[Area] [Nuovarea] Galloni e i giudici ragazzini

Basilico Marcello marcello.basilico a giustizia.it
Ven 27 Apr 2018 20:06:09 CEST


Caro Valerio,

hai ragione. A quei giovani magistrati che sui giornali e in televisione si sentivano appellati in modo irridente, Giovanni Galloni diede la certezza che l'Istituzione c'era e che si era nel giusto facendo sobriamente il lavoro che a ciascuno la funzione giudiziaria aveva assegnato in sorte.

  Nei primi anni Novanta il CSM non era esente da critiche, quante nomine di direttivi erano contestate e contestabili, malgrado vigesse il criterio dell'anzianità. Del resto il caso Meli-Facone era passato da poco.

  Eppure Giovanni Galloni, con la propria fermezza, dimostrò che quell'Istituzione guardava nell'occasione non alla convenienza politica, ma solo all'interesse dello Stato. E tutti noi "ragazzini" sentimmo di appartenervi, talvolta preoccupati, certamente con orgoglio.

  Grazie per averlo e avercelo ricordato.

                               Marcello Basilico

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Da: Nuovarea <nuovarea-bounces a nuovarea.it> per conto di Valerio Savio <valerio.savio a giustizia.it>
Inviato: venerdì 27 aprile 2018 18:54
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Oggetto: [Nuovarea] Galloni e i giudici ragazzini

    Con l’eccezione di Giovanni Palombarini e Domenico Gallo, nessuno ha sulle nostre liste speso una parola su Giovanni Galloni, scomparso alcuni giorni orsono ( per i più giovani: Giovanni Galloni, professore universitario di civile e diritto agrario, parlamentare democristiano per più legislature e anche Ministro – ma non della Giustizia – tra i Settanta e gli Ottanta, esponente del migliore cattolicesimo democratico dei Moro, degli Zaccagnini, dei Ruffilli, dei Bonafacio, degli Elia sino ai Mattarella e a tanti altri, vicepresidente del CSM tra il 1990 ed il 1994, “la testa più lucida della DC” secondo i vignettisti Pericoli e Pirella che così giocavano su “L’Espresso” con la sua statura politica e con la sua calvizie).
    Due parole allora voglio spenderle io, in ricordo di una personalità che non sarà mai forse stato un leader ma che è stato un influente esponente della parte migliore della classe dirigente della Prima Repubblica, una di quelle personalità che nei diversi ruoli istituzionali ricoperti ben può dirsi abbia espresso cultura repubblicana e costituzionale : come è stato detto: un grande democratico.
    Giovanni Galloni in tanti lo si ricorda come uno dei migliori, forse il miglior vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, se il parametro è la difesa del ruolo indipendente della giurisdizione , la difesa degli assetti che alla Giustizia ha voluto dare la Costituzione.
    Lo testimoniano tanti passaggi consiliari e tanti suoi atti , dei quali, se vorranno, testimonierà chi in quegli anni era al Consiglio con lui.
    Io voglio ricordare un episodio ormai lontano anche nei ricordi , che allora però prese le prime pagine , e che lasciò nel lessico politico l’espressione “giudici ragazzini”.
    Primavera 1991, se ricordo bene i primi di maggio.
    Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga già da tempo  , rompendo lo stile notarile dei primi anni del suo settennato, ha preso ad esternare quotidianamente in modo mediaticamente clamoroso e politicamente dirompente contro molte delle Istituzioni, intervenendo nel dibattito politico, polemizzando con singoli esponenti dei partiti, “picconando” a destra e a sinistra ( quasi sempre: a sinistra).
    Tra i suoi obiettivi preferiti e più frequenti, il Consiglio Superiore della Magistratura ed il suo ruolo, che , espressamente, vuole ridotto a quello di “Consiglio di Amministrazione del personale di un Ministero”. Una volta, in una esternazione , arriva a minacciare di far circondare palazzo dei Marescialli dai Carabinieri.
    Una mattina, motu proprio,  sempre con obiettivo il Consiglio, decide di attaccare i giovani magistrati , che allora come oggi coprivano centinaia e centinaia di posti delicatissimi in particolare al Sud, in Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna: “a questi giudici ragazzini”, dice ai media “non affiderei neanche l’amministrazione di una casa al piano terra e senza finestre”.
    Da Caltanissetta , alcuni “ragazzini” decidono che è troppo. E’ troppo in sè, per le parole usate. Ed è troppo, a otto mesi dall’assassinio di Rosario Livatino, da allora “giudice ragazzino” per antonomasia che in molti avevamo conosciuto.
    Al di fuori dell’ANM , senza l’intervento delle correnti, nell’arco di un week-end, con il fax ( all’epoca mezzo di avanguardia nella comunicazione ....), raccolgono l’adesione di oltre 130 colleghi di prima nomina (quasi tutti con funzioni  in Sicilia e Calabria, di tutte le sensibilità culturali e associative)  su un breve ma duro comunicato inviato ai Presidenti delle Camere e al CSM  in cui si risponde direttamente al Quirinale dicendo apertamente che i giovani magistrati sono lì a lavorare al sud per la tutela della legalità nel fare il lavoro che si sono scelti e che è il loro dovere e che quindi non vogliono applausi nè ringraziamenti da nessuno , ma che non possono accettare parole di delegittimazione dalla più alta carica dello Stato,  in terra in cui la legittimazione non è solo uno strumento di lavoro ( come per tutti i magistrati a tutte le latitudini) ma la precondizione per poter anche solo operare , e perfino  per correre meno rischi per la propria incolumità personale.
    Il clamore è enorme, su tutti i media, e tra le forze politiche, anche per la natura “spontanea” dell’iniziativa.
    Ed è enorme anche perchè il vicepresidente del CSM Galloni, democristiano, prende apertamente e fortemente le difese dei magistrati ragazzini , “contro” il democristiano Cossiga. Difendendoli per come lavorano, con sacrificio , professionalità, ed indipendenza.
    Per tanti di noi, fu il “battesimo” al  “fuoco” delle situazioni di conflittualità politico-istituzionale che il nostro lavoro può farti incontrare.
    Tutti, ci sentimmo “cresciuti”, più consapevoli, ora avendo riprova di ciò che già sapevamo, ma che ci serviva ci venisse ripetuto: che una parte importante d’Italia teneva al nostro lavoro .
    Grazie ancora, professor Galloni.
    L’augurio che noi magistrati tutti ci possiamo fare è di trovare in futuro altri vicepresidenti del CSM come lui.
Valerio Savio, già Pretore di Caltanissetta
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