (brigata 
>> “Maiella”) e partecipava attivamente ai combattimenti, che avrebbero 
>> condotto alla liberazione di Bologna, trovando la morte in uno di 
>> questi il 16 dicembre 1944.
>> A questi nomi mi sembra giusto aggiungerne almeno tre che non erano 
>> più magistrati al momento della morte:
>> Emilio Sacerdote si era dimesso volontariamente prima dell’entrata in 
>> vigore delle leggi razziali. Sacerdote partecipò alla resistenza e, 
>> dopo essere stato catturato, fu deportato prima a Flossemburg e poi a 
>> Bergen Belsen dove morì.
>> Mario Finzi, subito dopo aver assunto il servizio fu dispensato dal 
>> servizio per l’entrata in vigore delle leggi razziali; aderì a 
>> Giustizia e Libertà e prestò assistenza e ebrei e partigiani; 
>> arrestato nel 1944 fu deportato ad Auschwitz dove morì alla fine del 
>> medesimo anno.
>> Pier Amato Perretta, giudice del Tribunale di Como; per la sua 
>> indipendenza nei primi anni del regime e per la sua collaborazione ad 
>> un periodico di ispirazione crociana, subì un trasferimento punitivo 
>> e venne dichiarato decaduto per non aver raggiunto l’ufficio di 
>> destinazione. Iniziata la professione forense il suo studio venne 
>> devastato dagli squadristi. Si attivò per la costituzione di gruppi 
>> della resistenza ancor prima del 1943 e fu ucciso dai tedeschi nel 1944.
>> Un saluto a tutti.
>> Carlo Brusco
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