[Area] R: a proposito dei neoentusiasmi programmatici in materia di giustizia

De Ninis Luca luca.deninis a giustizia.it
Sab 19 Maggio 2018 19:33:05 CEST


L'adesione al documento delle camere penali, anche con i distinguo del tutto indeterminati ("alcuni") ed indeterminabili, credo che ben esprima quella cultura corporativa alla quale mi riferivo nella mia @ di ieri.

Non mi sento portatore, purtroppo, di alcun fresco entusiasmo.
Né credo che possa definirsi "fresco" il documento delle camere penali, espressivo di posizioni ormai inveterate, già poste a fondamento di una sequela di inutili astensioni, e certamente  altrettanto corporative.

Sono ormai più di vent'anni che cerco, invano, di prendere le misure di un processo penale del tutto inidoneo a tutelare l'interesse collettivo ad un accertamento giudiziario "congruo" (rispetto alla natura dei fatti contestati e degli interessi in gioco) ed "efficace" (rispetto al rapporto tra le risorse impiegate ed i risultati raggiunti); eppure invece efficacissimo nel supportare gli interessi delle corporazioni professionali interessate, a cominciare da una classe forense smisurata e di corrispondentemente scarsa qualità, più attenta ai propri compensi che al contributo al servizio della giustizia, e la sua conseguente anomala funzione di ammortizzatore sociale, unico vero interesse delle predette corporazioni.
Negare la legittimità di tali critiche non aiuterà la futura evoluzione della giustizia penale. Anzi, più probabilmente contribuirà a mantenere anche le proposte del nuovo programma su una falsariga strettamente populistica e corporativa.

Luca De Ninis

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di carlocitt a alice.it
Inviato: sabato 19 maggio 2018 17:28
A: area a areaperta.it
Oggetto: [Area] a proposito dei neoentusiasmi programmatici in materia di giustizia

Avendo letto in lista di freschi entusiasmi per il programma in materia di giustizia e ordinamentale che risulta dal 'contratto' e avendo trovato una sintesi efficace delle ragioni di fresche preoccupazioni, inoltro il pure fresco documento dell'Unione Camere penali.

Non ne condivido ovviamente alcuni rilievi, ma condivido la maggior parte, diciamo sul penale sostanziale, procedurale e sul penitenziario.
Condivido il pieno fumo su aumento risorse digitalizzazione etc (quei pezzi che entusiasmano alcuni e allo stato basati sul niente; io sarei contento di ricredermi: certo potremmo passare tutti su una grande piattaforma, chissà che sia il colpo di genio)

Avevo già immaginato quale sarà il nostro possibile futuro giudiziario: interventi normativi muscolari e dai riferimenti costituzionali faticosi, conseguenti astensioni dalle udienze a nastro, problemi reali (carico ingestibile e necessità di modifiche laicamente coraggiose ma equilibrate dalla fedeltà ai valori essenziali) accantonati. Vedremo.

Il pensiero, in proposito, va a un certo primo e ultimo ministro della Giustizia, che doveva innovare essendo innovatore di partito innovatore in contesto innovatore: e per quattro anni non ci furono più concorsi per l'accesso in magistratura, e il buco di organico ce lo portiamo appresso. Confidiamo fortemente che l'esperienza abbia insegnato agli innovatori radicali la delicatezza degli interventi alla famolostrano su un sistema complesso e malmesso come il nostro.

Temo il nostro barcone giudiziario sempre più esposto ai rischi di definitivo affondamento: ma, hai visto mai? (certo, l'irrilevanza della prescrizione non accompagnata da una robusta iniezione di risorse umane e strumentali nelle corte d'appello ci condurrà a leggi Pinto a tutto spiano e ruoli che si sgonfiano solo con le sentenze per morte dell'imputato; il che non vuol dire che oggi con la prescrizione va bene - mi affascinano le obbligate precisazioni di stile del tutto inutili tra persone normali in colloqui normali tra tecnici o informati dei fatti, ma il gusto di alcuni per la polemica dialettica fine a se stessa che ti attribuisce le peggio idee solo perché non hai chiarito e precisato mi costringe, sia pure con scarsa speranza che serva...)

Penso che sarà contesto che farà emergere anche le ragioni reali delle differenze associative. Vedremo. Ci chiariremo le idee.

Nel frattempo godiamoci i neoentusiasmi basati su frasi per ora vuote, e un po' strabici dove non paiono saper cogliere dove porta ciò che solo è specifico (vedi legittima difesa): in ciò risolvendosi in silenzi sorprendenti..

Ma non mi stupisco più: in una ML locale dell'ANM che leggo, ormai tutto (sì tutto, come la situazione di magistrati, giornalisti, insegnanti ecc incarcerati in Turchia) è posto sullo stesso piano del però più importante tema del CSM che non si adegua al giudicato amministrativo non facendo intanto decadere i direttivi la cui nomina è stata annullata (tema importante, ovviamente complesso un tantino più degli slogan: non si affronta il contestuale aspetto se l'ultima parola sulle nomine spetta al giudice amministrativo o al governo autonomo, che pur ha un suo evidente rilievo sistematico, fermo restando che non può il CSM far finta di nulla rispetto alle argomentazioni del giudice amministrativo). Sembra, spesso, che chi è certamente abituato a scrivere sentenze anche dotte e comunque sagge ma specialmente 'giuste', con logiche rigorose ed equilibri manifesti, quando passa alla politica, associativa giudiziaria o nazionale, segua passaggi logici che mai userebbe, ne sono certo, nelle sentenze.

Vabbeh, invito i possibili interessati a leggere il documento che segue.

carlo citterio


http://www.camerepenali.it/cat/9204/la_giustizia_penale_in_un_vincolo_cieco.html


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